Quando, con amici o conoscenti, dico di essere femminista (intersezionale… non è una parolaccia eh 😅 ) mi sento spesso rispondere che faccio lo stesso gioco degli uomini che tanto critico, con la convinzione, del tutto errata, che il sogno e l’obiettivo delle persone che si dichiarano femministe, sia quello di ribaltare la società per vedere le donne al potere. Frasi e considerazioni simili mostrano un’errata comprensione dei termini “femminista” e “maschilista”, ponendoli sullo stesso piano in maniera speculare: come faremmo con “caldo/freddo”, “bianco/nero” o “uomo/donna”, e come se il maschilismo chiedesse per gli uomini ciò che il femminismo chiede per le donne. Facciamo un po’ di chiarezza: il maschilismo, basandosi su una differenza prettamente fisica, promuove la superiorità del genere maschile e la subordinazione delle donne, conquistando il potere con la forza (in senso lato). Può manifestarsi attraverso comportamenti sessisti, discriminatori e misogini in quanto esclude e marginalizza le donne e tutte le persone non conformi ai ruoli di genere tradizionali (vi svelo un segreto... troppo spesso anche le donne hanno comportamenti maschilisti, sigh 😓) . Il femminismo intersezionale, invece, propone una società inclusiva e collaborativa dove entrambi i generi, così come le persone con generi o corpi non conformi, di diverse etnie e classi sociali, possano prosperare con le stesse possibilità, dove i privilegi di pochi (che sono principalmente riservati all’uomo eterocis bianco) diventano diritti di tuttə. Il femminismo intersezionale abbraccia la diversità e la lotta contro tutte le forme di oppressione. Per farla breve, il femminismo non si pone contro gli uomini, ma contro il sistema di potere che li privilegia. L'intento non è ribaltare la gerarchia di genere; non vuole prendere una fetta di quel potere per darlo alle donne, relegando gli uomini a ruoli subalterni, ma cerca di abolire completamente un sistema patriarcale basato esclusivamente sui privilegi di un ristretto gruppo di persone. Utopia? Forse, ma solo se non ci si crede. Insomma, non spaventatevi la prossima volta che sentirete qualcunə parlare di femminismo, magari girando gli occhi al cielo e pensando “cosa vuole da me questa, ora che hanno pure gli stessi diritti”, poniamoci invece in ascolto di tuttə coloro che sentono di subire una discriminazione di genere. Non mettiamoci gli uni contro le altre, ma lavoriamo insieme per un mondo più giusto e inclusivo 🙏 #femminismointersezionale #diversityandinclusion #ruolidigenere #GenderGap #PariDiritti #PariOpportunità #EmpowermentFemminile #DonneInCarriera
Post di Beatrice Bragato
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Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto.
Consulente per la Diversity Equity & Inclusion e per la Certificazione di Parità UNI PdR 125:2022 | Consigliera di Fiducia per Sapienza, Rai, ENAV, Greenpeace e Unitelma Sapienza | Psicologa e Coach | LinkedIn Top Voice
Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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Giorgia Ortu La Barbera anche se sono nata nel '55 non ho mai fatto politica o partecipato a manifestazioni, tuttavia fin da piccola ho sempre lottato per i miei diritti d'identità personali, per le mie scelte, per essere riconosciuta professionalmente, per essere ascoltata invece di sentirmi trasparente, ridicolizzata, discriminata e offesa con sguardi, parole, proposte oscene al lavoro, sottopagata anche se professionista. E' una sensazione terribile avere appiccicato qualcosa addosso in cui non ti riconosci. E allora per "farti valere e dimostrare di essere forte" assumi proprio quelle caratteristiche maschili tanto disprezzate nelle donne e che gli uomini compiono quotidianamente, soprattutto nel mondo del lavoro. Se rispondi a tono e sei assertiva sei una st....a, rompic......i, e molto altro... Se ti offendono e ribatti ti dicono che scherzano invece di mettersi nei panni dell'altro e comprendere che non siamo tutti uguali, non solo per differenze di genere, ma anche per cultura ed esperienza. Insomma qualsiasi cosa tu faccia non va bene, ne agli uni, ne altri altri. Solo da grande ho dato nome a tutto ciò "Patriarcato" e "Femminismo", ma sai una cosa parlare è molto faticoso, preferisco agire ogni giorno e lo faccio con il mio percorso in cui insegno alle donne come smettere di avere sessi di colpa, come diventare autonome psicologicamente ed economicamente, imparando a farsi pagare di più. Insomma come diventare empowerment! #empowerment #autostima #gendergap #genderpaygap #lavoro #guadagno
Consulente per la Diversity Equity & Inclusion e per la Certificazione di Parità UNI PdR 125:2022 | Consigliera di Fiducia per Sapienza, Rai, ENAV, Greenpeace e Unitelma Sapienza | Psicologa e Coach | LinkedIn Top Voice
Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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Perché l’empowerment fra uomo e donna non è (solo) una questione di genere. Gli uomini e le donne sono diversi. Sono entrambe persone, ma ciascuno ha la sua natura psicobiologica. Oggigiorno è stata aperta una profonda breccia fra “sesso” (determinante) e “genere” (facoltativo), che frammenta la persona. La “cultura di genere” si fonda su un egualitarismo irreale, che nega l’esistenza di differenze oggettive dettate dalla natura stessa e che trasforma l’unicità di ogni essere umano in qualcosa di confuso e ambiguo. Ne consegue che le stesse relazioni fra uomo e donna sono ancora troppo spesso non prive di elementi di violenza, difficili da riconoscere e più facili da ignorare. Gli uomini e le donne sono uguali da un punto di vista antropologico – in quanto esseri umani – ma non sono identici: sono diversi nel modo di conoscere e di sentire. Nelle donne predominano la conoscenza empirica e una percezione distinta, sono intuitive e concrete, mentre gli uomini hanno una maggiore inclinazione per la conoscenza astratta. Il punto non è imitarsi a vicenda, ma imparare dall’altro sesso. Gli uomini sono abili nell’individuare soluzioni alternative e le donne sono brave a stabilire i criteri o i limiti di una scelta, prevedendone le conseguenze. Per questo è opportuno prendere le decisioni di comune accordo, sfruttando al massimo il nostro potenziale. La visione della realtà proposta dal vecchio femminismo è controproducente, poiché procede da un’ottica basata unicamente sul potere, assumendo un punto di vista tipico dell’approccio maschilista, che non è proficuo né per la donna né per l’uomo perché non viene valorizzato il contributo della donna alla società, la sua visione femminile, materna e complementare a quella maschile. Una parità di diritti ben concepita deve partire dal presupposto che l’uomo sia capace di essere compagno e padre, oltreché un bravo professionista. Collaborando in casa contribuirà alla serenità della compagna, con la quale potrà costruire una società migliore. La donna non dovrà più essere una Wonder Woman o una Elastic Girl, costretta ad arrangiarsi da sola in tutto, e potrà finalmente essere ciò che è: una persona normale. La complementarità fra uomo e donna ci impone tuttavia di conoscere e accettare l’altro, i suoi valori e le competenze che vuole sviluppare, ma per fare questo dobbiamo prima imparare a conoscere e ad accettare noi stessi così come siamo, nel qui e ora.
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Buona divulgazione con i fumetti. Si può. E si deve! La mia esperienza con Fandango Libri di un paio di anni fa. #FandangoLibri #GenderEquality, #Masculinities, #WorldMensDay, #Inclusività, #StudiDiGenere #Queer #MegBarker #comics #divulgazione #psicologia
Quando con Lorenza Entilli e Rita Brancato abbiamo tradotto "Gender, Una storia per immagini" di M-J Barker e Scheele per Fandango volevamo portare in Italia un testo in grado di parlare di genere e di generi in modo ampio, chiaro e inclusivo. Oggi 19 Novembre in questa Giornata Internazionale dell'Uomo è bene ricordare che l'adesione a un modello unico ed egemone di maschilità danneggia enormemente le vite, le relazioni e la salute delle persone masc e socializzate alla maschilità. I pilastri della "maschilità egemone" teorizzata da Raewyn Connell prevedono infatti il: -premiare la competitività e la dominanza negando l'aiuto tra uomini e altri generi -l'inespressività emotiva e la repressione dei sentimenti -stress dal ruolo di genere (es. fare sempre "il vero uomo); -il rigetto di ciò che è considerato "femminile" e l'omo-lesbo-bi-trans-afobia. L'adesione a queste norme ci fornisce, a chi come me è stato socializzato come uomo, sia dei privilegi sia delle oppressione che, però colpiscono alcuni uomini e non tutti del tutto o allo stesso modo. Infatti, nella piramide delle maschilità ci sono dei gruppi di persone - queer, razzializzate, disabili, migranti - di cui guarda caso non si parla quando si dice a chi è femminista "perché non parlate degli uomini?". Fermo restando l'intersezionalità delle oppressioni e privilegi (anche uomini bi+ e trans possono essere sessisti e/o razzisti), le frasi benaltriste del "perché non parlate degli uomini" volutamente ignorano una realtà di fatto: degli uomini e delle maschilità si parla e se ne è parlato a lungo. Sono i risultati di queste analisi a non piacere. Gli studi maschili, queer e femministi da molto tempo discutono della pluralità di maschilità e modelli disponibili, così da rimarcare che esistono diversi modi di vivere il maschile. Nell'ottica di proporre nuovi modi di essere uomini o di vivere le maschilità verso una maggiore uguaglianza di genere, bisogna muoversi come professionistə a smantellare questi pilastri tramite prassi critiche e imparando dalle maschilità delle donne e delle persone non-binarie, che hanno moltissimo da insegnarci.
