WEB3, la pistola fumante del web
In queste settimane probabilmente avrete letto numerosi articoli* dedicati al tema del WEB3... Ok, questo sarà l’ennesimo 😬
...del resto la spinta nel 2021 è stata forte: dai Metaversi agli NFT, fino alla crescita delle Crypto e agli utilizzi della Blockchain in generale, per questo più di un osservatore ha colto dei segnali di grandi rivoluzioni in arrivo.
Sarà così? … si e no.
SI, perché è certo che le azioni, i comportamenti, le esigenze e le aspettative delle persone, rispetto a web e digitale, stanno cambiando.
NO, perché molte delle soluzioni proposte sembrano sirene speculative condite di “mitologia tecnologica” e fanta-politica, senza veri atterraggi di lungo respiro.
WEB3 è ancora un insieme di concetti confusi che sostanzialmente girano sotto varie forme da almeno 8 anni. Si parla di decentralizzazione da parecchio tempo ma, crypto a parte, le sperimentazioni finora sono sempre state perlopiù molto precarie.
Ad oggi più Bug che Big
“…è il tentativo di imporre una scarsità artificiale sulla risorsa più abbondante che l'umanità abbia mai creato. Questa è regressione, non progresso”. Stephen Diehl
Al centro dell’attuale hype sul WEB3 incombe l’ombra di una mega campagna marketing dei soliti noti che, con la scusa del “fix the web”, hanno avviato diverse operazioni di restyling, re-branding e di (ri)posizionamento, ad oggi più tattico che strategico.
Ma già questo suona strano… Infatti è proprio contro i grandi colossi, contro la “centralizzazione” e le grandi concentrazioni di dati che si sta muovendo la retorica del WEB3. Quindi? 🤔
Se di rivoluzione si tratta non lo vedremo certo dalla carrozzeria. Lato frontend siamo in una fase in cui le esperienze utente sono identiche a quelle attuali (app basate su browser, piattafome, videogiochi…). É sotto il cofano, ovvero nelle logiche e nelle tecnologie, che dobbiamo concentrare l’attenzione. Cambia il modo con cui vengono conservati e distribuiti i dati (appunto... blockchain e decentralizzazione). Questo ha permesso la nascita di diverse applicazioni: DeFi (finanza decentralizzata) GameFi (videogiochi); e poi gli ormai famosissimi Nft (I Token Non Fungibili vengono utilizzati per creare scarsità digitale verificabile e proprietà digitale).
Lato software si aprono una serie di questioni tecniche di cui non scrivo qui perché non è il mio lavoro, ma leggendo attentamente paper e articoli* di informatici/ingegneri, tendenzialmente si capisce che ci sono una serie di problemi per niente banali, infatti siamo di fronte a soluzioni:
Troppo energivore
Poco scalabili
Spesso inefficaci o usate a sproposito
Enormi questioni legali (e di sicurezza)
Anche dal punto di vista dell'hardware la parte metaversi (realtà virtuali condivise tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar) non è messa benissimo. Il mercato dei visori è tutt’altro che prossimo a diventare di massa e per ora è concentrato (poco) sul gaming e (un pó di più) sul B2B, e anche se i prezzi calano, oltre che ad essere scomodi e ingombranti, oggetti come Oculus hanno anche problemi legati alla salute. Insomma, non è domani...
Per questo il rischio bolla è alto e (direi) quasi certo, soprattuto lato NFT. Sono però convinto che da queste sperimentazioni vedremo per davvero la nascita di una nuova era del web. I nostri sforzi oggi devono concentrarsi sugli aspetti interessanti, di valore, sulle logiche replicabili e sensate che sottostanno, cercando di capire quali possono essere i modelli virtuosi che possono portare miglioramento e non solo arricchire pochi spregiudicati. Difficile ma necessario fare la famosa distinzione tra “acqua sporca” e “bambino”…
Tutti imprenditori e investitori: Meta, NFT, DAO e foto dei piedi.
