Zygmunt Bauman, "Scrivere il futuro"
(...) L'incertezza degli esseri umani è soltanto un caso particolare dell'incertezza generale del futuro dell'universo. Esistono probabilità che noi tentiamo di calcolare, nella misura del possibile, ma non vi è alcuna certezza.
La condizione della complessità comporta, da un lato, la consapevolezza inquietante del fatto che non saremo mai in grado, in modo permanente, qualunque cosa facciamo, di sbarazzarci del mistero del futuro, di questo grande puzzle che ci tormenta di notte, finanche negli incubi. Anche se di giorno provi a dedicarti ai tuoi affari e a fare tutto quello che ritieni importante, non potrai comunque sbarazzarti dell'oscurità della notte. E quando ti sveglierai, la mattina seguente, chi potrà sapere se l'azienda per cui lavori da trenta o quarant'anni esiste ancora? Magari è scomparsa e, insieme a lei, è scomparso il tuo lavoro. Non puoi sapere se ritroverai il mondo così come lo hai lasciato, se il tuo partner vorrà ancora stare con te o se invece ha deciso che è tempo di cambiare qualcosa. Da un lato, dunque, in questo mondo così complesso, ci si sente privi di speranza e di sostegno: è un sentimento umiliante, spiacevole, che tocca ciascuno di noi, benché a diversi livelli. Dall'altro lato, però, in modo sorprendente, la complessità accentua l'importanza dell'azione imprevedibile, inattesa, dell'individuo.
Zygmunt Bauman, "Scrivere il futuro" (2014, dalla lezione al Futura Festival di Civitanova Marche), Lit Edizioni srl, 2016.
Addio maestro.