La crisi del personale sanitario in Veneto e soluzioni proposte. Il problema🤔 📋Mancanza di personale. In Italia e in Veneto, c'è una grave carenza di medici e infermieri. 📋Pensionamenti e dimissioni. Molti professionisti stanno andando in pensione o lasciando il lavoro prima del previsto. 📋Minor attrattività. Sempre meno giovani scelgono le professioni sanitarie. Le cause🤔 🔗Invecchiamento della popolazione. Aumenta la domanda di assistenza sanitaria. 🔗Condizioni lavorative. Gli operatori sanitari spesso lavorano in condizioni stressanti e con stipendi bassi. 🔗Mancanza di incentivi. Poco attrattive le carriere nel settore sanitario, soprattutto nelle zone disagiate. La soluzione proposta dal Veneto💡 👉Piano regionale. Un piano di cinque anni per affrontare la carenza di personale. 👉Incentivi economici. Aumento dei fondi per il personale, bonus per chi lavora in zone disagiate e incentivi per gli studenti di infermieristica. 👉Miglioramento delle condizioni lavorative. Creazione di un ambiente di lavoro più positivo e supportivo. 👉Campagne di sensibilizzazione. Per promuovere le professioni sanitarie e attrarre nuovi giovani. In sostanza, il Veneto sta cercando di affrontare un problema serio e diffuso in tutta Italia. Il piano regionale prevede una serie di misure per rendere le professioni sanitarie più attraenti e per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori. L'obiettivo è quello di garantire un'assistenza sanitaria di qualità anche in futuro. Punti chiave ✅Carenza di personale. Un problema nazionale e regionale. ✅Piano quinquennale. Il Veneto ha un piano per risolvere il problema. ✅Misure. Incentivi economici, miglioramento delle condizioni lavorative, campagne di sensibilizzazione.
Post di Emanuele Lisanti
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La salute del Paese passa attraverso un lavoro in salute degli #infermieri. Solo se stiamo bene noi, infatti, il #Ssn è in grado di prendersi cura dei pazienti. Ecco perché lottiamo tutti i giorni per garantire ai professionisti sanitari i loro diritti e ci battiamo sia per retribuzioni dignitose, visto che in Italia gli stipendi sono ben al di sotto della media Ue, e sia per il riconoscimento di competenze avanzate in grado di gratificare i loro percorsi di studi #1maggio
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Un sistema sanitario senza #infermieri non riesce a funzionare. Oggi gli italiani non vogliono fare questo lavoro, scelgono altri mestieri. Dobbiamo creare un contratto di lavoro che permetta a questi professionisti di guadagnare di più, perché è un lavoro duro. Inoltre, siamo di fronte a un sistema che sta facendo scivolare i cittadini verso la sanità a pagamento. Si sta concretizzando un secondo pilastro di finanziamento parallelo a quello pubblico: anche gli infermieri oggi chiedono sanità integrativa e welfare aziendale. È sintomo di insicurezza nei confronti del #Ssn. Il #MinisterodellaSalute deve riappropriarsi di un ruolo anche di programmazione, fermo restando la natura regionale della sanità. Queste le parole di Domenico Mantoan, Direttore Generale Agenas intervistato a margine della presentazione a #Roma, del 21° Rapporto Ospedali&Salute “Reinventiamo il Servizio Sanitario. Come evitare la deriva di una Sanità per Censo”, promosso da #Aiop.