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È da poco passata la Giornata contro la violenza sulle donne e mi sono chiesta: perché ogni uomo dovrebbe essere femminista? Cosa, per cui, peraltro, mi è capitato di discutere spesso tra amici. Immagino sappiate o almeno vi siate chiesti, cosa significhi essere davvero femminista. O perché questo termine dovrebbe riguardarvi, anche se siete uomini. La risposta non è solo in ciò che il femminismo può fare per le donne, ma anche in ciò che può fare per gli uomini e per la società intera. Essere femminista significa credere nell’uguaglianza sociale, economica e politica tra i generi. Significa riconoscere che il sessismo non colpisce solo le donne, ma limita anche gli uomini, creando aspettative irrealistiche, privandoli di emozioni autentiche e costringendoli a conformarsi a un modello rigido di mascolinità. Perché gli uomini dovrebbero abbracciare il femminismo? Io vi do tre semplici motivi, ma ce ne sono tanti altri, che potete aggiungere nei commenti! 1️⃣ Perché il sessismo danneggia anche voi, che fin da piccoli siete portati a pensare che dimostrare vulnerabilità rende "meno uomini". Questo modello di mascolinità tossica alimenta una cultura in cui è difficile costruire relazioni autentiche e vivere pienamente le proprie emozioni. 2️⃣ Perché il rispetto non è un’opzione: femminismo non significa guerra tra i sessi, ma un invito a costruire un mondo più giusto. Difendere i diritti delle donne non vi rende meno uomini, ma vi rende migliori alleati. 3️⃣ Perché il cambiamento inizia dalle azioni: potete fare la differenza nelle piccole cose. Ascoltando. Rispettando. Interrompendo battute sessiste e comportamenti inappropriati, e sostenendo le donne nei vostri spazi personali e professionali. Una società in cui uomini e donne hanno le stesse opportunità è una società più creativa, più produttiva e più felice. Essere femministi significa credere che questo mondo sia possibile e impegnarsi per costruirlo insieme. Essere femminista non significa abbandonare la vostra identità maschile. Significa abbracciarla in modo autentico, senza che essa sia definita dalla dominazione o dal potere, ma dalla collaborazione e dal rispetto. Io, nel caso vogliate iniziare oggi, grazie al gruppo #liberǝdiessere, vi rimando al post di Antonio Nenna, che condivide una serie di risorse utili e di approfondimenti messi a disposizione da Giovanna Coppini ✨. 👉 https://lnkd.in/eCnMfX5h ___________ #LiberǝDiEssere è l’hashtag che abbiamo creato per parlare di #ViolenzaDiGenere, #GenderGap e #Discriminazioni, verso qualsiasi persona, le donne e tutti i gruppi sociali storicamente svantaggiati. Siamo un gruppo di persone impegnate a trattare questi temi per stimolare riflessioni; lo facciamo di mercoledì attraverso il nostro lavoro: puoi seguire l’hashtag e partecipare alle conversazioni offrendo il tuo punto di vista.
