Un Dibattito Visionario in Quattro Atti / A Visionary Debate in Four Acts

Un Dibattito Visionario in Quattro Atti / A Visionary Debate in Four Acts

By Rhys Charlett


Immaginate la scena: il mondo intero guarda un dibattito epocale. I candidati pronti a esporre i loro argomenti, (presumibilmente) preparati a spiegare la loro visione per il futuro. Invece, quello che ci attende è molto più divertente—una discesa nel surreale così ripida da mettere in dubbio le certezze letterarie di Becket.

Atto I: La Grande Cena di Cani a Springfield Il sipario si alza. Il protagonista, con tono solenne da segreti governativi, annuncia che a Springfield “stanno mangiando i cani." E, come se questo non fosse sufficiente a guadagnarsi l’attenzione del pubblico - “stanno mangiando i gatti.”

Per un attimo mi sono chiesto, e se fosse una sorta di racconto distopico sul futuro? Forse Trump ha raccontato segreti governativi, l’unico che ha avuto il coraggio di farlo. O forse si tratta di un trend sociale conseguenza inevitabile della decadenza della società.  Forse la fase evolutiva prevede piatti a base di schnauzer e maine coon? È curioso che nessuno a Springfield sembri preoccupato—probabilmente sono troppo impegnati a inventarsi nuove ricette.

Nel frattempo, nel resto d'America, la gente sta limitando le uscite dei propri animali domestici.

Atto II: Il Dilemma delle Operazioni Transgender nelle carceri

Sempre pronto a lanciarsi nel cuore dei problemi importanti, cambia argomento per affrontare un’altra preoccupazione urgente—una che chiaramente è al centro dei pensieri di milioni di persone: Operazioni transgender per immigrati clandestini in prigione.

Qui bisogna ammirare l’immaginazione che serve anche solo per concepire uno scenario del genere. In un mondo pieno di problemi di politica reale, Trump ha deciso di focalizzarsi su questo “problema” di nicchia. È quasi impressionante, e ti chiedi: “Ma come ci è arrivato?”…forse ha scoperto una sezione nascosta della letteratura sulla riforma carceraria?

Chissà se questi interventi rientreranno in un programma di riabilitazione. “Commetti un crimine, ottieni una chirurgia di conferma del genere—benvenuto nella riforma carceraria del 21° secolo!” È questo il futuro che i liberali vogliono davvero? C’è una distopia fantascientifica da qualche parte, anche se probabilmente non quella prevista.

Atto III: Il Nono Mese, l’Esecuzione Post-Parto e Altri Incomprensibili Malintesi

A questo punto, sto già volando alto, in qualche nuvola allucinatoria di assurdità, ma migliora…scopro che  l’aborto dopo il nono mese—che, per inciso, si chiama parto—è in qualche modo non solo accettato ma praticamente incoraggiato. Ma aspetta! C’è di meglio: “l’esecuzione dopo la nascita” fa parte dello stesso pacchetto.

Qui la logica è limpida come un parabrezza in una tempesta. Hai appena attraversato l’intero calvario della gravidanza e del parto, e ora—sorpresa!—ti è concesso di “abortire”. Perché permettere che la biologia, l’attesa e la sofferenza di quei mesi, ostacoli un drammatico colpo di scena finale?

Il candidato ci regala dilemmi etici che farebbero alzare le mani persino al più duro dei bioeticisti. Il calcolo morale richiesto qui potrebbe essere tentato solo da Aristotele.

Atto IV: Il Piano con Concetti

E poi, proprio quando pensi che lo spettacolo abbia raggiunto il suo apice, arriva il pièce de résistance: “Ho concetti di un piano.”

Concetti. Di un piano. Non un piano, bada bene—quello sarebbe troppo ordinario per un candidato di tale visione. No, qui si parla di idee nebulose, i contorni vaghi di qualcosa che potrebbe, un giorno, forse somigliare a una strategia. È quasi poetico, davvero. Il livello di astrazione è ammirevole. Un passo in più, e parleremmo della concettualizzazione dei piani concettuali per il futuro. È una sorta di anti-politica che galleggia lì, aspettando di diventare tangibile—un po' come il gatto di Schrödinger, sempre che non sia già stato consumato a Springfield.

