ZATT! Zero Attenzione.
Zero Attenzione è la più diffusa modalità umana di sopravvivenza. Automatica, naturale, senza interruttore, senza manuale di istruzioni. Ci svegliamo e poco dopo si inserisce: zero attenzione ai rumori di fondo, a quel che ci accade intorno, alle pubblicità, alle voci, agli altri, a volte persino ai nostri stessi gesti: guardiamo l'orologio per vedere l'ora e non ci ricordiamo che ora è, ad esempio. Non credo di essere l’unico.
Usciamo dalla modalità Zero Attenzione ― ZATT ― solo quando stimoli improvvisi ed efficaci ci attraggono: un brevissimo tempo di attenzione e se nulla accade di davvero rilevante (il che è soggettivo…) puff! ed è subito ZATT. Di nuovo ZATT. Sempre ZATT. Fortunatamente ZATT.
Mica per cattiveria, macché. Zero Attenzione è la nostra risposta istantanea al crescente inquinamento da comunicazione e ultracomunicazione e megacomunicazione e gigacomunicazione e metacomunicazione e socialcomunicazione e davvero troppacomunicazione cui siamo esposti ogni giorno e in ogni istante della nostra vita. Tutti, ovunque e a ogni età: questo è davvero trasversale, universale, transculturale, translinguistico, transgender.
Problemi? Soluzioni!
La Soluzione per chi vuole utilizzare la comunicazione per raggiungere un obiettivo ― non just perché fa cool... ― sta nel riuscire a generare (1° passo) e cogliere (2° passo) quei brevissimi istanti di attenzione da parte dei destinatari accuratamente scelti della propria comunicazione PRIMA che tornino automaticamente e completamente in modalità ZATT, bellamente e beatamente ignorando tutto quel che accade intorno a loro. Inclusi noi e i nostri tentativi di comunicazione.
La Soluzione dei professionisti della comunicazione, quelli bravi, è riuscire a interrompere lo stato diffuso di ZATT dei destinatari ― prima scrupolosamente identificati ― attirando la loro attenzione con un ideale gong per poi cogliere quei brevissimi istanti di attenzione raggiungendoli con i giusti strumenti e influenzandoli con i giusti messaggi. L'intento è quello di conseguire risultati allineati (o migliori) rispetto agli obiettivi definiti sin dall’inizio (con i propri clienti).
È questa la pietra filosofale di tutti i comunicatori, l’alchimia della comunicazione efficace che trasforma gli obiettivi in risultati. State ancora leggendo? Ci sono riuscito! Posso chiedervi di mettere un Like? Grazie.
.
.
.
.
.
.
Quasi dimenticavo... la sequenza che si realizza con un piano di comunicazione ben strutturato e messo in pratica con continuità e determinazione quindi è: ➤ Obiettivi ➤ Messaggi ➤ Destinatari ➤ Strumenti ➤ “Gong” ➤ Comunicare ➤ Raggiungere e Influenzare ➤ Risultati. Seguono: Verifica & Misurazione. Buon lavoro!
Formatore, Consulente, Autore presso Paolo Casciato Pubblicazioni
6 anniGrazie!
Assistant at State University of Milan
6 anniLineare, interessante, efficace e decisamente istruttivo...come sempre!