Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «A settant’anni dalla sua morte, la Repubblica rende omaggio ad Alcide De Gasperi, uno dei suoi Padri fondatori, onorandone lo straordinario contributo alla causa della libertà, alla costruzione della democrazia e di un ordine internazionale pacifico e più giusto. Nato in un contesto - l’Impero austro-ungarico - e in una terra caratterizzata dalla presenza di più culture e che avrebbe attraversato tutte le vicende del Novecento - inclusa l’unione all’Italia e poi il suo nuovo distacco, per quasi due anni, durante la Seconda Guerra Mondiale con l’inclusione nell’Alpenvorland, provincia del Reich nazista - De Gasperi difese l’italianità del suo popolo e profuse il suo impegno politico nell’affermazione di altrettanta tutela dei diritti di ogni comunità, all’insegna del rispetto della identità e della dignità di ogni persona, realizzando condizioni preziose per affermare principi di comprensione e cooperazione internazionale. Pagò con la carcerazione la sua opposizione nei confronti dell’affermazione del regime fascista, e non rinunciò mai a perseguire quegli ideali volti a pervenire a un ordinamento statale basato sul rispetto delle libertà fondamentali che lo portarono in seguito ad essere riconosciuto come ricostruttore della Patria. Le sue abilità di statista si rivelarono impareggiabili all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, dove in seno a complessi negoziati internazionali, seppe raggiungere equilibri che affermarono nuovamente la dignità dell’Italia gravemente compromessa dalla dittatura, con l’attenuazione delle conseguenze di trattati imposti a una Nazione i cui destini il fascismo aveva voluto unire a quelli del Terzo Reich nazista. Si deve alla sua lungimiranza anche l’adesione dell’Italia all’Alleanza Atlantica, strumento di consolidamento delle democrazie, così come, nello stesso tempo, l’avvio del processo di integrazione europea – suo costante obiettivo - in cui la Repubblica Italiana svolse un ruolo di primo piano, tramandando alle generazioni percorsi di pace. L’Italia e il suo popolo esprimono riconoscenza ad Alcide De Gasperi che ne ha segnato così profondamente il progresso». Roma, 19/08/2024
Post di Giuseppe Bova Crispino
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la nuova ucraina va costruita nella pace, superando subito le situazioni di conflitto in corso, ed evitando innanzitutto una escalation con la vicina russia... con cui occorre soprattutto, nell'interesse per la sicurezza europea e mondiale raggiungere al più presto una tregua che apra la strada a un regolamento stabile della regione. non sembra pero' al momento la tendenza dei celebrati "occidentali" che proprio oggi hanno oggi hanno organizzato una gloriosa celebrazione dello sbarco in Normandia, con protagonisti i liberatori e i liberati di 80 anni fa , americani e francesi, attorniati dai servili coadiuvanti di oggi (come è l'italia della meloni e, in prima fila - udite udite - l'ambiguo e pericoloso dittatorello dp koev, di cui sono note le mai abbandonate collusioni con nazisti (e neonazisti), grandi sconfitti - si sperava in modo inequivoco e definitivo - del conflitto mondiale a cominciare appunto dal "d day". Grande assente invece in normandia (perché non invitato dai vecchi alleati capitalisti) chi opero' la totale disfatta della peste nazista, la russia... il cui capo Putin è aprioristicamente e ostinatamente considerato il nemico del genere umano, malgrado la fine da lunga data della guerra fredda e dello stesso partito comunista....VERGOGNOSO...per celebrare un avvenimento fondamentale per la fine della guerra mondiale e della peggiore e più violenta tirannia della storia, si convoca lo squalificato dittatorello del paese gia' complice di quella tirannia e di quella peste e non la potenza che vi pose drasticamente fine....un oltraggio alla storia e alla logica.....
"Nella lotta al fascismo e al nazismo, le radici della nuova Europa": il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli 80 anni dell'ANPI, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
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Realpolitik nel cono sud.
Dottore commercialista in pensione. Umanista curioso. Be Woke. Non lasciare che la destra populista fermi il progresso civile e sociale dell'Umanità.