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Quando con Lorenza Entilli e Rita Brancato abbiamo tradotto "Gender, Una storia per immagini" di M-J Barker e Scheele per Fandango volevamo portare in Italia un testo in grado di parlare di genere e di generi in modo ampio, chiaro e inclusivo. Oggi 19 Novembre in questa Giornata Internazionale dell'Uomo è bene ricordare che l'adesione a un modello unico ed egemone di maschilità danneggia enormemente le vite, le relazioni e la salute delle persone masc e socializzate alla maschilità. I pilastri della "maschilità egemone" teorizzata da Raewyn Connell prevedono infatti il: -premiare la competitività e la dominanza negando l'aiuto tra uomini e altri generi -l'inespressività emotiva e la repressione dei sentimenti -stress dal ruolo di genere (es. fare sempre "il vero uomo); -il rigetto di ciò che è considerato "femminile" e l'omo-lesbo-bi-trans-afobia. L'adesione a queste norme ci fornisce, a chi come me è stato socializzato come uomo, sia dei privilegi sia delle oppressione che, però colpiscono alcuni uomini e non tutti del tutto o allo stesso modo. Infatti, nella piramide delle maschilità ci sono dei gruppi di persone - queer, razzializzate, disabili, migranti - di cui guarda caso non si parla quando si dice a chi è femminista "perché non parlate degli uomini?". Fermo restando l'intersezionalità delle oppressioni e privilegi (anche uomini bi+ e trans possono essere sessisti e/o razzisti), le frasi benaltriste del "perché non parlate degli uomini" volutamente ignorano una realtà di fatto: degli uomini e delle maschilità si parla e se ne è parlato a lungo. Sono i risultati di queste analisi a non piacere. Gli studi maschili, queer e femministi da molto tempo discutono della pluralità di maschilità e modelli disponibili, così da rimarcare che esistono diversi modi di vivere il maschile. Nell'ottica di proporre nuovi modi di essere uomini o di vivere le maschilità verso una maggiore uguaglianza di genere, bisogna muoversi come professionistə a smantellare questi pilastri tramite prassi critiche e imparando dalle maschilità delle donne e delle persone non-binarie, che hanno moltissimo da insegnarci.
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La maggioranza dell’umanità è donna. A scuola, le donne sono mediamente più brave. E poi? Poi tutto va “come deve andare”. Cioè in vacca. Perché? “Boh, chiedilo a qualcun altro… discriminare noi?? figurati!” A sentire i direttori (tipicamente maschi), è tutto a posto. Tanto a posto che, in un inesorabile imbuto di invisibili e inconfessate barriere sociali, le donne vengono lasciate indietro, e noi tutti disperdiamo un inestimabile tesoro di attitudini e competenze di ascolto, sensibilità, empatia, negoziazione, mediazione, e leadership. Che vergogna. Che fare? Guardare i numeri, prima di tutto: incontestabili. Se li neghi, sei parte del problema. Parliamone, quindi. Ma anche parlare è relativamente facile. Oggi moltissimi parlano di equità e parità di genere. Purtroppo, spesso le parole rimangono parole. Il punto è quindi trasformare la visione in azioni concrete. Il punto è fare la nostra parte. Perché c’è sempre qualcosa che puoi fare. Ad esempio De Nora si è di recente certificata per la Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022). Non è certo stato un pasto gratis. E non resterà solo un bel pezzo di carta da appendere al muro. Continueremo a lavorare sodo per garantire che ogni voce sia ascoltata, ogni talento valorizzato, ogni barriera abbattuta. Partendo dalle donne (la “diversità” più visibile), per andare oltre. Perché per noi, non è questione di numeri o "quote", ma di creare un ambiente dove ognuno possa esprimere appieno il proprio potenziale. Un punto d’inizio. Disponibili a ragionarne con chiunque, come noi, stia facendo. Astenersi negazionisti e perditempo. #DEI #people #persone #hr #risorseumane #inclusione
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"𝑰𝒍 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒏𝒂𝒔𝒄𝒐𝒔𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒆, 𝒅𝒂 𝒄𝒓𝒊𝒔𝒂𝒍𝒊𝒅𝒊 𝒂 𝒇𝒂𝒓𝒇𝒂𝒍𝒍𝒆" è un saggio sulla condizione femminile attraverso i secoli, disponibile in tutta Italia e in Canton Ticino a partire 𝐝𝐚𝐥 𝟏𝟎 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞. Questo libro esplora la forza delle donne, spesso repressa o ignorata, ma che ha sempre continuato a pulsare sotto la superficie. Il mio obiettivo è stato quello di proporre una 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, liberandolo dai fraintendimenti e dalle connotazioni negative che, purtroppo, ancora