Signori, questa è arte. È come se il candidato ci avesse consegnato una tela bianca e avesse detto: “Immagina cosa potrebbe essere questo piano. Non è bellissimo?” E fissiamo il vuoto, sperando che da qualche parte, in qualche modo, un piano emerga dall’etere.

L’Epilogo

Restano le drammatiche domande senza risposta.

La popolazione di animali domestici di Springfield è al sicuro? I detenuti riceveranno cure per la transizione di genere? Arriverà l’esecuzione post-parto al prossimo referendum? E, soprattutto, come si fa a sviluppare il concetto di un piano?

Queste sono le domande che tormentano l’elettore moderno. In un mondo in cui l’assurdo regna sovrano, forse il vero genio non sta nelle risposte, ma nella audacia di fare domande.




A Visionary Debate in Four Acts

Imagine the scene: the whole world is watching, an epic debate. The candidates stand there, ready to present their arguments, (presumably) prepared to explain their vision for the future. Instead, what awaits is far more entertaining—a plunge into surrealism so steep it would make Beckett’s literary certainties wobble.

Act I: The Great Dog Dinner in Springfield

The curtain rises. The protagonist, with the solemn tone of someone revealing long-buried state secrets, announces that in Springfield "they're eating the dogs." And, as if this weren’t enough to grab the audience’s attention—"they're eating the cats."

For a moment, I wondered, is this some kind of dystopian future tale? Perhaps Trump has spilled state secrets—bold enough to do what no one else dared. Or maybe it's just the natural consequence of societal decay. Could it be that the next evolutionary step involves schnauzer and Maine coon dishes? Strangely, no one in Springfield seems particularly worried—probably too busy coming up with new recipes. Meanwhile, across America, people are keeping their pets indoors.

Act II: The Transgender Surgery Dilemma in Prisons

Always ready to dive straight into the heart of the issue, our hero switches gears to address another urgent concern—one clearly weighing heavily on the minds of millions: transgender surgeries for illegal immigrants in prison.

You have to admire the sheer imagination it takes to concoct a scenario like this. In a world full of real political problems, Trump zeroes in on this niche “problem.” It’s almost impressive, and you wonder: “How did we get here?” Maybe he uncovered a hidden chapter in prison reform literature?

I wonder if these surgeries will be part of a larger rehabilitation program. "Commit a crime, get gender confirmation surgery—welcome to 21st-century prison reform!" Is this really the future liberals want? There’s a sci-fi dystopia somewhere in there, though probably not the one we expected.

Act III: The Ninth Month, Post-Birth Execution, and Other Mind-Boggling Misunderstandings

By this point, I’m already floating high in a surreal cloud of nonsense, but it gets better... I learn that abortion after the ninth month—also known, by the way, as birth—is somehow not only accepted but actively encouraged. But wait, there’s more: “post-birth execution” is part of the package.

The logic here is as clear as a windshield in a storm. You've just gone through the entire ordeal of pregnancy and birth, and now—surprise!—you’re allowed to "abort." Why let biology, months of waiting, and all that suffering get in the way of a dramatic final twist?

The candidate has gifted us with ethical dilemmas that would make even the hardest of bioethicists throw up their hands. The moral calculus required here could only be attempted by Aristotle.

Act IV: The Plan with Concepts

And then, just when you think the performance has peaked, our hero delivers the pièce de résistance: “I have concepts of a plan.”

Concepts. Of a plan. Not a plan, mind you—that would be far too ordinary for a candidate of such vision. No, we’re talking about nebulous ideas, vague outlines of something that could, one day, maybe resemble a strategy. It’s almost poetic, really. The level of abstraction is admirable. One step further, and we’d be discussing the conceptualization of concepts for future plans. It’s a sort of anti-politics, floating there, waiting to become tangible—kind of like Schrödinger's cat, assuming it hasn't already been eaten in Springfield.

Ladies and gentlemen, this is art. It's as if the candidate handed us a blank canvas and said, “Imagine what this plan could be. Isn’t it beautiful?” And we all stare at the void, hoping that somehow, somewhere, a plan will emerge from the ether.

The Epilogue

We’re left with dramatic unanswered questions.

Are Springfield’s pets safe? Will inmates receive gender confirmation surgeries? Will post-birth execution make it to the next referendum? And most importantly, how does one execute the plan to develop the concept of having a plan?

These are the questions that torment the modern voter. In a world where absurdity reigns supreme, perhaps the true genius lies not in the answers, but in the audacity to ask such questions.

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