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Dal confronto nell'area dell'Ocse emerge che il reddito annuale dei medici specialisti in Italia è quasi del 22% più basso della media. Discorso analogo per gli infermieri
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Articolo del Sole24 ore (https://lnkd.in/dXPr_9pj) : Stipendi bassi e burnout in corsia! L’ Italia non è l unico paese con questo problema ma sicuramente è una nazione tra le più critiche in Europa per quanto riguarda gli stipendi. Per risolvere il problema a cui accenna Zaia, ovvero che nessuno si presenta ai concorsi medici, bisogna rendere la professione medica di nuovo attrattiva. Bisogna lavorare su una riorganizzazione aziendale che diminuisce soprattutto lo stress e aumenta e rende adeguato lo stipendio al carico di lavoro. Ma ancora più che lo stipendio, per i giovani che si approcciano a qualsiasi professione, è fondamentale ritrovare l’ entusiasmo. Se c’è entusiasmo si é disposti a lavorare anche per un periodo con meno soldi ma ovviamente ci devono essere buone prospettive di crescita. Come si crea l’entusiasmo? Creando opportunità di crescita, avendo dei mentori che trascinano, che supportano, spronano e rilanciano. Basta con la filosofia ‘ io ho sudato per arrivare qui, devi sudare anche tu’. Semplifichiamo, creiamo dei network di supporto. Creando veri e propri programmi di ‘fellowship’ si crea maggiore integrazione, supporto, entusiasmo e un senso di appartenenza alla propria professione. Arrivati a questo punto bisogna integrare la riorganizzazione aziendale anche con una migliore consapevolezza degli aspetti psicosociali per rendere il lavoro del “camice bianco” più attrattivo. BURNOUT IN HOSPITALS (italian version) In Italia c’è una “burnout-culture” che è abituata a spremere più che può le risorse in azienda provocando effetti nocivissimi, un malcontento generale e un sistema sanitario in declino. Ci vuole prima di tutto un cambiamento di mentalità e culturale investendo sulla prevenzione del burnout! Ed é per questo che la ODT Consulting ha come missione anche la PREVENZIONE DEL BURNOUT. La prevenzione del burnout è prima di tutto un compito manageriale e psicosociale. Per maggiori informazioni: info@odt-consulting.eu
Dal Veneto alla Campania: caccia a medici e infermieri, ma i bandi vanno deserti
ilsole24ore.com
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Il report dell'Ocse sulla sanità europea offre un'analisi inquietante della situazione sanitaria in Italia, evidenziando una combinazione di sfide demografiche e strutturali. La crescente percentuale di over 65 nel Paese, che raggiungerà un terzo della popolazione entro il 2050, pone una domanda sempre maggiore di servizi sanitari, mentre il sistema è già provato dall'invecchiamento della forza lavoro medica e dalla scarsità di infermieri. Le statistiche sono allarmanti: l'Italia ha una delle forze lavoro medica più vecchie d'Europa, con un significativo numero di pensionamenti previsti nel prossimo futuro. La carenza di infermieri, aggravata da un basso numero di laureati e dall'attrattività limitata della professione, rappresenta una problematica cronica. Questo scenario è ulteriormente complicato dagli stipendi competitivi più bassi rispetto ad altri Paesi europei, che scoraggiano le nuove generazioni ad intraprendere questa carriera. In questo contesto, diventa cruciale non solo affrontare la carenza di personale, ma anche garantire la fornitura adeguata di dispositivi medici innovativi, che sono fondamentali per supportare un'assistenza sanitaria di qualità e per migliorare l'efficienza dei servizi. La digitalizzazione e l'adozione di tecnologie avanzate nel settore della diagnostica possono rappresentare soluzioni efficaci per ottimizzare le risorse disponibili e rispondere alla crescente domanda di cure. Mentre il governo tenta di affrontare la crisi tramite misure temporanee e l'aumento dei posti nei corsi di medicina e specializzazione, la mancanza di investimenti adeguati e le bassissime risorse destinate alla sanità pubblica pongono seri interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del Servizio sanitario nazionale. La situazione potrebbe portare a un'escalation delle problematiche già esistenti, rendendo cruciale un cambiamento immediato e sostanziale delle politiche sanitarie per garantire un servizio adeguato e accessibile a tutti i cittadini, insieme a un supporto costante per l'innovazione nel settore dei dispositivi medici. #medicalidea #sanità #italia
