Stavo pensando a te Lyrics
[Intro]
Vedi, mi sentivo strano, sai perché?
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
[Strofa 1]
Che figata andare al mare quando gli altri lavorano (Lavorano)
Che figata fumare in spiaggia con i draghi che volano (Che volano)
Che figata non avere orari né doveri o pensieri (Pensieri)
Che figata tornare tardi con nessuno che chiede: "Dov'eri?" (Dov'eri?)
Che figata quando a casa scrivo, quando poi svuoto il frigo
Che fastidio sentirti dire: "Sei pigro, sei infantile, sei piccolo"
Che fastidio guardarti mentre vado a picco, se vuoi, te lo ridico
Che fastidio parlarti, vorrei stare zitto, tanto ormai hai capito
Che fastidio le frasi del tipo "Questo cielo mi sembra dipinto"
Le lasagne scaldate nel micro', che da solo mi sento cattivo
Vado a letto, ma, cazzo, è mattina, parlo troppo, non ho più saliva
Promettevo di portarti via quando l'auto nemmeno partiva (Ahahah)
[Ritornello]
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto lasciarci
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto incontrarci
Bella gente qui, bello il posto
Faccio una foto, sì, ma non la posto
Cosa volete: vino bianco o rosso?
Quante ragazze, frate', Colpo grosso (Grosso)
"Non bere troppo che diventi un mostro"
Me lo ripeto tipo ogni secondo
Eppure questo drink è già il secondo
Ripenso a quella sera senza condom (Senza condom)
Prendo da bere, ma non prendo sonno
C'è questo pezzo in sottofondo
Lei che mi dice: "Voglio darti il mondo"
Ecco perché mi gira tutto intorno
Mentre si muove io ci vado sotto
Ma dalla fretta arrivo presto, troppo
E sul momento non me n'ero accorto
E poi nemmeno credo di esser pronto
E poi nemmeno penso d'esser sobrio
E poi un figlio non lo voglio proprio
E poi a te nemmeno ti conosco
Cercavo solo un po' di vino rosso
Però, alla fine, vedi, è tutto a posto
Si vede che non era il nostro corso
Si dice: "Tutto fumo e niente arrosto"
Però il profumo mi è rimasto addosso
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto lasciarci
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto incontrarci
[Bridge]
Mi guardo allo specchio e penso
"Forse dovrei dimagrire"
Il tempo che passa lento
Anche se non siamo in Brasile
Mi copro perché è già inverno
E non mi va mai di partire
In queste parole mi perdo
Ti volevo soltanto dire:
[Ritornello]
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto lasciarci
Vedi, mi sentivo strano, sai, perché
Stavo pensando a te
Stavo pensando che
Non avremmo mai dovuto incontrarci
About
In “Stavo Pensando A Te”, Fibra ritorna con la memoria ad episodi del suo passato più o meno recente, a momenti di turbamento e serenità, offrendoci uno spaccato assai intimo del suo rapporto con le donne.
Q&A
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Deve venire la musica giusta. Quel pezzo lì è un po' alla Thegiornalisti. La base è arrivata da Fish, era inizialmente per Emis Killa, ma lui in quel periodo non stava scrivendo: ne arriva una così ogni 50 anni nel rap italiano. Quando è arrivata, ho capito che avrei dovuto fare una cosa sentimentale.
Scrivere è difficile, io fatico tantissimo per trovare le parole giuste. Quindi, grazie a Dio, mi è venuta giusta! Poi, quando è arrivata quella base, mi sono impegnato sul serio, ma generalmente nel rap le basi sono tutte incazzate: avessi dieci basi così, proverei a fare dieci pezzi tutti così.
È fin troppo vera. Non c'è una storia in particolare, è la sensazione che hai quando pensi alle storie finite da tanto. A 40 anni ne ho tante, quindi le ho buttate tutte dentro.
In questo pezzo io sono partito dal ritornello, lì mi partiva un pensiero nostalgico. Stavo pensando a te, a te chi?
Avevo il ritornello, ma non avevo le strofe. Dovevo scrivere cose che sentivo, ho fatto una prima stesura ed era brutta. Poi ho litigato con la mia ragazza, l'estate scorsa. Se n’è andata di casa e lì ho vissuto il ritornello. È andata così: avevamo un cane che non era nostro, e ha cominciato a cagare e pisciare per tutta casa. Stavo impazzendo, abbiamo litigato e sono andati tutti via. C'era un vuoto, un'assenza. Pensavo di aver fatto una cazzata – poi alla fine sono tornati tutti – ma per un poco ho pensato: “Cazzo, che figata stare a casa da soli. Che figata andare al mare, mentre gli altri lavorano”. Visto che la strofa era di 32, la divido in due parti. Le prime 16 dicono: che figata. Poi realizzo che sono solo, quindi le altre 16 diventano: che fastidio. “Che fastidio guardarti mentre vado a picco, che fastidio le lasagne riscaldate nel micro”, le ho mangiate davvero, proprio quella sera che se ne era andata.
– Fabri Fibra, Rolling Stone
In quel pezzo ci sono più gradi di coscienza: il ritornello è quasi romantico, ma poi io elenco situazioni brutte, anche perché se avessi scritto un pezzo tutto romantico sarei stato Jovanotti. E Jovanotti c'è già.
– Fabri Fibra, Corriere della Sera
Come rivelato in un post della pagina Instagram di Esse Magazine, il beat era inizialmente destinato ad Emis Killa, che però non lo trovava adatto alle sue esigenze artistiche.
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