L'era di Ariane 6 è cominciata. Quando in Italia erano le 21 di martedì 9 luglio, i due booster a propellente solido P120C, prodotti dall'italiana AVIO, hanno incendiato l’aria dello spazioporto di Kourou, in Guyana Francese, e impresso una spinta di 900 tonnellate al corpo centrale del sistema di lancio. In quel momento, sostenuto anche dal motore Vulcain 2.1, il vettore pesante dell’Esa si è staccato dalla rampa per la prima volta e ha inaugurato una nuova epoca, almeno per lo spazio europeo. Sebbene le fasi iniziali del lancio siano state perfette, due ore dopo il liftoff un problema non meglio specificato - sembra di natura elettrica - all'unità di propulsione ausiliaria ha fatto perdere la traiettoria corretta al secondo stadio del razzo e impedito la terza riaccensione del suo motore, il Vinci, una novità di Ariane 6. Il secondo stadio non è quindi rientrato in atmosfera, di fatto trasformandosi in un detrito spaziale che “cadrà” naturalmente fra qualche anno. Nella conferenza stampa post volo, Stéphane Israël, ceo di ARIANESPACE, si è detto certo che l'anomalia non produrrà ritardi sul calendario di Ariane 6, pronto a tornare sulla rampa entro la fine dell'anno in corso. Un successo quindi? L'Agenzia spaziale europea dice di sì e non ha torto. Quel che conta di più, però, è capire se e quanto i ritardi, il problema al Vinci e soprattutto l'impostazione del nuovo sistema di lancio ne facciano un mezzo competitivo e capace di rispondere alle esigenze dell'Europa spaziale in un settore trasformatosi in dieci anni, da quando cioè il progetto Ariane 6 venne approvato nella versione decollata martedì sera (proprio mentre Elon Musk faceva appoggiare per la prima volta il primo stadio di un Falcon 9 su una chiatta oceanica). Dal paventato ritiro di EUMETSAT, che pare aver deciso di viaggiare su un Falcon 9 e non, come previsto, sul terzo volo di Ariane 6, alle strategie dell'Esa per non ricadere nell'incapacità di lanciare autonomamente razzi e missioni nello spazio, una riflessione a gioco fermo sul debutto che potrebbe concludere la "crisi dei lanciatori europei". Potrebbe, perché la crisi, de facto, non è finita. Tutto nel LINK AL PRIMO COMMENTO, per Wired Italia European Space Agency - ESA Agenzia Spaziale Italiana Ministry of Enterprises and Made in Italy ArianeGroup Isar Aerospace MaiaSpace Rocket Factory Augsburg - RFA
L'Europa deve ripetere lo stesso percorso che ad esempio anche la Cina sta seguendo con le compagnie private: noi abbiamo appena cominciato a correre e se non ci muniamo di un container di bibite energetiche arriveremo tardi... o mai, e mi dispiace essere tendenzialmente pessimista.
La lista di prenotazioni è lunga, c’è un grande futuro in questo settore per l’Europa
È una bella soddisfazione aver avuto questo successo.
GIORNALISTA Wired, Forbes, Il Sole 24 Ore, ISPI, Financialounge. AUTORE/HOST. IN TV: “Countdown” (Sky Tg24). PODCAST: “La geopolitica dello spazio”, “Videogame” (Radio 24). COLLABORAZIONI: barbara.castorina@visverbi.it
5 mesiL'articolo è leggibile qui: https://www.wired.it/article/ariane-6-lancio-analisi-crisi-spazio-europeo-futuro/