Nel 2006 faccio un incidente stradale. […] Per venti o trenta giorni sto in ospedale e casualmente è il momento in cui esce il primo disco con Universal di Fibra, che diventa un toccasana per la mia guarigione. Io mi ricordo che nel letto dell'ospedale vedo questo pazzo, tra l'altro nella mia città natale, a Padova in Prato della Valle che fa una delle [sue] prime performance con MTV. Mi dico: “Ma chi è questo?”, qualcuno mi porta il disco, io ero con sette fratture, una scena fantozziana, e divoro il disco di Fibra, mi dà carica. Lo faccio sentire agli infermieri, lo faccio sentire a tutti, mi prendono per pazzo perché erano solo parolacce, e mi dico: “Voglio conoscere questo ragazzo”. Un anno e mezzo dopo organizzo un incontro con la Zukar e con Fibra. Loro pensavano che eravamo due mondi totalmente separati: io producevo il pop, loro erano nel rap game. Erano già in corsa, il disco era quasi finito e gli chiedo: “Ragazzi, in qualsiasi modo voglio lavorare con voi” e in corso d'opera lavoro a un beat che avevano già fatto i Medeline per lui che poi è diventato “Tranne Te”, lavoro su dei beat che avevo già fatto io che a lui piacciono che sono “Vip In Trip”, lavoro su “Le Donne” e lavoro su un altro mio beat che è “Qualcuno Normale”, il duetto con Marracash, perciò nasce da una cosa in cui ero totalmente gasato di questo ragazzo che non sapevo manco chi fosse, da dove venisse.
“Vip In Trip”, in particolare, nasce dal fatto che avevo cominciato da poco a fare dei beat per me stesso, perché tra un disco e l'altro di Lorenzo, di Tiziano, sentivo il bisogno di sfogare un certo tipo di creatività per me stesso, ma non pensavo ci fosse un fine commerciale. Nasce quando Fabrizio [Fabri Fibra, ndr.] mi chiede se facevo dei beat, glieli faccio sentire e si innamora in particolare del beat di “Vip in Trip”, che tra l'altro aveva un nome di fantasia, e ci scrive totalmente lui la topline.

– Fabri Fibra, ESSE MAGAZINE, 2022.

È una questione di momento storico, nel senso che i Clash avevano fatto quel video in un momento in cui la loro musica non passava in radio, nello specifico nei paesi musulmani. Quindi loro hanno messo un saudita con la radio per [creare] un elemento di contrasto. Questo è un momento in cui c'è un po' una disputa tra le radio e le etichette discografiche; detto questo il rap italiano non è mai tanto passato in radio. Perché? Chiedetelo alle radio. Cosa accomuna le due cose è il fatto che i passaggi [in radio] non venivano dati. È un omaggio, ma più a livello significativo. Poi lo so che la gente dice: “Hai copiato il video dei Clash, scarseggi di idee.” Sono accostamenti, poi è un omaggio in primis.

– Fabri Fibra, Blogosfere