Il mondo dell'#alimentare italiano dovrebbe innovare il modo in cui si racconta, traendo ispirazione intersettoriale da esempi come quello di Maserati? 👇 Il brand di auto made in Italy ha scelto Damiano dei Måneskin per raccontare un'italianità disruptive e travolgente, ma al contempo sofisticata. Il frontman in veste di testimonial è "ripulito" e adattato all'immagine di marca, che trae però al contempo forza dal suo carisma riconoscibile a livello internazionale e sicuramente diverso da quello di un qualunque modello aitante, magari preso in prestito da Hollywood. Il made in Italy alimentare, dal canto suo, ha riferimenti narrativi e semantici molto più tradizionali e ricorrenti, spesso poco distintivi per le singole marche. Per fare un piccolo esempio lato testimonial, si pensi solo a quanti prodotti food sono sponsorizzati da chefstar (nazionali) come Antonino Cannavacciuolo. Oppure, in vista di CIBUS International Food Exhibition e dei suoi infiniti stand, si pensi a quanto sia arduo rendersi memorabili in un'arena competitiva simile. Il food dovrebbe considerare un cambio di rotta nel contenuto o per lo meno nel modo di raccontarlo? Lo abbiamo chiesto a Daniele Cobianchi ed Ella Marciello. Le loro risposte su Mark Up 👉 link all'articolo nel primo commento.
Ah, non è un maschio-bianco-ricco in doppio petto?
Il cambiamento va ricercato nel modo in cui si raccontano le storie. E sì, serve l'ambizione e la visione per riflettere una realtà più variegata e contemporanea dell'Italia.
Journalist for Mark Up, Gdoweek, VanityFair.it, Tendenze Online, AmbienteCucina, Fresh Point Magazine
10 mesiLink articolo: