Figlie del teatro più che del metal, le espressive interpretazioni di Jonathan Davis si spingono dal paranoico sussurro a denti stretti fino ai controcanti in growling, facendosi largo tra riff stridenti, scratch e assalti tribali. Dolore e delirio permeano un universo disturbato dai feedback, dove i Korn manipolano distorsioni corrosive ed elettronica, in un mantra di parole affogate nell'eco.