Viaggio in Costa d'Avorio | Capitolo IV

Viaggio in Costa d'Avorio | Capitolo IV

Stamattina con Andrea, Imma, Nella, Hervé e Solò siamo partiti all’alba per raggiungere Ayamé, la sede della cooperativa Agrimagni.

Il tempo di percorrenza è di circa un paio di ore e mezzo viaggiando in direzione nord-est, verso il confine Ghana. La strada è molto più bella rispetto a quella fatta per Tiassalé e, per fortuna, abbiamo evitato il traffico di Abdjian.

Lungo la strada incontriamo villaggi abitati da molte persone. A colpirmi particolarmente, tra questi, è stato Aboisso ed il suo mercato. Miriadi di banchi popolati da Pagne, un tessuto tipico africano, variopinto e con delle bellissime stampe. Proseguendo il viaggio costeggiamo il Lac de Ayamé, un lago immenso con una forma davvero particolare, che, scoprirò successivamente su Internet, ricorda un prato con alberi di diverse dimensioni. 

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Ecco, Internet. Mi fa riflettere che la connessione arrivi in questi villaggi sperduti. Cosa vuol dire sperduto? Vedere paesaggi e trovare stili di vita così differenti da quelli occidentali mi fa pensare di essere in un luogo remoto, quasi primitivo, ma in realtà per chi ci abita questo è normale. Lo sperduto sono io a pensare così e non deve stupire la presenza della connessione ad internet.

Eccoci arrivati ad Ayamé. Noto subito la presenza di qualcosa di differente, qualcosa che rende il villaggio più agiato rispetto ad altri posti visitati (poco dopo scoprirò il perché, adesso mi godo il fascino del villaggio).

Dobbiamo raggiungere un luogo chiamato Pouponniere, non so cosa sia, so solo che dobbiamo incontrare la cooperativa Agrimagni. Ci sono disegni di Paperino, Tom e Jerry, dei Puffi. Che strano.

Entriamo e veniamo accolti da una segretaria che ci fa accomodare in una sala riunioni e ci offre del caffè e del tè, inoltre mette sul tavolo un cesto di panini nel caso avessimo fame. Con un’ospitalità così ci si sente subito a casa.

Ecco che arrivano i ragazzi di Agrimagni. Con loro una signora italiana. Le mie domande sul dove siamo si cominciano ad infittire.

Iniziato il giro di presentazioni, faccio finalmente conoscenza delle persone coinvolte nel progetto Trusty-Agrimagni, tra cui Monsieur Allou con cui abbiamo collaborato moltissimo negli ultimi mesi (Imma di persona, io in differita). Che bellezza poterlo conoscere dal vivo! Prende parola, infine, la signora italiana e finalmente capisco dove siamo: ci troviamo all’interno della sede dell’attività cardine della Fondazione Magni, un ospedale per bambini sieropositivi che vanno dagli zero agli otto anni. Questi bimbi sono stati abbandonati o sono orfani. Per me, che pensavo di parlare subito di cacao e tracciabilità, è stata una doccia fredda.

Finita la presentazione, il programma prevede la visita alla sede della cooperativa e alle piantagioni. Durante il percorso, Andrea mi racconta la storia dell’incontro tra il signor Magni e il lavoro che Agenzia no.1 sta facendo ad Ayamé, un’attività finalizzata alla donazione di servizi essenziali alla comunità, tra cui l’ospedale. Da questo incontro nascerà la Pouponniere.

Dopo un po' di strada (e l’impantanamento della nostra Jeep, a volte il 4x4 non è sufficiente) giungiamo alla sede, un posto d’incanto con vegetazione straordinaria.

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Alcune zone sono dedicate all’essiccazione delle fave di cacao, altre alla fermentazione, altre ancora a coltivazioni differenti, come il caucciù.

Attività come queste vanno sostenute. Sapendo che come Trusty lo stiamo facendo aiutando la cooperativa Agrimagni (che sostiene economicamente questa struttura) e Choco+ mi da ancora più motivazione e carica. Dietro la tecnologia ci sono persone e comunità, abbiamo l'obbligo di non dimenticarlo.

Mentre gustiamo un frutto della pianta del cacao, Imma mi racconta che inizialmente si riunivano fisicamente qui per lavorare e mettere in piedi tutto il flusso di processi. Il via-vai di energia elettrica li ha costretti a spostarsi nella sede della fondazione, ma per fortuna l’acquisto del mini-pannello solare che abbiamo fatto gli ha garantito un po' di stabilità. Visitiamo alcune piantagioni che hanno implementato il nostro sistema, camminiamo in piena foresta, attraversiamo ruscelli attraverso dei tronchi, incontriamo i farmer, parliamo di sviluppi futuri... what else?

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Per pranzo spazio alla tipicità: fufù e coniglio (e peperoncino a non finire).

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Prima di ripartire verso il Centre Abel, abbiamo visitato l'interno del Pouponniere.

Esperienza fortissima.

Una ventata di ottimismo e positività arriva quando vediamo l'operato e l'estrema cura del personale interno. Attività come queste vanno sostenute. Sapendo che come Trusty, in parte, lo stiamo facendo aiutando la cooperativa Agrimagni (che sostiene economicamente questa struttura) e Choco+ mi da ancora più motivazione e carica. Dietro la tecnologia ci sono persone e comunità, abbiamo l'obbligo di non dimenticarlo. Finita la visita all'ospedale, con Andrea ci guardiamo: "Capisci l'importanza di ciò che stiamo facendo e del perché possiamo e dobbiamo fare ancora di più?". Senza parole, annuisco. Comprendo bene. Pacca sulla spalla, si riparte per il Centre Abel.

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Fair & Trusty trade è un progetto promosso da AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione all Sviluppo.

Michael Di Genova 🔼

CEO Executive Assistant & Marketing Strategist for Apio | Marketing Strategist for Trusty

3 anni

Che esperienza Giacomo Chelli!

Roberto Stefanelli

ESG - Generative AI - Innovation Advisor - Blockchain Leader - Salesforce Alliance Manager - IIoT - AI - VR - AR

3 anni

Dietro la tecnologia ci sono persone e comunità, abbiamo l'obbligo di non dimenticarlo... E' proprio vero Giacomo. Complimenti per l'ottimo lavoro etico e sostenibile.

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