Whatever it takes

Tutti abbiamo letto della sentenza interlocutoria della Corte costituzionale tedesca, che nel far salva la legittimità (bontà loro…) del QE chiede alla BCE di illustrare i criteri di intervento.

Certamente io non sono in grado di verificare la coerenza giuridica di tale sentenza con il sistema costituzionale tedesco, ma mi limito a constatare che anche al loro interno eminenti giuristi si pongono quanto meno un problema di opportunità rispetto ad una pronuncia tanto forte emessa il giorno prima della scadenza del mandato del Presidente dell’organismo.

Rispetto poi al QE - e più in generale alla proposta di emissione di Eurobond - è del tutto evidente che i Trattati sono quanto meno lacunosi in materia, tanto che la “Costituzione materiale” europea va riempendosi seguendo la prassi più che norme scritte ed intangibili.

Come ho già avuto modo di opinare, per rispondere alla situazione attuale di emergenza occorrerebbe cambiare i Trattati e provvedere ad un allineamento (se non alla unificazione) delle politiche economiche e fiscali, per rafforzare il ruolo guida della BCE nella politica monetaria europea.

Tutto ciò appartiene al dibattito politico, s’intende.

Quello che mi sembra assurdo è che un soggetto istituzionale diverso dal Governo di uno degli Stati membri o delle rispettive banche centrali chieda conto alla BCE del suo operato.

Se passasse questo principio, vorrebbe dire che il sistema costituzionale tedesco (e per simmetria quello di tutti i singoli Stati) si considera superiore a quello comunitario e non ad esso assoggettato, come sinora si è sempre ritenuto.

Il messaggio politico è forte e potenzialmente devastante.

A questo punto, a giudizio di chi scrive, la questione è nelle mani in parte della BCE ed in parte del governo e/o del Parlamento tedesco.

Quest’ultimo dovrebbe immediatamente confermare la piena lealtà della Germania alle istituzioni comunitarie ed alla BCE, con un messaggio politicamente tanto forte da smorzare le evidenti (e non volute?) ripercussioni politiche della sentenza della Corte costituzionale.

Se necessario, la Germania dovrebbe intervenire sulla propria Carta costituzionale, e non attendere che il problema travalichi i confini nazionali determinando – Dio non voglia – una crisi finanziaria che andrebbe ad aggravare la attuale devastazione economica dovuta al lockdown.

Dall’altro lato, la BCE non dovrebbe accettare il contraddittorio con la Corte costituzionale di un singolo Stato, rispondendo ad essa che del proprio operato la BCE è tenuta a dare conto ai governi ed alle banche centrali degli Stati, non ad altre istituzioni, per quanto importanti possano essere all’interno degli ordinamenti statuali.

E’ del tutto evidente che – se così non fosse – la BCE si riconoscerebbe assoggettata al potere di sindacato e controllo di qualunque organismo giurisdizionale interno, perdendo di credibilità sia per le banche centrali europee che presso i mercati.

Se davvero la BCE è chiamata a fare whatever it takes per salvare l’Eurozona, ora è questo che serve.

La presidente lagarde ha imboccato la strada giusta, ora tocca al governo tedesco ridimensionare la corte costituzionale! https://m.huffingtonpost.it/entry/lagarde-imperterrita-disdegna-la-sentenza-tedesca-la-bce-va-avanti-risponde-solo-alle-istituzioni-ue_it_5eb43d88c5b6526942a3a750?tij&utm_hp_ref=it-homepage

Luciano Buccino

Libero professionista Editoria

4 anni

È evidente che la Germania con la EU è convinta di aver ricostituito il Sacro Romano Impero con capitale Aquisgrana-Berlino

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate