👨👩👦 Oggigiorno, è sempre più comune che dopo una separazione, un divorzio o la fine di una convivenza, uno dei genitori desideri cambiare vita. 🔵 Per proteggere il supremo interesse del figlio minore alla bigenitorialità, il legislatore interviene disciplinando le modalità e i requisiti necessari per ottenere il trasferimento della residenza dei figli. ▶ Vediamo i dettagli. Jacopo Gulino Agostino Bighelli #genitori #figli #diritti #separazione #divorzio
Post di Studio Legale Gulino
Altri post rilevanti
-
Chi paga l’affitto di casa nell’eventualità di una separazione con figli? Gli aspetti economici rappresentano uno dei primi problemi di ordine pratico da affrontare dopo la fine della convivenza tra due coniugi e la legge è chiara nell’indicare che l’immobile dove il nucleo familiare vive stabilmente venga assegnato al coniuge con il quale vanno ad abitare i figli: questo aspetto è disciplinato dall’articolo 337-sexies del Codice Civile. Invece è differente la valutazione da fare sul pagamento dell’affitto perché non è scontato che sia il coniuge che usufruisce dell’appartamento a doversene fare carico.
Chi paga l'affitto in caso di separazione con figli: quello che c'è da sapere
idealista.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Ciò che rileva, al fine della quantificazione dell'assegno di mantenimento a favore del coniuge, al quale non sia addebitabile la separazione, e dei figli è l'accertamento del tenore di vita di cui i coniugi avevano goduto durante la convivenza matrimoniale. Non possono a tal fine, prendersi in considerazione le spese medie mensili dei due coniugi relative anche agli anni successivi alla separazione.La stabilità e la continuità della convivenza può essere presunta, salvo prova contraria, mentre, ove difetti la coabitazione, la prova relativa all'assistenza morale e materiale tra i partner dovrà essere rigorosa.In mancanza dell'elemento oggettivo della stabile coabitazione, l'accertamento dell'effettivo legame di convivenza, allorquando esso costituisca un fattore impeditivo del diritto all'assegno, deve essere compiuto in modo rigoroso, in riferimento agli elementi indiziari potenzialmente rilevanti, perché gravi e precisi, così come previsto dal primo comma dell'articolo 2729 c.c. https://lnkd.in/dAAKPXtA
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Nelle vicende che possono interessare una coppia che ha già affrontato il divorzio rientrano sicuramente le modifiche al regime economico appartenente ai due ex coniugi e come queste possano avere effetto sulle condizioni ottenute all'esito del procedimento giudiziario. Molto spesso la Corte di Cassazione è intervenuta sul tema, chiarendo quale fosse la natura dell'assegno di mantenimento dato al coniuge e sulle vicende che ne possono influenzare il suo ammontare. In una recente sentenza, la Corte ritorna sul tema, collegandolo alla revoca dell'assegnazione della casa familiare, Sentenza n. 7691/2024. https://lnkd.in/dPErecQx #casa #famiglia #matrimonio #figli #divorzio #giurisprudenza #diritto
Casa coniugale e figli indipendenti: cambia l'assegno divorzile?
studiolegalecastagna.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#separazione #divorzio #casa #assegno La revoca dell’assegnazione della casa coniugale può giustificare l’aumento dell’assegno divorzile. Nell’ambito della revisione delle condizioni di divorzio, la revoca dell’assegnazione della casa coniugale di proprietà esclusiva dell’ex coniuge, può essere considerata un cambiamento significativo da valutare per determinare un aumento dell’assegno divorzile. Il godimento di detto immobile, ancorché funzionale al mantenimento dell’ambiente familiare in favore dei figli, costituisce un valore economico non solo per l’assegnatario, che ne viene privato per effetto della revoca, ma anche per l’altro coniuge che si avvantaggia per effetto della revoca, potendo andare ad abitarla o concederla in locazione a terzi o comunque impiegarla in attività produttive compiendo attività suscettibili di valutazione economica che, durante l’assegnazione all’altro coniuge, non erano consentite. A stabilirlo e’ la Cass. Civ. con la recente ordinanza n. 7961/2024.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
#wikijus Se sei coinvolto in una separazione personale e ti preoccupi della gestione della🏡casa familiare, è fondamentale comprendere i 𝗽𝗿𝗼𝘃𝘃𝗲𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 che ne regolano l'assegnazione. Con la recente modifica legislativa, l'interesse dei figli è prioritario nella decisione del giudice. L'art. 337 cod. civ. stabilisce chiaramente che il godimento della casa familiare è attribuito tenendo conto soprattutto del benessere dei figli. Questo aspetto è cruciale anche nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerando eventuali titoli di proprietà. È importante notare che il 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗴𝗼𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 può essere revocato se l'assegnatario non la abita stabilmente, convive more uxorio o contrae un nuovo matrimonio. Inoltre, i provvedimenti giudiziali relativi all'assegnazione sono trascrivibili e opponibili a terzi, garantendo sicurezza giuridica. 👉🏻Per saperne di più visita il sito 𝗪𝗶𝗸𝗶𝗷𝘂𝘀 e abbonati ora, link nel primo commento! #officinanotarile #studionotarile #consulenzanotarile #artigianideldiritto
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Nell'articolo odierno mi soffermo sulla collocazione o collocamento dei figli in caso di cessazione della convivenza familiare e sugli effetti e conseguenze di essa sull'assegnazione dell'immobile e sul mantenimento https://lnkd.in/dYvXrtDm
LA COLLOCAZIONE DEI FIGLI DOPO LA CESSAZIONE DELLA CONVIVENZA FAMILIARE
https://www.studiolegalelucchi.it
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
L'avv. Anna Zerbi si pone una domanda molto interessante
Siamo giunti al XV post dell’avv. Anna Zerbi in tema diritto di famiglia È possibile rinunciare al mantenimento per i figli? Non si può rinunciare al mantenimento per i figli. Il giudice però, su richiesta dell’interessato, quando sopravvengono giustificati motivi, può modificare l’assegno di mantenimento. I genitori devono provvedere al mantenimento dei figli anche nel caso in cui si separano o divorziano, se hanno contratto matrimonio tra loro, oppure nel caso in cui cessano la convivenza, se non sono sposati. Il contributo al mantenimento è stabilito dal giudice in sede di separazione/divorzio o, nell’ipotesi di cessazione della convivenza, in sede di regolamentazione dei rapporti patrimoniali e personali con i figli. Il padre e la madre sono tenuti a provvedere al mantenimento della prole in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Da ciò consegue che nessuno dei genitori può essere esonerato da tale obbligo neanche nel caso in cui venga dichiarata la decadenza della responsabilità genitoriale per violazione dei doveri verso la prole o di abuso dei poteri con grave pregiudizio ai figli.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Siamo giunti al VII post della Of Counsel Anna Zerbi in tema diritto di famiglia Abbandono del tetto coniugale L'abbandono del tetto coniugale è un'azione che incide profondamente sull'equilibrio della vita matrimoniale. Si parla di abbandono del tetto coniugale quando uno dei coniugi lascia la residenza familiare senza un giustificato motivo e viola così i doveri di coabitazione previsti dall'articolo 143 del codice civile. L’art. 143 c.c. stabilisce infatti, tra gli altri, l’obbligo, a carico di entrambi i coniugi, di vivere sotto lo stesso tetto e condividere la vita familiare. L'abbandono del tetto coniugale può quindi configurarsi come una violazione di questi doveri coniugali, ma è fondamentale stabilire un nesso di causalità diretto tra tale abbandono e il deterioramento del rapporto matrimoniale. In altre parole, l'abbandono sarà rilevante ai fini legali solo se è la causa o ragione della separazione e non semplicemente la conseguenza di un matrimonio già in crisi. Nel contesto della separazione coniugale, l'abbandono del tetto coniugale può costituire un valido motivo di addebito, ma solo se tale comportamento rappresenta la causa diretta della rottura matrimoniale.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Nuovo articolo sempre sul tema diritto di famiglia
Siamo giunti al VII post della Of Counsel Anna Zerbi in tema diritto di famiglia Abbandono del tetto coniugale L'abbandono del tetto coniugale è un'azione che incide profondamente sull'equilibrio della vita matrimoniale. Si parla di abbandono del tetto coniugale quando uno dei coniugi lascia la residenza familiare senza un giustificato motivo e viola così i doveri di coabitazione previsti dall'articolo 143 del codice civile. L’art. 143 c.c. stabilisce infatti, tra gli altri, l’obbligo, a carico di entrambi i coniugi, di vivere sotto lo stesso tetto e condividere la vita familiare. L'abbandono del tetto coniugale può quindi configurarsi come una violazione di questi doveri coniugali, ma è fondamentale stabilire un nesso di causalità diretto tra tale abbandono e il deterioramento del rapporto matrimoniale. In altre parole, l'abbandono sarà rilevante ai fini legali solo se è la causa o ragione della separazione e non semplicemente la conseguenza di un matrimonio già in crisi. Nel contesto della separazione coniugale, l'abbandono del tetto coniugale può costituire un valido motivo di addebito, ma solo se tale comportamento rappresenta la causa diretta della rottura matrimoniale.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Sappiamo benissimo quanto siano delicate le cause di separazione, soprattutto quando ci sono di mezzo figli minori Cosa dice la legge in merito? Quando è previsto l’intervento degli assistenti sociali? Partiamo da un presupposto. Ai minori di figli separati è riconosciuto il diritto alla biogenitorialità, ovvero il diritto ad essere cresciuti da entrambi i genitori. Gli assistenti sociali lavorano per favorire gli interessi dei minori e intervengono in caso di situazioni di disagio o necessità. Qualche esempio? Quando un genitore non è ritenuto idoneo a occuparsi dei figli o quando c'è una situazione di grave impoverimento. Ok, ma quando viene chiesto concretamente l’intervento degli assistenti sociali? Primo caso: conflittualità estrema, tale da impedire al giudice di prendere una decisione. Secondo caso: una conseguenza provocata dalla separazione stessa, che mette il minore in situazioni di pericolo. Se hai bisogno di consulenza legale in merito alla tua pratica di divorzio o separazione, CONTATTACI e affidati alla nostra esperienza. www.studiolegalebombini.it Tel 02.84.13.15.25 #studiolegalebombini #studiolegale #studiolegalemilano #divorzio #separazione
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
183 follower