“Oggi stiamo passando a un’era economica del web, nella quale tutti sono investitori.” Rex Woodbury
Dal punto di vista delle community il WEB3 si presenta bene, promettendo decentralizzazione e trasparenza con un mix di autonomia nella gestione della proprietà dei dati e dei contenuti.
Questo piace molto ai VC e ai fondi di investimento a caccia di novità, di nuove opportunità in uno scenario di enorme liquidità dei mercati.
Piace anche ad Artisti e a Content Creator in generale, stanchi e sempre più in conflitto con i Big della Silicon Valley (Facebook, Amazon e Google) e desiderosi di vivere in piena autonomia i frutti del proprio lavoro creativo.
Ed è su quest'ultimo aspetto che si aprono gli scenari più interessanti (ma anche inquietanti).
Consigliati da LinkedIn
Al netto delle tecnologie (che comunque, diciamocelo, sono sempre in continua evoluzione e sono intercambiabili) il fenomeno che più emerge e impressiona è la forte spinta verso la finanziarizzazione delle relazioni.
Non c’è bisogno di Discord (anche se utile) per accorgersi che i giovanissimi già da tempo fanno un uso utilitaristico e spesso speculativo della rete, basta addentrarsi nel mondo del gaming per rendersi conto che gli accessori dei videogiochi (ad esempio su Steam) in alcuni casi hanno un vero e proprio borsino dei valori. E così, mentre i boomer cazzeggiano sui social, le ragazze gli vendono le foto dei piedi su OnlyFans, costruendosi un reddito. 😱
Anche le soluzioni collaborative come le DAO "Organizzazioni Autonome Decentralizzate" partono da utopici concetti comunitari fortemente (auto)regolamentati e in genere rivolte a gruppi di investitori, si portano però dietro enormi questioni legate a tematiche di governance. Davvero nelle complesse dinamiche relazionali umane, economiche e sociali sarà possibile affidarsi interamente ad algoritmi computazionali?
“Reddit sta iniziando a farsi largo nel Web3 immaginando come utilizzare le criptovalute per consentire agli iscritti di possedere porzioni delle comunità cui partecipano sul sito."
Insomma, si sperimenta e probabilmente si sbaglia, ma erano anni che non si vedeva un brulicare così fantasioso di soluzioni.
Del resto chi di voi ricorda che si compravano isole su Second Life (anche grandi aziende) o il fenomeno delle I.C.O. (Initial Coin Offering) che in molti casi si sono rivelate colossali truffe?
Il vero pericolo sono i soliti "sciocchi entusiasti", nel migliore dei casi sono spregiudicati e interessati, ma spesso persone incompetenti che usano a sproposito parole non capiscono e non dominano. In questa che sembra una nuova lotteria web con alcune dinamiche che ricordano quelle del gioco d'azzardo, questi personaggi devono preoccupare. Qualche anno fa ho avuto un'esperienza diretta con soggetti simili nella fase di crescita del mercato del crowdfunding (del resto parliamo sempre di comunità economiche), e oltre ad essere spesso dei truffatori, possono fare danni al settore.
Quindi? Dove si va?
Ovviamente nessuno sa cosa succederà davvero nei prossimi anni ma, al netto delle tecnologie e delle presunte logiche di decentralizzazione, credo che si possano definire alcuni perimetri di fenomeni interessanti.
Oltre al macro tema gaming, sicuramente è interessante quello che potrebbe accadere nel mondo della progettazione, della co-progettazione e del design (penso in particolare ad accessori, gadget e moda). Gia con il WEB2 era mutato e sempre più sfumato il confine tra Creatori di contenuti/beni/servizi e Consumatori (prosumer). I nuovi processi in atto modificheranno in modo ancora più radicale questo paradigma.
È molto probabile che i nuovi social somiglieranno a mondi digitali abitabili e in cui poter esprimere nuove forme di identità, di impresa e di azione. In questo contesto potrebbe davvero alimentarsi seriamente la capacità di creazione e acquisto di asset digitali. Tutto sembra suggerire che i wearables saranno uno dei meccanismi chiave per guidare un vasto pubblico verso queste nuove esperienze e si potrebbero offrire infinite opportunità per appassionati di moda e i designer che vogliono testare o commercializzare i loro progetti.
