The Workplace Show: Siamo Veri o Solo il Riflesso di Ciò che Gli Altri Vogliono Vedere?

The Workplace Show: Siamo Veri o Solo il Riflesso di Ciò che Gli Altri Vogliono Vedere?

Come su un palcoscenico ben illuminato, siamo spesso chiamati a recitare ruoli, a indossare maschere che nascondono la nostra essenza per proiettare un’immagine impeccabile e vincente. Ma cosa c’è dietro lo specchio, quello specchio che riflette non solo ciò che vogliamo mostrare agli altri, ma anche ciò che temiamo di vedere in noi stessi? Dietro lo specchio si nasconde la verità, la nostra autenticità, spesso soffocata dall’ansia di conformarci a un ideale irraggiungibile: quello del professionista perfetto.

Ci sforziamo di essere brillanti, di non commettere errori, di compiacere colleghi e superiori, ma tutto questo sforzo, invece di portarci soddisfazione, spesso ci lascia con un senso di vuoto, di inadeguatezza. L’immagine che costruiamo, quella che lo specchio ci restituisce, non è davvero nostra. È un riflesso distorto, alimentato da anni di condizionamenti e aspettative esterne. Questo meccanismo, che spesso ha radici lontane, affonda nell’infanzia, quando abbiamo imparato che per essere amati o riconosciuti dovevamo essere bravi, perfetti, conformi.

Crescendo, questo bisogno di approvazione si trasferisce sul lavoro, dove il timore del giudizio si amplifica e ci spinge a sacrificare la nostra autenticità per apparire adeguati agli occhi degli altri. Ma il prezzo di questa illusione è alto. Essere sempre disponibili, dire sempre sì, evitare il conflitto per paura di sembrare inadeguati ci porta a vivere una vita lavorativa in cui non siamo realmente visti o apprezzati, ma in cui viene premiata solo la maschera che indossiamo.

Dietro lo specchio, intanto, rimane una persona stanca, inascoltata, che si sente spesso non abbastanza. Eppure, proprio dietro quello specchio, si nasconde il nostro vero valore, quello che non ha bisogno di maschere per essere riconosciuto. È lì che le soft skills entrano in gioco, non come un accessorio, ma come l’essenza stessa di ciò che ci rende unici e capaci di fare la differenza.

Empatia, ascolto attivo, capacità di gestire i conflitti e di collaborare non sono solo qualità “gradite” in un professionista, ma sono le fondamenta su cui costruire relazioni autentiche e ambienti lavorativi sani. Queste competenze non si apprendono per impressionare, ma per connetterci davvero con chi ci circonda, trasformando il lavoro in uno spazio di crescita, non di mera performance. Le soft skills ci aiutano a rompere lo schema dell’illusione, a comunicare con trasparenza, a dare valore alle persone e, soprattutto, a riconoscere il nostro.

Guardare oltre il riflesso significa accettare che non dobbiamo piacere a tutti, che possiamo dire di no, che i nostri limiti non ci rendono meno validi, ma umani. Significa riconoscere che il nostro valore non dipende dall’approvazione altrui, ma dalla capacità di essere fedeli a noi stessi. E nel farlo, scopriamo che possiamo costruire relazioni più autentiche, che il rispetto nasce dalla sincerità e che la soddisfazione non arriva dal compiacere gli altri, ma dal vivere pienamente il nostro potenziale.

Dietro lo specchio non c’è solo chi temiamo di essere, ma la nostra versione più vera, pronta a emergere e brillare senza bisogno di artifici. Le soft skills sono lo strumento che ci consente di mostrare questa autenticità, di trasformare la paura del giudizio in opportunità di dialogo, di affrontare le sfide con resilienza e di vivere il lavoro come un percorso di valore e non di costante dimostrazione.

Cosa c’è dietro il tuo specchio? La risposta è già dentro di te, pronta a mostrarsi attraverso il coraggio dell’autenticità e la forza delle tue competenze relazionali.


Marianna Porcaro

Andrea Cominacini

Sr. Customer Solutions Manager | Biomed Operations | MedTech | LifeScience | Non profit LILT association Fund Raiser | DEI Ambassador | Nerd and gamer | Belonging to disability categories pursuant to law 68/99

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