Sanità, la tempesta perfetta: abbiamo i medici più vecchi e pochi infermieri sottopagati
ilsole24ore.com
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Non amo le "soluzioni facili a problemi complessi", perché di fatto, non sono soluzioni. Già in passato si è ricorso a reclutamenti massicci dall'estero, ed eccoci qui a parlare ancora di "emergenza personale". Se un problema perdura da decenni, possiamo ancora chiamarlo emergenza? È necessario prevenire l’abbandono professionale e l’emigrazione verso altri stati dei professionisti che si sono formati nelle nostre Università e sui quali abbiamo investito tanto in termini di formazione. Se reclutiamo dall’estero, ma in parallelo non migliorano le condizioni economiche, di valorizzazione delle competenze e il benessere lavorativo, continueremo a perdere professionisti. Professionisti che oltretutto adempiono obblighi di legge a tutela degli assistiti (iscrizione all'albo, formazione continua, assicurazione professionale...) mentre non sono chiare le posizioni per chi esercita arrivando dall'estero in deroga. Le dichiarazioni complete rilasciate a "La Provincia", presenti nel link https://lnkd.in/dZdZgE4M
Mancanza di infermieri, missione in Sudamerica per Bertolaso. Opi Lecco: «Non è la soluzione»
laprovinciaunicatv.it
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La presentazione del 𝟑° 𝐑𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐞 𝐢𝐥 𝐒𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 ha messo in luce una serie di criticità e trasformazioni che coinvolgono il personale sanitario, evidenziando l'urgenza di affrontare 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭à 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 (#SSN). 📉Dal 2008, 𝐢𝐥 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐞𝐫𝐦𝐢𝐞𝐫𝐢 è 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐥𝐨, con un turnover insufficiente a compensare le uscite. Ciò ha portato a un 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 dal 31,4% al 30,1% tra il 2014 e il 2017. Quale scenario? 💼 𝐀𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞: Nel 2018, il settore sanitario rappresentava il 45% delle unità di lavoro flessibile nella Pubblica Amministrazione, evidenziando una crescente precarietà. 🏥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭à 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨: La carenza di personale e l'aumento della precarietà mettono a rischio la qualità dell'assistenza sanitaria, con possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini. 🔍 𝐍𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭à 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢: È urgente rivedere le politiche di assunzione e investimento nel personale sanitario per garantire la sostenibilità e l'efficienza del SSN. #Sanità #Lavoro #SistemaSanitario
Professioni in transizioni: sfide e opportunità nel SSN
https://makingpharmaindustry.it
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𝗘𝗦𝗢𝗗𝗢 𝗗𝗘𝗚𝗟𝗜 𝗜𝗡𝗙𝗘𝗥𝗠𝗜𝗘𝗥𝗜: 𝗨𝗡𝗔 𝗦𝗙𝗜𝗗𝗔 𝗚𝗟𝗢𝗕𝗔𝗟𝗘 🇬🇧 La sanità britannica è in allarme per un massiccio esodo di infermieri verso nazioni che offrono migliori stipendi. 𝗤𝘂𝗮𝘀𝗶 𝟵.𝟬𝟬𝟬 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗶𝗲𝗿𝗶 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗻𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗹'𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 #NHS 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗺𝗽𝗶𝗲𝗴𝗵𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗿𝗲𝗺𝘂𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗶, evidenziando una crisi ormai globale. L'articolo di qualche giorno fa del The Guardian mostra 𝘂𝗻 𝗮𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗳𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹'𝗲𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼, 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝟭𝟮.𝟰𝟬𝟬 𝗹𝗼 𝘀𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗮𝗻𝗻𝗼, 𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝗹𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗱𝗼 𝗽𝗿𝗲-𝗖𝗢𝗩𝗜𝗗. 𝗨𝗻 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗨𝗞 𝗴𝘂𝗮𝗱𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮 $𝟰𝟲.