⚖️La maternità surrogata: un’analisi giuridica e le possibili prospettive. Cosa cambierà a partire dal 03.12.2024? Leggi il nostro articolo #studiolegaleamp
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La maternità surrogata rappresenta uno degli argomenti più controversi e complessi nel panorama legale contemporaneo. Questo articolo esplora le diverse sfaccettature legali della maternità surrogata e il riconoscimento dei minori, analizzando le implicazioni etiche, giuridiche e sociali. https://lnkd.in/daj5vCqR
La Maternità Surrogata e il Riconoscimento di Minori - Avvocato Claudia Blù
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MATERNITA’ SURROGATA – UNA LEGGE ITALIANA LA CONSIDERA REATO UNIVERSALE. Ecco cosa scrive il British Medical Journal sul “caso italiano”. Su invito della prestigiosa rivista British Medical Journal (BMJ) Natalie Gamble, avvocato britannico specializzato in fertilità, insieme ad altri importanti accademici e professionisti internazionali, come Lavanya Fischer (India), Kirsty Horsey (Regno Unito), Emily Jackson (Regno Unito), Denise Seidelman (New York) e Richard Vaughn (California), il 5 agosto hanno pubblicato un articolo su questo tema. https://lnkd.in/dNr6jxUH § PRINCIPIO ISPIRATORE: per la legge approvata in Italia, dal governo Meloni, la maternità surrogata è penalmente perseguibile in quanto intrinsecamente andrebbe a favorire lo sfruttamento delle donne (meno abbienti) e dannosa per i bambini. § REPLICA DEGLI ESPERTI INTERNAZIONALI: è dimostrato che la maternità surrogata in realtà spesso produce risultati positivi per tutti i soggetti coinvolti. § COSA NON CONVINCE DEL CASO ITALIANO: limitare o proibire la maternità surrogata per mitigare il rischio di pratiche non etiche o sfruttatrici è sia fuorviante che controproducente. Sbaglia chi classifica questa pratica come maternità surrogata "buona" e "cattiva", oppure come pratica “altruistica” e “commerciale”, o “nazionale” e “internazionale”. Le misure che cercano di limitare la maternità surrogata semplicemente aumentano la spinta dei genitori intenzionali a cercare opzioni meno regolamentate altrove. § SOLUZIONE: unico modo efficace per garantire una pratica etica della maternità surrogata è attraverso una regolamentazione solida che non cerchi di limitare o proibire la maternità surrogata ma piuttosto la regoli con principi di sicurezza, consenso informato, supporto adeguato e considerazione delle implicazioni a lungo termine. La maternità surrogata è praticabile in 66 Paesi in tutto il mondo. Pertanto, punire un “reato” quando questo è commesso in un Paese che non lo considera tale rende di fatto “inapplicabile la legge” in quanto la stessa “ignora il principio della doppia incriminazione”, che è alla base del diritto penale. Se una coppia rientra dall’estero con un legittimo certificato di nascita rilasciato da un'autorità straniera, i tribunali italiani non potranno contestare alcun reato, data la legittimità del caso. Inoltre, la legge fotografa lo status quo ma che potrebbe a breve essere superata da più avanzate tecniche di concepimento, come l’uso di uteri artificiali dove non sarebbe coinvolta alcuna donna ma solo un sistema di tecnologie avanzate. Allora, in questo caso come si collocherebbe la legge italiana? Da precisare che in Italia la maternità surrogata è illegale dal 2004 [Legge 40/2004, art. 12, comma 6], ai sensi della legge sulla riproduzione assistita, che proibisce anche la vendita di gameti o embrioni. #maternitàsurrogata Maggiori info: https://lnkd.in/dcw8XqCQ
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🌍✋ **Importante Novità Legale: La Maternità Surrogata Diventa Reato Universale!** 👉 **Cosa significa?** I #MaternitàSurrogata #LeggeItaliane #Diritti #StopSurrogazione #Legislazione #Giustizia #CittadiniItaliani #Attualità #Nursind
La maternità surrogata diventa reato universale, punita anche all’estero. Ecco cosa prevede la nuova - Infermieristicamente - Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche
infermieristicamente.it
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Il 16 ottobre 2024 il Senato ha approvato il decreto legislativo che ha esteso la pretesa punitiva italiana nei riguardi del cittadino che all’estero commette il reato di maternità surrogata. In Italia, il reato è reato previsto e punito dalla Legge 40/2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” secondo la quale, all’art. 12, comma 6, “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.” Il recente intervento normativo aggiunge un nuovo periodo alla fine del comma 6 dell’art. 12 della legge n. 40/2004, per sottoporre alla giurisdizione italiana le condotte poste in essere dal cittadino italiano, riferibili al delitto di surrogazione di maternità, pure se commesse in territorio estero. Cosa significa maternità surrogata, reato universale e quali diritti per i bambini nati, loro malgrado, da tale pratica? Approfondisce l’argomento, l’avv. Alice Di Lallo #maternitàsurrogata #italia #reato
La maternità surrogata diventa reato universale
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Chi attraversa un momento delicato come l'aborto volontario, sa quanto può essere importante sentirsi comprese e supportate. Nel mio post dal blog, rifletto sulle possibili implicazioni emotive e culturali di questa scelta e su come potere affiancare le donne che affrontano un'interruzione volontaria di gravidanza. Leggi l'articolo completo: https://lnkd.in/dUtnDnqh
Interruzione volontaria di gravidanza e risvolti psicologici - Chiara Riviello
https://www.chiarariviello.it
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Maternità surrogata reato universale in Italia | Definizione e contesto, novità, cos'è reato universale, implicazioni criticità e dubbi. Scopri di più ⚖
Maternità surrogata reato universale in Italia
studiolegalelbmg.com
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È singolare come nonostante tali premesse l’ideologia del governo attuale, fondata a loro dire sulla tutela della 𝗺𝗮𝘁𝗲𝗿𝗻𝗶𝘁𝗮̀, della 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 e difesa dell’𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮̀, porti la donna al centro di un vortice di pressioni proprio da parte delle istituzioni che dovrebbero tutelarne la 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲. Far leva sul 𝗣𝗡𝗥𝗥 (in barba alle normative UE e senza investire nei settori strategici) col solo fine di complicare ulteriormente una scelta così difficile e carica di un bagaglio 𝗲𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼 non indifferente, sottolinea sempre più l’idea che essi hanno della donna, vista meramente come una fabbrica di bambini. Del resto da chi parla di rendere nuovamente 𝗰𝗼𝗼𝗹 la maternità per i 18enni, dovendo questi ultimi trasformarla nella loro principale aspirazione di vita, non vedo cosa ci si potesse aspettare di diverso. Nel momento in cui si aprono le porte alle cosiddette associazioni “pro-life” con il solo scopo di bombardare una donna già in un momento di 𝗳𝗿𝗮𝗴𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀, utilizzando sostantivi come 𝗱𝗲𝗹𝗶𝘁𝘁𝗼/𝗼𝗺𝗶𝗰𝗶𝗱𝗶𝗼 e asserendo oscenità come “purtroppo l’aborto è un diritto”, “è un delitto, non un diritto”, come sostiene la vicedirettice del Tg1, si tenta deliberatamente di 𝗰𝗿𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 la donna, senza approfondirne le motivazioni alla base, compito che tra l’altro spetta a figure specializzate e non a gente a caso che vuole ergersi a paladina di una moralità tutta da appurare e ci riporta indietro di oltre mezzo secolo. La 𝗰𝗶𝗹𝗶𝗲𝗴𝗶𝗻𝗮 sulla torta è poi la violenza perpetrata in certe strutture (all’interno del SSN), che si sono addirittura inventate il nome di marketing “𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼” per rendere figo l’obbligo, nei confronti della donna, all’ascolto del 𝗯𝗮𝘁𝘁𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗲𝘁𝗼, prima di procedere con l’IVG. Per non parlare poi delle donne costrette a recarsi fuori regione solo per vedersi riconoscere un diritto, che di fatto in alcuni territori non viene neanche preso in considerazione dei presidenti di regione stessi. Mi lascia perplesso e anche abbastanza inorridito questo atteggiamento di condanna da parte delle istituzioni e di totale 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗰𝘂𝗿𝗮𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮 verso le donne e le loro vere esigenze, che possono non essere esclusivamente di natura economica, il loro sostegno e la tutela della loro salute mentale, nascondendosi banalmente dietro la frase “vogliamo solo garantire una piena applicazione della L. 194”. #salutementale #PNRR #maternità #psicologia
Il tema dell’Interruzione volontaria di gravidanza è delicatissimo e deve essere affrontato con particolare rispetto, competenza e professionalità, mettendo a fuoco la complessità della scelta da parte della donna. Per questi motivi è richiesto un supporto nei Consultori tale da garantire l’approccio psicologico, medico e sociale. Nei momenti complicati in cui la donna si trova nelle condizioni di dover scegliere, non si può non parlare della tutela della salute psicologica. In questo contesto la nuova norma nel PNRR pone sul tappeto una domanda: l’articolo 2 della L. 194 già prevedeva la “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”: perché, quindi, specificare la possibilità di rendere presenti i “soggetti del Terzo Settore”, dato che si tratterebbe degli stessi soggetti già previsti? Dal dibattito in corso appare evidente che la finalità di questa modifica normativa sia la presenza attiva dei soggetti in questione all’interno dei Consultori nel momento della scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), cioè nel momento in cui il portato psicologico è maggiore e più significativo. Le associazioni volontarie e del privato sociale che possono realmente offrire supporto alla perinatalità, alla maternità e alla paternità, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante, proprio perché, dato che intervengono nel momento in cui sul piano psicologico si è valutato che la scelta di interrompere la gravidanza è dovuta alla percezione di cause economico-organizzative, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante nella fase successiva alla scelta. Siamo di fronte ad un lavoro in rete attivo da decenni, senza improprie sovrapposizioni di compiti. E questo modello ha funzionato. È urgente, pertanto, invertire la tendenza di progressivo depotenziamento dei Consultori, ripristinando gli organici delle figure sanitarie e sociali, soprattutto con riguardo alla professione psicologica. Per approfondire 👇🏻 https://lnkd.in/dUc-STgy