Parabole del potere. Javier Milei ha finalmente incontrato papa Francesco, che solo pochi mesi fa aveva definito “imbecille” e oggi considera “l’argentino più importante della storia”. “Imbecille”, “pifferaio magico” Il loro rapporto a distanza, in passato, è stato a dir poco polemico. Durante la campagna elettorale Milei, “anarco-capitalista”, aveva apostrofato Bergoglio come un “gesuita che promuove il comunismo” accusandolo di essere il “rappresentante del Male nella Casa di Dio”, una “persona nefasta” o, più semplicemente, un “imbecille”. Francesco era sembrato rispondere, indirettamente, quando, intervistato dall’agenzia stampa argentina Telam a pochi giorni dal voto, aveva messo in guardia gli argentini dal seguire i “pifferai magici” e i “pagliacci del messianesimo”. Scordiamoci il passato Uno scambio di accuse rapidamente archiviato prima ancora che il presidente si insediasse nella Casa Rosada di Buenos Aires. Il Papa gli ha subito telefonato, facendogli “auguri di coraggio e saggezza”. Quello che si dice in campagna elettorale, ha chiosato Francesco, “cade da solo”. Ancor prima del voto Milei si era detto dispiaciuto degli insulti indirizzati al Papa, e nelle settimane successive all’elezione ha invitato Bergoglio a visitare l’Argentina. Ora è a Roma per parlargli faccia a faccia. “Dialogo fruttuoso” Francesco “è l'argentino più importante della storia”, ha dichiarato da Roma a Radio Mitre, “spero che avremo la possibilità che la salute di Sua Santità sia in condizioni che gli consentano di venire a visitare gli argentini". Il presidente argentino è fiducioso che “avremo un dialogo molto fruttuoso, proprio come quello che abbiamo avuto al telefono”. La riforma e la Chiesa Al presidente argentino, alle prese con una manovra lacrime e sangue che rischia – è l’allarme di ampi settori della Chiesa argentina – di lasciare indietro i più poveri del paese, servirebbe un sostegno del Papa. “La nostra economia è in uno stato critico e devono essere adottate misure urgenti per evitare una catastrofe sociale con conseguenze dolorose”, scrisse nella lettera di invito inviata al Papa a inizio gennaio: “Nelle mie prime settimane di mandato ho provveduto a proporre una serie di misure governative volte a trasformare la situazione in cui versa la Repubblica Argentina da decenni. Siamo consapevoli che queste decisioni possono aggravare le disuguaglianze. Pertanto la nostra massima priorità è proteggere i nostri connazionali più vulnerabili, ringraziando la collaborazione della Chiesa cattolica, la cui azione in campo sociale è preziosa”. Una visita del Papa, in particolare, “porterà frutti di pacificazione e di fraternità tra tutti gli argentini, desiderosi di superare le nostre divisioni e i nostri scontri”. iacopo scaramuzzi
Da “imbecille” a “l’argentino più importante della storia”: Milei in Vaticano cerca il sostegno del Papa
repubblica.it
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LUCA BAGATIN dalle pagine del NUOVO GIORNALE NAZIONALE dedica un articolo a quelli che giustamente definisce ultimi due grandi RIVOLUZIONARI MAZZINIANI e GARIBALDINI: MARIO BERGAMO e RANDOLFO PACCIARDI entrambi VERI REPUBBLICANI. Esempi fulgidi di politica coraggiosa per la quale non esitarono a mettere a repentaglio la loro vita in coerenza alle loro idee, ed un autentico eroismo sull’onda di quello che fu lo spirito più profondo del Mazzinianesimo calato nella visione e nell’azione politica con programma i cui valori e ricette restano inossidabili e proprio oggi, che tutto sembra in preda