Il 25 settembre sarò tra il pubblico ad ascoltare il prof. Luciano Floridi parlare di Intelligenza Artificiale. Non vedo l'ora!
Floridi è una delle voci più originali e importanti sulla tecnologia e l'IA. Quando ho ascoltato per la prima volta il suo concetto di IA come 𝗱𝗶𝘃𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼 (tra capacità di agire e la necessità di avere intelligenza in senso umano) e non come 𝗺𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 (tra le macchine e l'intelligenza, sempre in senso umano) mi si è "illuminato" qualcosa dentro.
Tuttavia, questa tecnologia ci pone sfide e riflessioni che Floridi talvolta liquida, almeno a me pare, in modo troppo 𝑡𝑟𝑎𝑛𝑐ℎ𝑎𝑛𝑡, come quando esclude (in questo articolo che invito a leggere) che le macchine possano fare filosofia.
Chiaramente le macchine non potranno mai avere niente di simile, 𝗼𝗻𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲, all'intelligenza umana. Su questo concordo con un altro grandissimo pensatore: Federico Faggin.
Ma è anche chiaro che queste macchine sono (e lo saranno sempre di più) in grado di simulare tantissimi comportamenti che per gli esseri umani richiedono intelligenza, perché non potrebbero - in astratto - simulare ciò che fanno i filosofi?
In sintesi, quello che non comprendo del pensiero del professore, è se esclude i͟n͟ ͟l͟i͟n͟e͟a͟ ͟d͟i͟ ͟p͟r͟i͟n͟c͟i͟p͟i͟o͟ ͟che questa tecnologia possa evolvere fino al punto da rendere indistinguibile il comportamento esterno di un robot da quello di un essere umano, oppure se sostiene che - anche in quel caso - sarebbero comunque ontologicamente sempre due forme di intelligenza diverse.
🤔 🔍 Spero che il 25 settembre possa chiarire questo punto che io trovo dirimente. 🔍 🤔
Personalmente sono convinto che gli esseri umani hanno due aspetti: un aspetto "𝙢𝙚𝙘𝙘𝙖𝙣𝙞𝙘𝙤", composto da un intreccio di materia biologica e psiche, hardware e software, che - in linea di principio - è perfettamente replicabile. Un aspetto, che lo precede, però non ha niente di materiale, non è neppure “software”, semplicemente appartiene ad una dimensione altra.
Questo secondo aspetto - come chiarisce molto bene Federico Faggin, è unico e non replicabile (teorema di non clonazione dell’informazione quantistica).
Per quanto in futuro una macchina possa dire “𝑡𝑖 𝑎𝑚𝑜” con la perfetta inflessione della voce, movimento degli occhi, dei muscoli facciali, della postura del corpo, ecc., non proverà mai quello che prova un essere umano perché è mancante di questa seconda parte che è quella che fa 𝗹’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮: unica e non riproducibile. È la parte che esperisce i 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖𝑎.
Trovo che approfondire e comprendere questa distinzione sia la chiave fondamentale anche per usare bene questa nuova tecnologia, ma più in generale per far fare un salto culturale all’umanità nel conoscere sé stessa.
L’intelligenza e la creatività umana sono ancora la nostra più straordinaria risorsa esclusiva?
Questa è una delle domande da cui siamo partiti quando, insieme al prof. Luciano Floridi ed Action Agency, abbiamo ideato Orbits-Dialogues With Intelligence, show-how che andrà a fondo su ciò che significa "essere umani" dopo l'AI. Dedicato a manager, imprenditori e università, debutta il 25 settembre al Teatro Alcione di Milano.
Come spiega Luciano Floridi in questa intervista a Manageritalia, le nuove forme di IA sono piuttosto creative e potranno esserlo sempre di più. In realtà, però, questo approccio non è corretto. Stiamo ancora cercando un’eccezionalità che si basa su un di più, quando dovremmo guardare a un di meno.
La natura umana è speciale perché vive e sente l’assenza: quello che ci manca, che vorremmo essere o ottenere, la società in cui ci piacerebbe vivere. La creatività e l’intelligenza sono solo due dei tanti modi di cercare di sentire meno questa assenza, o riempirla. Ma è proprio questa assenza che ci rende unici.
Entra in contatto con noi per saperne di più:
info@orbits.day
+39 349 3608166
#DialoguesWithIntelligence #Orbits #ActionAgency #LucianoFloridi #OrbitsDialoguesWithIntelligence
Leggi l'articolo completo: https://lnkd.in/dZYEPJ6H
-