Moby

Pronipote di Herman Melville, Moby ha esplorato gli oceani dell’elettronica portando in superficie un suono ibrido che negli anni ’90 ha anticipato l’esplosione del genere, promuovendo una fusione crossover all’incrocio tra dance, pop e underground. · Dopo aver frequentato la scena hardcore, inaugura l’attività di DJ a New York, dove inizia a produrre brani in cui l’elettricità confluisce in una dimensione definita da ambient e techno. · Manipolazione del tema di Twin Peaks, nel 1991 ‘Go’ aumenta a sorpresa la visibilità del musicista, che entra nel Guinness dei primati per il singolo con i bpm più veloci di tutti i tempi (‘Thousand’, 1993) e ottiene il plauso unanime per Everything Is Wrong (1995). · Su un’infinita scia di sperimentazioni stilistiche, Play (1999) spopola globalmente grazie a un efficace dosaggio di influenze che coinvolge anche folk, trip-hop e i field recording di Alan Lomax. · Da 18 (2002) a Destroyed (2011), passando per Wait for Me (2009), i lavori del periodo seguente ribadiscono la volontà di coniugare atmosfere club e rielaborazioni di elementi rock. · L’eterogenea lista di collaborazioni con nomi che vanno da Mark Lanegan a David Lynch è un indizio della poetica di condivisione alla base dell’esperienza alternativa del Void Pacific Choir (2016, 2017). · Nel 2021, Deutsche Grammophon mette il marchio su Reprise, una retrospettiva sulla carriera riletta in veste acustica e orchestrale.