a oscillazioni cortocircuitanti andrebbero recuperate, specie in tema di Europeismo, se si voglia uscire dall’impasse politico, economico e sociale e raggiungere una “Unione Perfetta”, cui si aggiunge ai due politici del ‘900 l’eroismo anche di stampo garibaldino distinguendosi con onore e coraggio sul campo di Battaglia: Mario Bergamo eroe durante la Prima Guerra Mondiale a Monte Piana e Randolfo Pacciardi eroe nella Guerra di Spagna. L’ideale della giustizia sociale e del laicismo integrale che furono il perno su cui ruotò l’intera CORRENTE BERGAMINA restano principi inossidabili…
RANDOLFO PACCIARDI E MARIO BERGAMO, GLI ULTIMI RIVOLUZIONARI MAZZINIANI E GARIBALDINI
nuovogiornalenazionale.com
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Il tradimento degli anglosassoni di Danilo Taino - Corriere della Sera - 26 Sept 2024 Vedi anche il sito ilcorriereblog.it È il tradimento degli anglosassoni. Negli Stati Uniti, tanto la Casa Bianca di Joe Biden che il team di Donald Trump vogliono creare, ognuno a modo suo, un nuovo strumento nazionale di politica economica e industriale: un fondo sovrano. Nel Regno Unito, il governo di Keir Starmer ha fatto sapere di essere sulla stessa traiettoria: anche lì, un fondo sovrano. Nei decenni scorsi, Washington e Londra sono stati i campioni del libero mercato, dell’incursione minima dello Stato nell’economia. Ora si stanno adattando alla curva dei tempi e, con fondi pubblici destinati a investire in settori ed imprese selezionate secondo un cosiddetto interesse nazionale, rischiano di curvarla ancora di più: di fare dell’economia il prolungamento della competizione geopolitica con altri mezzi. Sul tema, la vicepresidente e candidata Kamala Harris non si è espressa ma sembra improbabile che abbia idee diverse da quelle di Biden. I dettagli degli eventuali fondi americani sono ancora vaghi. La Cancelliere dello Scacchiere britannica Rachel Reeves, è invece precisa: il suo obiettivo è un National Wealth Fund con una dotazione di 7,3 miliardi di sterline. Fino a un paio di decenni fa, i fondi sovrani erano rari. In poco tempo, si sono moltiplicati: oggi ce ne sono quasi 180. Secondo la società che li censisce, Global Swf, gestiscono 12.400 miliardi di dollari. Sono una delle tre grandi entità attraverso le quali gli Stati investono: le altre due sono le banche centrali, con asset per 15.900 miliardi di dollari, e i fondi pensione pubblici, con 23.800 miliardi. Nel complesso, questi attori hanno al momento una capacità d’investimento di oltre 52 mila miliardi di dollari. Potenze assolute. Nel 2000, arrivavano appena a 12 mila miliardi, dei quali solo 1.200 allocati da fondi sovrani. Non tutti i fondi sovrani sono uguali. Uno dei più famosi è quello norvegese che investe sui mercati, a favore delle generazioni future, parte dei proventi delle risorse energetiche che produce. Ma altri hanno l’obiettivo di conquistare mercati e risorse e di accrescere l’influenza politica e diplomatica dei loro governi in una fase di disordine mondiale. Per esempio, quello saudita, da quasi mille miliardi, quelli cinesi, quelli degli Emirati Arabi, del Qatar e dell’iran. Sono strumenti di lotta geopolitica. Finora, Washington e Londra si erano astenuti da questo nuovo risiko di potenze.
Venezia - Parigi": la Croce Rossa sull'Orient Express
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🔍📖🇮🇹 Un viaggio tra passato e presente: valori e strutture della Res Publica romana e della Repubblica italiana a confronto. Leggi l'ultimo lavoro di Giovanni Teodori.
Res Publica e Repubblica
https://itinerariaonline.it
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L’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, avvenuto il 10 giugno 1940, rappresenta uno dei momenti più drammatici della storia italiana del Novecento. Le motivazioni che spinsero Mussolini a schierarsi al fianco della Germania nazionalsocialista sono state oggetto di dibattito tra storici, politici e analisti. Il contesto geopolitico dell’epoca era complesso e caratterizzato da alleanze mutevoli, rivalità imperialiste e l’ombra del totalitarismo. La firma del Patto d’Acciaio nel maggio 1939, che sanciva l’alleanza tra Italia e Germania, è spesso vista come il culmine di un’affinità ideologica tra i due regimi, ma la realtà era ben più sfumata e problematica. L’analisi dell’entrata in guerra dell’Italia richiede di esaminare non solo le dinamiche interne al Regime fascista, ma anche le interazioni internazionali e le strategie diplomatiche che si intrecciavano nel Mediterraneo e oltre. L’Italia, pur avendo ambizioni imperialiste, si trovava in una posizione vulnerabile e le decisioni di Mussolini erano influenzate da una combinazione di desideri di prestigio, paura di isolamento e opportunismi geopolitici. Eugenio Di Rienzo, nel libro intitolato “L’ora delle decisioni irrevocabili”, si propone di chiarire le ragioni alla base di questa scelta cruciale, contestualizzandola nel panorama politico dell’epoca e portando alla luce le dinamiche complesse che caratterizzarono le trattative italiane con gli Alleati e gli sviluppi successivi.
L'ora delle decisioni irrevocabili
https://www.nuovarivistastorica.it
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⁉ Cosa è successo all’umanità? 🌎 È di poche ore fa la notizia di un tentativo di assassinare un candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America: Donald Trump. 🔫 L’attentato, poi fallito, segna un tragico ritorno al passato in un momento storico in cui le nuove generazioni, ma non solo, chiedono invece di fare un deciso passo avanti verso un rinnovamento di pensiero e di vita. 📅 Forse il giorno scelto (sia per il comizio, sia per l’attentato poi fallito) non è casuale. Oggi infatti si ricorda la presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789, evento simbolo della Rivoluzione Francese 🗼. ❓ Ma siamo sicuri che questa, come il tentativo di assassinare Trump, siano azioni mosse da un vero spirito di libertà, di uguaglianza e di fraternità? ⚖ Io penso di no, in quanto contraddicono le stesse tre parole tanto citate nella Costituzione Francese. Penso che non ci sia libertà nell’uccidere qualcuno solo perché è diverso, non c’è uguaglianza se si fanno fuori quelli che la pensano in maniera diversa e sicuramente non c’è fraternità dove ci si toglie la vita l’uno con l’altro. 😨 In effetti, le conseguenze della Rivoluzione Francese, furono tutt’altro che una passeggiata di diritti, libertà e amicizie. Generarono un vero e proprio clima di ‘Terrore’ e portarono all’esecuzione sommaria di centinaia di persone innocenti. 💀 In molti casi, gli stessi rivoluzionari furono vittima della loro stessa rivoluzione. 📚 Nel seguente articolo della rubrica "Storica", del National Geographic, ripercorriamo i momenti successivi alla presa della Bastiglia e gli eventi successivi di puro Terrore che tennero in schiavitù tutta la Francia. 🤝 La Democrazia ha i suoi strumenti per farsi rispettare (come il diritto di voto ed il dovere di con-partecipazione alla vita politica). ❌ La violenza non è contemplata. 👇 👇 👇 https://lnkd.in/dvii-ywQ National Geographic #condivisione #divulgazione #informazione #riflessione
Il Terrore, il culmine della Rivoluzione Francese
storicang.it
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Se la Giornata del Ricordo ha un senso, è anche perché quel periodo della storia fu segnato dal suo contrario, cioè dalla rimozione. E da qui vuole cominciare Mattarella nella celebrazione al Quirinale, proprio da quell'«oblio» che è stato «un affronto» per l'Italia, per i morti delle foibe, per gli esuli cacciati dalle loro case, dalla loro terra, istriani, fiumani, dalmati. Gente schiacciata dalla ferocia di opposti regimi come spiega quando parla della «tragica e peculiare sorte di vedere affiancati, a pochi chilometri di distanza due simboli della catastrofe dei totalitarismi: la Risiera di San Sabba, campo di concentramento e di sterminio nazista; e la Foiba di Basovizza dove si esercitò la ferocia titina controla comunità italiana». Ma per il capo dello Stato ha un senso la celebrazione di "un ricordo" se si riesce a renderlo «fecondo per produrre gli anticorpi». Così mette in guardia sull'oggi, spinge a guardare verso quei «soprusi, violazioni e odi che si moltiplicano e chiamano a una nuova azione di contrasto, morale e politica, contro chi minaccia la libertà, l' ordine internazionale e le conquiste democratiche e sociali». Parla di «pagine buie della storia, anche d'Europa, che sembrano volersi riproporre» se solo si guarda all'Ucraina e piu in là in Medio Oriente, «conflitti in nome dell'odio e del nazionalismo esasperato». Il vantaggio, rispetto a quasi 80 anni fa, è che oggi disponiamo di quello che chiama «un forte antidoto». Cioè quell'Europa costruita dopo la seconda guerra mondiale che, seppure tra ritardi e difetti, rappresenta «un modello di democrazia e di sviluppo» a cui guardano in tanti. E in questa ottica bisogna guardare verso i Balcani Occidentali «per lavorare alacremente, a livello europeo, perché possano compiere le procedure di adesione all'Ue senza indugi o ritardi: è una risposta ai pericoli del riaccendersi, nella regione, di sopiti conflitti di natura etnica o religiosa, che non vogliamo rivivere». Sergio Mattarella in Lina Palmerini, Mattarella: "L'UE antidoto al risorgere dei soprusi, Il Sole 24 Ore, 10/02/2024.
