Zombie digitali

Zombie digitali

Cos'è la vita oltre la morte nel mondo digitale? Non solo identità digitale sui social, ma tutto ciò che ci rappresenta e parla di noi nel web: dalle mail a ogni singolo account attraverso cui ogni giorno parliamo. Anche questo articolo.

Cosa ne sarà di noi? Ma soprattutto, cosa ne sarà di voi che crederete che io sia ancora viva?

La domanda sembra esistenziale, ma lo è solo in parte. Perché qui ci confrontiamo con una pluralità di aspetti tecnici e giuridici che a oggi potrebbero essere ingovernabili e che ricadono su quelli emotivi. Inevitabilmente.

Perché non stiamo parlando solo di informazioni e bit, ma anche di emozioni e relazioni. Che nella vita digitale dopo la morte, si ritrovano indissolubilmente legati.

Perché diciamocelo, la vita dopo la morte digitale, continua. Talvolta meglio magari. C'è chi sceglie di cancellare account, profili o rinunciare a dispositivi e contatti digitali, e lo fa consapevolmente e liberamente.

Ma quando invece moriamo e basta? Anche se si ha una prospettiva spirituale che ci permette di vedere il nostro oltre come il perfetto compimento, restare in un purgatorio digitale alla mercé di chiunque, su server galleggianti sparsi per gli oceani la cui data di scadenza è determinata da un garante digitale universale che probabilmente non è dotato di misericordia, sembra essere una pessima fine per un essere umano.

Cosa ne sarà delle nostre informazioni?

Lato tecnico: se ogni società digitale non troverà un modo per gestire l'invecchiamento dei bit e non metterà un termine, una data di scadenza o una funzione "erede" alle informazioni, il web diventerà un cimitero virtuale. E il mondo digitale invece di svolgere la sua eccelsa funzione di innovazione e rinnovamento, paradossalmente invecchierà. Altro che fake news. Per avere informazioni vere bisognerà tornare a consultare i libri (che hanno una data di edizione e si è consapevoli se l'autore è più o meno vivo) e a stringere mani e prendere caffè insieme. Auspicabile.

Apple, Facebook e Google sembra che si siano portate avanti. Ma il resto del mondo? Quante App o servizi usiamo che conservano i nostri dati?

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Apple ha creato la funzione "Contatto erede" che ci mette nella condizione di designare un erede affinché, previo codice di identità digitale e certificato di morte alla mano, possa cancellare il nostro account.



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Facebook, analogamente, ha introdotto la stessa funzione che dovrebbe garantire di poter prendere decisioni limitate ma adeguate alla dipartita.




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Google non passa subito la tua eredità digitale a qualcun altro ma ti chiede cosa vuoi fare del tuo account e dopo quanto tempo. Puoi anche individuare un erede digitale ma non è necessario.


E cosa ne sarà della nostra identità digitale?

Sono generalmente ottimista ma non quando divento realista: immagino già aste di ID account venduti a caro prezzo nei meandri dell'orrido deep.

Sciacalli e tombaroli digitali si potrebbero appropriare (già lo fanno in vita, figurarsi post mortem) di ogni cosa di noi e "diventare noi" senza che ce ne possiamo accorgere o intervenire.

Altri panorami funesti sono in lavorazione nella mia mente, ma non intendo dedicargli troppe energie. Ci sarà già sicuramente chi lo sta facendo.

E cosa ne sarà di voi?

Metteremo confusione nelle teste e nei cuori di chi non sa della nostra dipartita perché lasceremo credere a chi non ci conosce davvero, di esistere ancora, con le conseguenze del caso. Qualcuno potrà far pensare che siamo ancora in vita e tradirà qualcun altro. Oppure penserà che abbiamo troncato una relazione senza spiegazioni. O magari scoprirà che il giovane ispiratore ha l'età del nonno. Chi lo sa, le storie umane sono infinite e tutte si basano sulle emozioni che scaturiamo gli uni negli altri.

Vivremo come dei fantasmi in una realtà inesistente. E il web confermerà la sua vocazione di pura virtualità esistendo finché elettricità non vi separi.

E infine: metteremo i nostri cari nella condizioni di ricordarci affettuosamente o di subirci dolorosamente? Contatto erede o meno, cosa scopriranno di noi che siamo riusciti a nascondere fino in fondo? Riusciremo a rovinare le relazioni anche da morti?

Perché la MEMORIA è davvero preziosa.

E non è solo un fatto di RAM.

Ghassan Skaini

Consulente Social media marketing | Aiuto le persone a creare un piano B | Scout di idee creative e talenti

2 anni

Però c'è un lato anche meno cupo e un po' più poetico alla faccenda, no? Mantenere dei ricordi, un luogo digitale da visitare, poi chi non ha fatto i conti bene con i social e i server di cui tiene i suoi dati da vivo, se ne preoccuperà veramente di via ne sarà di che non c'è più?

Alessandro Gini

🥇 LinkedIn® Certified Marketing Expert in 🇮🇹 | +11 anni di formazione e consulenza LinkedIn® per aziende e professionisti | Founder up4business | Personal branding + Social selling + Advertising + Employer branding

2 anni

Ahi ahi che tema spinoso! Per non entrare in territori che non mi competono ti do una visione tecnica. LinkedIn se ne occupa solo parzialmente e da poco: ora è possibile segnalare un profilo di una persona che si sa essere defunta.

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