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L’antichità contaminata dal moderno. Civiltà che si intersecano fra loro, dando luogo a una delle opere più affascinanti di sempre per Ercolano e il suo substrato archeologico che affonda le radici nel 1748, data della scoperta e dei primi scavi. Un luogo della memoria che «va considerato come una città e non come una miniera d’opere d’arte» secondo quanto affermava il grande archeologo Amedeo Maiuri. Grazie a un minuzioso lavoro di urban regeneration, lunedì prossimo sarà aperta a Ercolano piazza Carlo Borbone, la più grande piazza d’Europa che dia su un’area patrimonio dell’Unesco, 5mila metri quadri affacciati sul Parco archeologico proprio sopra il foro dell’antica Herculaneum. Un progetto di rigenerazione urbana iniziato nel 2014 che ha previsto anche questo nuovo spazio pubblico, realizzato grazie al partenariato fra Comune di Ercolano, Ministero della Cultura, Parco archeologico di Ercolano e il Packard Humanities Institute del mecenate David Woodley Packard. Quest’ultimo è il figlio del fondatore del colosso dell’informatica Hp: innamoratosi di Ercolano, ha deciso di finanziarne il rilancio con ingentissimi investimenti. Torniamo alla piazza: un esempio di rigenerazione non soltanto urbana ma anche sociale. Si tratta infatti di un quartiere che fino a qualche tempo fa è stato ostaggio della criminalità organizzata e che adesso potrà diventare un luogo di incontro fra ercolanesi e visitatori. Per costruire la piazza sono stati abbattuti infatti tre palazzi confiscati alla camorra nel 2014. L’intervento è unico nel suo genere in Italia e permetterà di ammirare dall’alto l’intero perimetro dell’area archeologica e il Golfo di Napoli. Non ci sono ancora stime accurate sull’impatto che avrà la nuova piazza, ma per l’estate in arrivo si prevede un notevole afflusso turistico. «Uno straordinario intervento, realizzato in un’area strategica per rendere viva la fusione fra le due città di Ercolano: quella antica e quella moderna» ha spiegato il sindaco Ciro Buonajuto. «L’apertura di piazza Carlo di Borbone rappresenta un caso unico in Italia perché realizzato grazie al finanziamento della Regione Campania e a fondi filantropici di un mecenate straordinario che da oltre 20 anni sostiene Ercolano. Preserviamo il nostro splendido patrimonio e offriamo una possibilità concreta di crescita e sviluppo che trova la sua forza nel turismo, nella bellezza e nella legalità». di Massimo De Falco #Ercolano #urbanregeneration #cultura

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