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Uno spunto interessante. In nuce, si afferma l'idea d'Italia (e per favore, lasciamo perdere il 17 marzo). L'importanza di una noticina a margine Leggendo Mommsen (Storia di Roma), vorrei soffermarmi su un passaggio fondamentale, talmente interessante e ricco di significato che non se ne trova traccia in altri testi, compresi i manuali in uso alle facoltà giuridiche. Il grande storico tedesco, difatti, affida ad una nota a piè di pagina una riflessione che non mi è sfuggita. Eccola. Già nel VI secolo prima di Cristo si afferma una distinzione tra l'Italia come continente romano, soggetto alla giurisdizione dei consoli, e i territori ultra-marini. Ciò è scritto nella storia, ed in particolare in due epifenomeni, a cominciare dal precetto rituale che vietava “a certi sacerdoti” (l'espressione generica spesa dal Mommsen dice di una difficoltà nell'individuare l'ordine di appartenenza) l'allontanamento da Roma, nel senso che era loro inibita la navigazione verso lidi diversi dal suolo italico. Vi è poi una legge, o meglio una interpretazione maturata successivamente alla legge stessa, secondo la quale il console non poteva nominare il dictator se non sul suolo romano, intendendosi con questa espressione, semplicemente, l'Italia. La quale viene dunque ad affermare se stessa non solo da un punto di vista geografico, ma anche giuridico, con ovvie ricadute politiche. Tale nitida distinzione è notata da un rafforzamento all'indomani del trattato tra Roma e Cartagine, che pone fine alla prima guerra punica (241 a. C.). Si pone, a questo punto, la necessità del governo nelle regioni ultra-marine, atteso che l'Italia continentale (non tutta) è già nell'orbita romana. Come affermare la presenza della Città nelle aree di recente conquista, la Sicilia innanzitutto, sottratta alla presenza cartaginese? Nella scelta operata, che interessa anche la Sardegna e la Corsica, o meglio le zone costiere di queste isole, preferendo i Romani non addentrarsi all'interno, si evince come i paesi al di là del mare, a differenza degli Italici, alleati di Roma e tenuti, in quanto tali, a fornire, ove richiesto, contingenti militari, siano soggetti ad imposizione tributaria. Quindi i popoli che abitano nel continente, non già posti su un piede di parità, perlomeno godono di una considerazione diversa rispetto a genti soggette quali contribuenti. Insomma, brutalmente: gli Italici combattono al fianco dei Romani, mentre i popoli al di là del mare mettono i soldi. Questo in linea di massima, essendovi delle eccezioni a favore di città poste al di fuori dell'area continentale. Nasce così, e si irrobustisce, nella sua individualità, il soggetto politico chiamato Italia. Una genesi solida, nobile, antica. E pensare che qualcuno festeggia l'origine della Nazione il 17 marzo di ogni anno che Dio manda in Terra, dimenticando o ignorando che in realtà nel 1861 i Savoia diedero il suggello ad una politica di rapine, di stupri, di eccidi e di campi di concentramento. Povera patria!
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