Sono un frutto: i miei genitori hanno vissuto l’ultima guerra in Europa, ed io sono nato subito dopo in un campo profughi, ed in tutta la mia vita ho mantenuto questa condizione di perseguitato in lotta contro una società terribile, dove l’unico obiettivo è il profitto e la legge del più forte. Sono stato testimone di aggressioni contro i bambini, contro donne, contro i più deboli della società. Attraverso la mia arte, la mia pittura, la mia scultura, ho voluto testimoniare questo urlo di fronte all’indifferenza che è sempre più forte nel mondo occidentale. (Alessandro Kokocinski per Rci)
Quando l’uomo fugge da un mondo di cui non si sente parte, una società che lo mette ai margini e lo sovrasta, usa spesso una maschera. Un fantoccio che lo protegga, a volte persino da se stesso. L’uomo e la maschera, da sempre fanno capolino nelle tradizioni, nelle creazioni, nella cultura popolare e alta, nell’arte. Simbolo tragicomico di un mondo da denunciare per ciò che è diventato. Proprio come fa Alessandro Kokocinski, le cui maschere approdano al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal prossimo 7 aprile fino al 5 giugno, con la mostra Kokocinski. La Vita e la Maschera: da Pulcinella al Clown.
E Napoli le conosce bene le maschere. Sembra quasi un’accoglienza naturale quella che viene riservata a quel corpus di oltre 70 opere politematiche dell’artista, tra dipinti, sculture, altorilievi installazioni, disegni, filmati, versi poetici, libri d’artista. Tutte tecniche rigorosamente innovative. Tutte incentrate sulla metamorfosi della maschera, che lui stesso definisce “mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato”.
Con Kokocinski La marionetta si cala nell’umano, l’umano si trasforma in burattino.
La mostra, curata della Fondazione Alessandro Kokocinski, è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia Mediterraneo con la collaborazione tecnica di Civita, è suddivisa in sei sezioni tematiche:
L’Arena; Pulcinella; Petruška; Sogno; Il Clown; Maschera Interiore.
Lungo un itinerario animato da tre grandi installazioni:
Olocausto del Clown tragico, Non l’ho fatto apposta (con la partecipazione di Lina Sastri, in un video di corredo) e Sguardo al futuro nascente, tra spunti linguistici, rielaborazioni di precedenti opere, variazioni tematiche, tutti in sottile equilibrio sul filo che separa finzione e realtà.
Una società rappresentata secondo una parodia grottesca, soprattutto nell’installazione Sguardo al futuro nascente, filtrata attraverso un nuovo modello di capitalismo globale e attraverso un ritorno all’incubo atomico, visione che costringe l’artista a sottolineare come «o si cambia sistema di sviluppo oppure sarà un suicidio globale».
“L’arte del Maestro va letta in parallelo alla sua esperienza di vita, secondo Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo – e la mostra dà un forte contributo in tal senso, in quanto costituisce l’occasione per conoscere non solo l’opera di un uomo che ha vissuto direttamente alcune tra le più grandi tragedie del Novecento, ma anche quella di un artista che ha avuto la fortuna di vivere una delle più dinamiche stagioni dell’arte, quella degli anni Settanta, fatta di ricerca, sperimentazione e scoperta”.
Un messaggio forte e straziante. Lancinante urlo di dolore e di protesta, che rota attorno al rispetto della dignità umana e un mondo che torni ad essere regolato dalla mutua comprensione tra i popoli, dal rispetto della diversità, al di là di differenze religiose, politiche e razziali.
Il pugno allo stomaco sferrato dalla forza dei messaggi che diffonde, Kokocinski lo tempera attraverso parole poetiche, che riserva ai titoli delle opere. Come non rimanere abbagliati dalla componente poetica delle sue annotazioni:
Scendo vestito di luna; Prigioniero di questo giardino dolente, ombra solitaria; Guarda come ci parlano dal Paradiso; Partirò con le mani vuote ma con l’anima speranzosa; Il poeta: con inchiostro azzurro e sangre bizantina.
Le sue opere come la sua vita. lui, di origini russo-polacche nato in quel campo profughi di Porto Recanati con la madre scampata alla deportazione nazista e il padre soldato. Sempre lui, trasferitosi in giovinezza in Cile e Argentina, le terre sudamericane che hanno accolto la famiglia esule dall’Europa, stretta nella morsa totalitaria. E nelle sue esperienze vita rivivono le sue opere.
Kokocinski combina gli spunti del fantastico di impronta russa col realismo sudamericano, la tradizione pittorica italiana e spagnola coi monumenti del teatro popolare napoletano, il dettato dell’arte scenica con quello della componente circense.
Il pubblico non potrà non rifarsi al circo, ammirando le sue opere esposte nella mostra napoletana. Selezionate anche da lui in persona. Pulcinella affianca Petruška, si mescola alle clownerie, la stravaganza teatrale si alterna alla gravità, gli esercizi coi cavalli alle tauromachie. In una galleria di composizioni mosse da flussi esistenzialisti. La coscienza della maschera umana tutto permea. E il mascheramento diviene verità.
“Sotto il tendone da circo sempre vivo, Kokocinski è un assalto al cuore colmo di paesaggi con uomini rotti, il canto di un disastro partorito a morsi e a morsi sputato nelle latrine, un colore pentecostale acceso di lapilli. Ma anche uno sterminato orizzonte aereo dai riflessi felici e iridescenti, catapultati verso il cielo; un volume sottile -infinitamente esangue- esaltato dalla dimensione funambolica dell’arte circense. Un graduale affettivo fitto di allacci, un vibrante sedimento della memoria dell’umanità. Tra Vita, Maschera, Sogno”, scrive Paola Goretti all’interno del catalogo della mostra, edito da Skira.
Info utili:
Titolo
KOKOCINSKI
LA VITA E LA MASCHERA: DA PULCINELLA AL CLOWN
Periodo
7 aprile – 5 giugno 2017
Sede
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Napoli, Piazza Museo 19
Orari
Dal lunedì alla domenica dalle ore 09.00 alle ore 19.30
Chiuso il martedì. La biglietteria chiude mezz’ora prima.
Info e prenotazioni
Singoli, gruppi, scuole: 848 800 288
+ 39 06 399 67 050 (dai cellulari e dall’estero)
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00;
il sabato dalle 9.00 alle 14.00
mostrakokocinskinapoli.it
Biglietti
Intero: € 12.00; Ridotto:€ 6.00
Credits: Fondazione Civita
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