Abbiamo proclamato lo sciopero generale per il 29 novembre. E a questa notizia, parte della stampa, invece di discutere del merito delle ragioni della decisione, ha trovato solo il pretesto di attaccarci, definendoci “sindacati di sinistra”. Evidentemente, c’è poco rispetto di lavoratori e lavoratrici.
❗️ Noi il confronto con il Governo non lo abbiamo mai abbandonato, fin da quando siamo stati convocati al Ministero dell’economia e delle Finanze per parlare del piano di bilancio. Facemmo presente una serie di indicazioni della Commissione europea, secondo cui la flat tax non è adeguata, perché favorisce solo alcune categorie di contribuenti; i condoni sono deleteri e a fronte di un aumento dell’occupazione in generale, la percentuale di lavoro precario era troppo elevata.
✋🏼 A chi ci accusa di far politica, rispondiamo: è vero, facciamo politica sindacale, chiedendo il rinnovo dei contratti e il recupero del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni; così come l’intervento in busta paga sul cuneo fiscale fatto dal Governo non è realmente strutturale, ma ha una scadenza di soli 5 anni.
✅ Al Governo abbiamo proposto: detassazione degli aumenti contrattuali; detassazione della contrattazione di secondo livello, ma registriamo un Esecutivo che se, stanzia per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione 5 miliardi di euro, sul tavolo ne fa rimanere realmente solo 700 milioni!
❌ Altra priorità, è quella riguardante la sicurezza sul lavoro. Su questo solo chiacchiere da parte del Governo, con il fallimento quasi dichiarato della patente a crediti. Nulla di quanto invece da noi proposto è stato preso in considerazione.
💶 Sul fisco, rimaniamo dell’opinione che era necessario applicare un’extra tassa sugli extraprofitti alle banche, alle Big Pharma e alle grandi aziende che si occupano di energia, che hanno speculato sulla vita delle persone durante la pandemia.
🧑🏻⚕️ Vediamo quotidianamente una Sanità allo sfascio, con uno Stato Sociale messo in discussione nei suoi fondamenti universalistici. Un dato su tutti: l’anno scorso 2 milioni e mezzo di persone hanno rinunciato a curarsi per motivi economici. Gli investimenti sulla Sanità pubblica si calcolano in rapporto al PIL e l’Italia su questo è agli ultimi posti.
📌 Sulle pensioni, siamo molto lontani dai livelli di soddisfazione e ribadiamo il nostro dissenso sulle questioni di “Opzione donna” e “Quota 103”.
🏭 Le scelte di politica industriale sono la ciliegina sulla torta, soprattutto per quanto sta accadendo nel settore automotive – ma non solo – in tutta Europa.
Ci chiediamo allora: quali sono le scelte rispetto al problema della transizione ecologica? Ma ciò che è successo a Valencia o in Emilia Romagna è sotto gli occhi di tutti.
Le aziende intanto chiudono. Chimici, metalmeccanici, trasporti, pubblico impiego sono scesi in piazza per esprime tutta la loro sofferenza e il Governo ci racconta tutt’altra storia!
➡️ Questo quanto detto poco fa al Consiglio confederale