Maroon 5

Quando il video di ‘This Love’ dei Maroon 5 ha iniziato a passare sugli schermi di MTV nel 2004, l’emittente ha censurato due parole: “coming”, all’interno della frase “keep her coming every night (falla venire tutte le notti)”, e “sinking”, nel verso “sinking my fingertips into every inch of you (affondo le mie dita in ogni centimetro del tuo corpo)”. Non si tratta di parole volgari, ma in quel contesto sembravano fin troppo spinte per un brano così popolare e rivolto a un pubblico tanto ampio. In un certo senso, questo episodio ha creato un precedente: anche durante l’ascesa al firmamento della musica mondiale, i Maroon 5 hanno mantenuto un senso di malizia ed erotismo inedito per un gruppo di quella portata, facendo leva sull’immediatezza pur restando una delle poche band mainstream del 21esimo secolo (nella formazione classica che prevede chitarra, basso, batteria e voce) in grado di stare al passo con le innovazioni della musica elettronica e dell’hip-hop. Composta principalmente da ex-compagni di liceo, la band è nata a Los Angeles agli inizi degli anni Zero, dopo un primo tentativo andato a vuoto (e musicalmente molto diverso) con il nome di Kara’s Flowers. Influenzato dal recente interessamento del cantante Adam Levine per l’hip-hop, l’album del 2002 Songs About Jane ha colpito a scoppio ritardato, raggiungendo i piani alti delle classifiche solo a due anni di distanza. Il gruppo si è messo in viaggio per una lunga serie di concerti, addentrandosi ulteriormente nel soul ed esplorando sonorità pop-rock nello stile di Prince con il disco del 2007 It Won’t Be Soon Before Long, prima di mettere a punto un sound ancora più limpido e potente nel 2010, con la pubblicazione di Hands All Over. A partire dal 2011, Levine ha partecipato in veste di coach al programma The Voice, imponendosi nell’olimpo della celebrità e accrescendo la fama dei Maroon 5.