Web Summit: si o no?
Sono passati circa dieci giorni dal termine del Web Summit di quest’anno e, assorbita l’euforia iniziale dovuta all’energia pazzesca che si sprigiona in contesti come questo, voglio fare alcune considerazioni su quello che è stato definito l’evento tecnologico più atteso d’Europa.
Prima di tutto, faccio i complimenti a Paddy Cosgrave che, in meno di 6 anni, ha portato le presenze da 400 a 53.000.
C i n q u a n t a t r e m i l a, mica pizza e fichi.
Un gran bel lavoro, al netto delle immancabili critiche di chi avrebbe voluto un taglio più tecnico, di chi avrebbe voluto pagare di meno e di chi non sa ancora bene cosa avrebbe davvero voluto. Si sa, la fila di chi critica è di gran lunga più numerosa di quella di chi fa e Cosgrave, nonostante qualcosa da migliorare sicuramente ci sia, è uno che fa.
Chapeau!
Durante la quattrogiorni, ho seguito circa cinquanta startup tra quelle che ho ritenuto più interessanti dal punto di vista tecnologico e didattico. Gli aspiranti startupper hanno presentato i loro pitch secondo il solito schema:
problema -> soluzione -> mercato e numeri -> team -> investimento
Tutto in 4 minuti, seguiti da altri 3 minuti di botta e risposta tra i giovani Ceo e gli investitori presenti.
Questi, secondo me, sono stati i progetti più interessanti e innovativi:
- Kubo Robots (vincitore di questa edizione). Piccolo robot educativo che insegna ai bimbi, fin dalla più tenera età, il coding, le lingue (al momento solo l’inglese), la matematica e la musica.
- Traveely. Intelligenza artificiale applicata al turismo. L’idea è molto bella e il progetto, anche se in fase iniziale, è interessante. Decidi dove vuoi andare, quanto tempo ci vuoi stare e il budget che vuoi spendere. Il resto (cosa visitare, dove mangiare, ecc.) lo organizza “lei” per te.
- SoilTron. Startup che ha realizzato una tecnologia apparentemente straordinaria in grado di generare energia elettrica dal suolo, senza interferire con l’ambiente e indipendente dalle condizioni atmosferiche. In due parole, pianti nel terreno uno dei loro dispositivi e ottieni energia elettrica pulita. Stop.
Tra le conferenze che sono riuscito a seguire, ho trovato più ricche di spunti quelle di:
- Werner Vogels, Chief Technology Officer di Amazon,
- Gary Vaynerchuk, imprenditore e speaker fuori dal comune,
- Mike Schroepfer, Chief Technology Officer di Facebook.
Puoi cercare i loro interventi qui.
Un aspetto, infine, mi ha colpito più di ogni altra cosa,
le persone.
Ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con un po’ di gente arrivata da ogni parte del mondo, con esperienze e background anche molto diversi. Ho notato un comune denominatore sempre presente: la capacità di far accadere le cose. E' questa la gente con cui mi piace confrontarmi: gente che costruisce, gente che non parla di problemi, ma li risolve, gente che fa, gente disposta a cambiare.
Se io posso cambiare… e voi potete cambiare… tutto il mondo può cambiare! Adrianaaaa…
Per questo motivo, rispondendo alla domanda iniziale, la mia risposta è si. Il Web Summit è un'esperienza da fare, almeno una volta.