In questo senso le recenti notizie, come ad esempio l’acquisizione da parte di NIKE di RTFKT Studios, meravigliano solo in parte e sono convinto che sentiremo sempre più spesso notizie di questo tipo.
Sul fronte ARTE e COLLEZIONABILI molte cose stanno già accadendo e piattaforme come OpenSea crescono in modo incredibile, ma va detto che le bolle speculative nate dietro acquisti a cifre spropositate e senza senso non aiutano a capire per bene il fenomeno. Certo qualcuno si sta arricchendo ma alla lunga il rischio è di avere un effetto opposto e di allontanare le persone serie, i collezionisti e gli appassionati...
Comunque vada, ormai il WEB3 è comparso sulla scena e come scrisse Anton Čechov: “Se in un romanzo compare una pistola bisogna che prima o poi spari.”
*LINK:
Articoli:
Articoli fortemente critici:
Curiosità:
Piattaforme:
Business Analyst presso CNH Industrial
3 anniUn articolo davvero molto bello e strapieno di insight utili per approfondire. Grazie mille per la condivisione
Assistant Professor at Bath School of Management
3 anniGrazie Angelo per aver condiviso questo pezzo e per aver fatto una sintesi e critica costruttiva della situazione WEB3. Mi trovi d’accordo sulla tua valutazione di ciò che sono queste varie technologie: un passo avanti dal punto di vista technologico ma pur sempre un tentativo non una vera soluzione ai problemi che in principio vorrebbero risolvere. Hai colto in pieno il fatto che si tratta di una fase di sperimentazione di possibili applicazioni, rese possibili dalle possibilità e dalla convergenza di diverse technologie. Di certo è un Momento creativo e in cui i VC hanno l’opportunità di giocare con l’alto rischio e potenziale guadagno…come dici tu, ai VC queste technologie piacciono!. Il problema è capire come si può influenzare questo processo di sperimentazione affinché le soluzioni che emergeranno come dominanti da questa fase, saranno orientate a creare valore per la società piuttosto che valore economico per pochi. Discuterne è sicuramente il primo passo, complimenti per l’analisi e la chiarezza!
Consulente senior di fundraising cultura e arti performative | Founder di Terzofilo e Filocultura | Art Bonus | docente, formatrice, speaker | Socia Assif dal 2001 | Socia ICOM | Socia Associazione Promotori del Dono
3 annigrazie !
Esperto in comunicazione istituzionale - Giornalista
3 anniConcordo con te Angelo quando dici che oggi c'è in giro una vitalità che non si vedeva da tipo 20 anni. Molte idee falliranno, ma questo è assolutamente normale nel mondo dell'innovazione. Personalmente sono molto curioso di capire come cambierà il mondo dei social media. Penso, ad esempio, che si svilupperanno piattaforme dove non è importante essere "figo", ma avere un avatar figo. Il che è un vero cambio di paradigma
CEO Finney Hub I Your gateway to Blockchain Economy
3 anniIo penso che oggi il valore di tutto questo sia nell'aver sviluppato nuovi strumenti abilitanti che prima non esistevano. Potenzialmente con questi strumenti si possono fare cose che prima non si potevano fare, o fare in maniera diversa le stesse cose ma con diverse modalità. Solo che è presto per giudicare a mio avviso perché è come se avessimo giudicato il web nel 1993. Allora il 90% di quello che avvenne successivamente ancora non esisteva, e per lo più non era ancora nemmeno immaginabile. E quindi il bello è che il foglio al 90% è ancora bianco, da scrivere. Oggi è il tempo di chi lo vuole scrivere, secondo la propria scala di valori e le proprie intuizioni imprenditoriali. Come sempre il 95% almeno di questi tentativi fallirà e non ne rimarrà traccia, ma alcuni di quelli restanti sono destinati a cambiare la storia.