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Il tema dell’Interruzione volontaria di gravidanza è delicatissimo e deve essere affrontato con particolare rispetto, competenza e professionalità, mettendo a fuoco la complessità della scelta da parte della donna. Per questi motivi è richiesto un supporto nei Consultori tale da garantire l’approccio psicologico, medico e sociale. Nei momenti complicati in cui la donna si trova nelle condizioni di dover scegliere, non si può non parlare della tutela della salute psicologica. In questo contesto la nuova norma nel PNRR pone sul tappeto una domanda: l’articolo 2 della L. 194 già prevedeva la “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”: perché, quindi, specificare la possibilità di rendere presenti i “soggetti del Terzo Settore”, dato che si tratterebbe degli stessi soggetti già previsti? Dal dibattito in corso appare evidente che la finalità di questa modifica normativa sia la presenza attiva dei soggetti in questione all’interno dei Consultori nel momento della scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), cioè nel momento in cui il portato psicologico è maggiore e più significativo. Le associazioni volontarie e del privato sociale che possono realmente offrire supporto alla perinatalità, alla maternità e alla paternità, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante, proprio perché, dato che intervengono nel momento in cui sul piano psicologico si è valutato che la scelta di interrompere la gravidanza è dovuta alla percezione di cause economico-organizzative, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante nella fase successiva alla scelta. Siamo di fronte ad un lavoro in rete attivo da decenni, senza improprie sovrapposizioni di compiti. E questo modello ha funzionato. È urgente, pertanto, invertire la tendenza di progressivo depotenziamento dei Consultori, ripristinando gli organici delle figure sanitarie e sociali, soprattutto con riguardo alla professione psicologica. Per approfondire 👇🏻 https://lnkd.in/dUc-STgy
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La maternità è un viaggio unico e profondamente personale, che ogni donna sperimenta in modo diverso. L’età in cui si sceglie di intraprendere questo percorso può influenzare non solo l’esperienza della gravidanza stessa, ma anche la salute e il benessere di madre e bambino. Nel corso degli anni, l’evoluzione sociale e medica ha ampliato le possibilità per le donne, consentendo loro di pianificare la maternità in momenti diversi della vita. Esploriamo insieme come la gravidanza si manifesta e si vive nelle diverse decadi della vita femminile: i 20, i 30 ei 40 anni, con un occhio attento alle implicazioni mediche e psicologiche di ciascuna fase. Leggi l'articolo completo su Italian Beauty Community A cura di Samuela Nisi #italianbeautycommunity #ibc #benews #attualità #benessere #wellness #gravidanza #salute
Età e gravidanza: l’attesa nelle diverse fasi della vita - Italian Beauty Community - Il beauty come non l'hai mai visto
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il potenziamento dei consultori è una dimensione fondamentale per l'assistenza multidisciplinare e specialistica verso i bisogni complessi della donna e della famiglia. in particolare la presenza dedicata e capillare della figura dello psicologo.
Il tema dell’Interruzione volontaria di gravidanza è delicatissimo e deve essere affrontato con particolare rispetto, competenza e professionalità, mettendo a fuoco la complessità della scelta da parte della donna. Per questi motivi è richiesto un supporto nei Consultori tale da garantire l’approccio psicologico, medico e sociale. Nei momenti complicati in cui la donna si trova nelle condizioni di dover scegliere, non si può non parlare della tutela della salute psicologica. In questo contesto la nuova norma nel PNRR pone sul tappeto una domanda: l’articolo 2 della L. 194 già prevedeva la “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”: perché, quindi, specificare la possibilità di rendere presenti i “soggetti del Terzo Settore”, dato che si tratterebbe degli stessi soggetti già previsti? Dal dibattito in corso appare evidente che la finalità di questa modifica normativa sia la presenza attiva dei soggetti in questione all’interno dei Consultori nel momento della scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), cioè nel momento in cui il portato psicologico è maggiore e più significativo. Le associazioni volontarie e del privato sociale che possono realmente offrire supporto alla perinatalità, alla maternità e alla paternità, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante, proprio perché, dato che intervengono nel momento in cui sul piano psicologico si è valutato che la scelta di interrompere la gravidanza è dovuta alla percezione di cause economico-organizzative, hanno avuto e hanno tuttora un ruolo molto importante nella fase successiva alla scelta. Siamo di fronte ad un lavoro in rete attivo da decenni, senza improprie sovrapposizioni di compiti. E questo modello ha funzionato. È urgente, pertanto, invertire la tendenza di progressivo depotenziamento dei Consultori, ripristinando gli organici delle figure sanitarie e sociali, soprattutto con riguardo alla professione psicologica. Per approfondire 👇🏻 https://lnkd.in/dUc-STgy
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