“VUOTI AFFETTIVI: Subirli…o affrontarli?”



Alla luce dei recenti episodi di violenza e di femminicidio, ci chiediamo ancora una volta il perché!

Evidentemente, l'aumento degli episodi di questo tipo in Italia e nel mondo, non possono più essere considerati episodi isolati e casuali frutto della follia di un momento.

Per cercare di comprendere il fenomeno, proveremo a trarre spunto da un esperimento sul comportamento, effettuato e verificato per ben 25 volte dal biologo etologo John Calhoun a cavallo degli anni 70. Grazie a questo esperimento si sono aperte delle strade molto interessanti da verificare ed approfondire, forse anche al dil à delle prime intenzioni del suo autore. Le conclusioni, ahimè infauste, hanno fatto e fanno ancora discutere e interrogare numerosi esperti del settore, tra biologi, sociologi, psicologi e addetti ai lavori nel mondo dei servizi sociali.

Ecco quindi l’idea di girare un video ispiratore a riguardo, un po’ diverso dal solito, ma nello stile e nelle competenze del sottoscritto…

Lo stile grottesco e ironico di questo video, ricalca un po' certi processi interiori dove certe parti di noi continuano ad entrare in conflitto, spesso senza neanche che ce ne accorgiamo, dando origine a ciò che in gergo chiamiamo “molteplicità interiore”.

Noterete che la chiave di lettura evolutiva, data al fenomeno in questione, si concentra sul livello emotivo e affettivo, chiamando in causa una spinta istintiva all’esistenza che, nella fattispecie dell’esperimento viene messa in discussione dal sovraffollamento ambientale. La frustrazione e l’inibizione di questo “istinto esistenziale”, porterà a conseguenze nefaste, culminando nell’estinzione della colonia di topi nel giro di 5 anni.

La domanda che ci si pone allora è questa: La conseguente frustrazione e inibizione dello stesso istinto esistenziale, potrebbe portare effetti deleteri se non distruttivi anche nell’uomo?

Se ci guardiamo un po’ intorno non ci dovrebbe risultare difficile giungere a una conclusione…

Naturalmente le cause sono probabilmente molto più articolate del sovraffollamento ambientale, e soprattutto anche il disagio è sicuramente più raffinato rispetto a quello dei topi. Ma nasce il fondato sospetto che l’istinto vitale ostacolato sia lo stesso.

Sì, l’ISTINTO, dal latino “insto” che significa stare in un luogo, essere imminente, insistere, persistere; quasi a voler indicare un insopprimibile spinta ad esserci e ad esistere. Qualcosa che genera per effetto un movimento reattivo, che produce dolore nel momento in cui si scontra con un ostacolo che lo impedisce e lo blocca, un sentirsi “pungere dentro”, così come la stessa derivazione greca della parola ci suggerisce. E così, come una palla di neve che scende a valle si trasforma in una valanga, questa puntura interna continuamente ostacolata si cronicizza, fino a diventare un profondo vuoto interiore.

La società e il mondo di oggi, non sembrano essere in grado di riconoscere questo processo e quindi suggerire il modo adeguato per affrontare queste dinamiche interne e poi esterne. Si sofferma sulle conseguenze, finendo solo per raccogliere le proprie vittime, allorché questi vuoti profondi hanno già scatenato i loro effetti.

Non sembra che il “distrarci” per mantenerci lontani dal disagio, dalla sofferenza e dalla morte, ci abbiano poi portato così lontano! Evidentemente l’essere umano ha bisogno di qualcosa di più per restare in salute e perché no, essere felice. Ha bisogno di raccogliere la sfida posta dei limiti della natura umana, per accedere alla dimensione del Profondo, insita in se stesso.

Si, non ci piace vincere facile, ecco perché abbiamo bisogno di sfide adeguate alla complessità del nostro essere, che ci consentano l’accesso ad una conoscenza interiore più approfondita.

È questa la vera strada che mi sento e spero insieme a tanti altri di condividere e di indicare, dopo circa 25 anni di esperienza nelle scienze psicologiche di Psicoterapia e Psicologia Clinica.

Solo un'educazione in tal senso, magari da sviluppare tra i banchi di scuola sin dall'infanzia, può cambiare il corso delle cose e trasformare questo mondo, mentre magari le istituzioni proveranno a tamponare con nuove leggi e decreti, i danni dovuti a ciò che per tanto tempo abbiamo purtroppo ignorato.

Per chi vuole andare fino in fondo alla verità, è tempo di indirizzarsi verso dei percorsi adeguati di conoscenza di sé, che vadano al di là delle teorie, per giungere nel profondo dell’essere umano e sperimentarlo. Non delle soluzioni “usa e getta”, ma dei percorsi veri e propri, guidati da chi già conosce quei territori e che richiedono il loro tempo tecnico. Non parlo di un tempo interminabile, ma necessario affinché certe esperienze ci maturino nell’intimo, così come ogni cosa in questo mondo ha bisogno di maturare. Ci auguriamo che questo video e le osservazioni contenute potranno aiutare a riflettere…

“L'educazione alla conoscenza di sé… e quindi dell’altro, è la vera strada del cambiamento e dello sviluppo del genere umano.”

GDG

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