oggi lo accompagnano. Il femminismo che propongo è un 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐨 𝐞 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨, che coinvolge anche gli 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢, poiché la lotta per l'uguaglianza non può escludere metà della popolazione. Si tratta di un 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐬𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞, che riconosce e abbraccia tutte le sfaccettature dell'identità, ponendo attenzione alle intersezioni tra 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, 𝐫𝐚𝐳𝐳𝐚, 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐨𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐞. È anche un femminismo che si ispira all'𝐞𝐜𝐨𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, collegando la lotta per i diritti delle donne alla salvaguardia del pianeta, e allo 𝐱𝐞𝐧𝐨𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, che mira a superare i confini di genere e razza. Centrale in questo percorso è l’importanza dell’𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: è necessario 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚̀, insegnando loro a riconoscere e 𝐝𝐞𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐨𝐭𝐢𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 che permeano la società e i media. Il 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐡𝐚 𝐮𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐞𝐧𝐨𝐫𝐦𝐞 e deve essere utilizzato per creare un dialogo consapevole e rispettoso, capace di influenzare il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Gli 𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐨𝐭𝐢𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐬𝐬𝐚, perpetuati dai media e dalle narrazioni culturali, sono radici profonde che alimentano disuguaglianze e pregiudizi. Infine, non possiamo ignorare la piaga del 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 e della violenza di genere, una tragica espressione di una 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐚𝐭𝐫𝐢𝐚𝐫𝐜𝐚𝐥𝐞 che non è ancora stata superata. Ho voluto anche esplorare il 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐦𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢, per comprendere più a fondo come la psiche femminile. Sono particolarmente onorata di avere la prefazione di 𝐕𝐢𝐫𝐠𝐢𝐧𝐢𝐚 𝐑𝐚𝐠𝐠𝐢, un'attivista per i diritti delle donne, che ha fatto del suo impegno per l'uguaglianza di genere una missione personale. La sua visione si sposa perfettamente con i temi del mio saggio, in cui la lotta per la parità non è solo una questione femminile, ma un passo verso una società più giusta e inclusiva. Scopri molto di più. https://lnkd.in/ek9ct-wt #dirittidelledonne #empowerment #femminismo #disparitasalariale #violenzasulledonne #dirittisociali #pariopportunità #uguaglianza
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Il movimento femminista ha portato con sé parole e gruppi di parole che hanno cambiato letteralmente il mondo, disegnandone uno differente che contemplasse le donne come soggetti, con la volontà di abitarlo con agio, con la pretesa che parlasse a tutti, con l’intelligenza di non darlo mai per scontato e con la consapevolezza che il mondo è sempre in costruzione. Abbiamo scelto alcune parole e gruppi di parole significative e problematiche, per ridefinirne il senso oggi, per capire se e come sono arrivate a noi. La sfida è comprendere come il mondo ci restituisce quel senso preciso, con le stesse o con altre parole. Sappiamo bene quanto è profonda la trappola dei generalismi, parlare del mondo può voler dire spesso niente se non si pensano i soggetti vivi che lo abitano. Queste le parole (e i gruppi di parole) che abbiamo scelto: ▪️ Femminista ▪️Autodeterminazione/scelta/autonomia ▪️Politica ▪️Responsabilità/cambiamento/esperienza/progetti/comunità/gruppo/pratica ▪️Desiderio/passione ▪️Sessualità/corpo/violenza/aborto ▪️Cura ▪️Generazioni/trasmissione/futuro/relazioni/conflitto ▪️Intersezionalità ▪️Potere/vissuto/narrazione/partire da sé/posizionamento/senso ▪️Privilegio Raccontateci come interpretate o vivete una di queste parole o un gruppo di queste parole. La vostra prospettiva può aiutarci a creare uno spazio di confronto aperto e profondo. #femminilecostruttivo #femminismo La rubrica Femminile Costruttivo è curata da Mariangela Campo. (Lo studio sulle parole del femminismo è di DWF - Donna woman femme, rivista FUORI NOI - Le parole del femminismo, editoriale 101, 2014)
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