𝟬𝟬𝟬, 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗴𝘂𝗮𝗱𝗮𝗴𝗻𝗮 𝗻𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗨𝗻𝗶𝘁𝗶 ($𝟴𝟰.𝟬𝟬𝟬), 𝗶𝗻 𝗔𝘂𝘀𝘁𝗿𝗮𝗹𝗶𝗮 ($𝟳𝟭.𝟬𝟬𝟬) 𝗲 𝗶𝗻 𝗡𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗭𝗲𝗹𝗮𝗻𝗱𝗮 ($𝟱𝟳.𝟬𝟬𝟬). 🇮🇹 Ed il sistema sanitario italiano? I dati relativi al Regno Unito, invitano a ponderare sulla condizione del personale sanitario in Italia, dove la fuga di cervelli nel settore è una problematica nota. 𝗗𝗼𝘃𝗿𝗲𝗺𝗺𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗴𝗮𝗿𝗰𝗶 𝘀𝘂 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘁𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗮𝗻𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗽𝗮𝗲𝘀𝗲 𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗲 𝗮𝗱𝗼𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗶𝗲𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮. #sanità #innovazioneinclusiva #lifesciences #kpmg #bettertogether #healthcare
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Pubblico una riflessione metodologica sul fabbisogno di personale da assegnare alle #casedicomunita’. Non ha infatti molto senso, a mio modo di vedere, definire uno standard fisso di risorse da assegnare come ipotizza il dm 77. Va invece determinata, come propongo anche io nell’articolo sotto linkato nella parte delle soluzioni da approntare in ambito territoriale, una stima basata sul carico di lavoro in base ai pdta sulla popolazione prevalente da gestire. L’approccio è sempre lo stesso: - definire le patologie prevalenti in base all’analisi epidemiologica del territorio - identificare i PDTA prevalenti ( il 75%delle cronicità sono ricomprese nelle prime 5/6 di quelle censite) - in base alle prestazioni dei PDTA definire nr e qualità di prestazioni da erogare come visite e prestazioni strumentali - associare gli FTE (full time equivalent) necessari come clinica, assistenza infermieristica e supporto amministrativo per l’erogazione. Questo è il metodo non è rocket science !! 🚀 🔗 https://lnkd.in/dHA9uREN https://lnkd.in/dEtGwxxh
Case di Comunità, una proposta metodologica per il calcolo del fabbisogno di risorse umane
quotidianosanita.it
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Oltre 48.000 #infermieri italiani sono #emigrati negli ultimi 20 anni, con un picco significativo negli ultimi due. Nel 2024, il trend continua, con molti professionisti che si trasferiscono in paesi europei alla ricerca di migliori condizioni lavorative, salari più alti e maggiore stabilità. Solo nel primo trimestre dell’anno, secondo quanto riportato dall'AMSI, circa 350 infermieri hanno richiesto il certificato Good Standing, necessario per il riconoscimento del titolo all’estero. Le motivazioni principali degli infermieri che ci contattano sono stipendi bassi, contratti a breve termine, poca autonomia, assenza di crescita professionale, stagnazione sia sul piano professionale che salariale, e di un crescente burnout 😔. Cosa può fare l’Italia per migliorare le condizioni professionali e attrarre i talenti, sia quelli già presenti nel nostro paese che quelli che potrebbero decidere di tornare? 🤔 In molti paesi, gli infermieri godono di maggiore #autonomia professionale. In Regno Unito, Francia e Olanda, ad esempio, gli infermieri di pratica avanzata (APRN) possono prescrivere farmaci e gestire autonomamente le cure, un'opportunità ancora limitata in Italia. 💊 Inoltre, all’estero, strutture pubbliche e private investono nella #formazione continua degli infermieri, finanziando in parte o totalmente corsi di specializzazione. Questo non solo accresce le competenze professionali, ma apre anche a maggiori opportunità di carriera. 🎓 Un altro fattore chiave che rende i sistemi sanitari esteri più attraenti è l'#equilibrio tra vita professionale e vita privata. In molti paesi, gli infermieri godono di maggiore flessibilità lavorativa, con orari più compatibili con le esigenze personali e familiari, riducendo il rischio di burnout e migliorando la qualità della vita. 🧘♀️ Se l’Italia riuscisse a creare più opportunità di crescita professionale, autonomia e un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata, il sistema sanitario italiano potrebbe diventare più competitivo, trattenendo i talenti e migliorando la qualità dei servizi, oltre a offrire, naturalmente, migliori condizioni salariali e lavorative. Cosa ne pensate? 💬
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