Welcome to the financial breakfast
Quando le tue fonti energetiche dipendono da altri paesi, sono guai seri... Il 12 gennaio l'associazione europea del gas ha annunciato che le scorte sono scese sotto il livello chiave del 50%, ben 3 settimane prima della media. Motivo principale? Gazprom. A causa di un'altissima domanda da parte di Russia e Cina, il gasdotto Yamal-Europa non ha spedito una singola molecola di gas per ben 23 giorni consecutivi! Ed è tutto assolutamente legale. La società infatti sta solo rispettando il contratto siglato con l'Europa e, a differenza degli anni passati, non è in grado di fornire gas extra-contratto. Il vecchio continente deve ringraziare le temperature più miti di questo 2021 e approfittare del tempo per prendere qualche lezione di negoziazione internazionale...
Il buon giorno si vede dall'apertura
Ve lo avevamo detto che la settimana si sarebbe rivelata interessante!
Da inizio anno più volte abbiamo parlato di rotazione settoriale (verso i titoli value) e contro-rotazione (verso quelli growth). Molti gestori identificano la prima situazione come favorevole per il 2022 in quanto:
In un recente sondaggio di Bank of America sul posizionamento degli investitori si può osservare come i settori sovrappesati in questo momento siano nell'ordine: finanziari, healthcare e industriali. In altre parole, gran parte del mercato è già posizionato per una continuazione del processo rotativo.
Il punto è che il mercato se ne frega di ciò che pensano i gestori e lo ha dimostrato molto bene nella giornata di ieri. A scendere sono stati sia i titoli che beneficiano di aumenti dei tassi (finanziari) sia quelli che ne sono penalizzati (tecnologici). Sono invece saliti i tipici settori difensivi quali consumi non discrezionali e utilities, che potrebbero anche beneficiare di uno scenario inflattivo, e soprattutto quello sull'estrazione di oro, nonostante lo scenario di tassi reali in rialzo non sia per niente favorevole.
Ciò che emerge è che il processo di rotazione è tale solo in uno scenario caratterizzato da:
Se solo una di queste condizioni dovesse saltare, il posizionamento del mercato si potrebbe rivelare inadeguato. Una crescita macro in rallentamento associata a inflazione fuori controllo e tassi molto elevati spingerebbero gli operatori a mettere in dubbio le scelte fatte sui titoli ciclici e si tornerebbe a comprare i growth, sempre cari, ma almeno in grado di dare visibilità sugli utili o sulle prospettive future.
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Diamo i numeri
CONSUMI DOPO LA PANDEMIA
Ma voi avete notato una qualche differenza nei vostri consumi pre e post pandemia?
Se non ve ne siete accorti, vi diciamo: in media, qualcosa è cambiato e questo grafico ce lo mostra piuttosto bene mettendo a confronto la spesa per beni fisici (in alto) e quella per servizi (in basso).
Tutti noi abbiamo sentito più volte quanto l'economia di oggi sia basata sui servizi. Vero, in termini assoluti.
Dopo marzo 2020 infatti, i lockdown hanno cambiato notevolmente le abitudini dei consumatori facendo spostare la spesa dai servizi verso i beni. Quest'ultima si trova infatti sopra la sua media di lungo periodo, a differenza di quella per servizi che è al di sotto.
Vi è anche da dire che il maggiore acquisto di beni (soprattutto durevoli) ha alimentato la spinta inflattiva a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi.
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