2024: I NEGOZI FISICI AL BIVIO

E-Commerce e retail fisico nel 2024: un'opportunità da valutare con la necessaria consapevolezza

Sono quasi 15 anni che mi occupo di e-commerce, come imprenditore "fisico e digitale" prima e come consulente ora. Ho iniziato nel mondo del fashion, mi sono occupato di beverage, di food per arrivare in questi ultimi due anni al pharma (farmacie)

La visione costruita attraverso la somma di queste esperienze mi fa affermare che il 2024 dovrà essere l'anno delle Scelte per il commercio fisico.

Nei primi tre mesi del 2023 nelle vendite online è successo:

33 mln gli individui (+15 anni) che hanno fatto almeno un acquisto online.

24 mln sono acquirenti abituali.

L'età media di chi acquista online - 45 anni - cresce grazie alla sempre maggior presenza degli over 60

La vendita in valore € di prodotti ha superato di gran lunga quella di servizi

I ricavi previsti per il 2023 sono € 66 mld, cioè l'8% dei consumi delle famiglie (il doppio di 5 anni fa)

Lo smartphone (in Italia ne abbiamo tutti almeno uno sempre a portata di mano) è di gran lunga il primo accesso alla rete e sempre più strumento sicuro e veloce di pagamento.

Si consolida l'abitudine al riacquisto; il 64% dei clienti compra più volte a distanza di tempo dallo stesso merchant

Questi sono alcuni dati che confermano l'occasione mancata per chi ora non presidia questo canale di vendita e, vista la tendenza, certificano che non esserci in futuro potrebbe rendere, per molti negozi fisici ai margini del mercato, complicatissimo sopravvivere.

Se aggiungiamo gli investimenti in atto per migliorare e velocizzare la rete e la tendenza di una parte delle nuove generazione a scegliere luoghi più remoti per vivere, diventa imperativo, per ogni impresa della distribuzione fisica che sia abbigliamento o farmacia, comprendere quali siano le opportunità e gli impegni che un investimento nel canale di vendita online comporta.

E allora cosa fare?

Come prima cosa bisogna "conoscere" per poter "decidere al meglio"

1) conoscere il perimetro delle opportunità che il proprio segmento di prodotto concede, partendo da una analisi della concorrenza di prossimità (chi presidia il local e quale approccio usa) per arrivare a comprendere quali "armi" usano i player a livello nazionale

2) conoscere nel particolare l'impatto che questo canale di vendita aggiuntivo avrà sulla propria struttura aziendale (competenze risorse umane e tempo dedicato) in ambito organizzativo ed economico

3) conoscere i valori per un corretto e dimensionato investimento nella piattaforma (non esiste una piattaforma preconfezionata adatta a tutti e non sempre le agenzie sono all'altezza del compito) e per una proficua gestione dell'e-commerce nei primi 2/3 anni (quest'ultimo punto spesso viene ampiamente sottovalutato) il tempo nel quale si inizia a vedere un significativo ritorno.

4) conoscere i criteri con i quali scegliersi il fornitore digitale adatto alla propria idea di progetto (questo è una delle sottovalutazioni più comuni) mettendo in campo la stessa capacità selettiva che si usa, ad esempio, quando si cerca un nuovo fornitore di prodotto.

Questo approccio, che si traduce nella stesura di un assessment digitale aziendale per i miei clienti, permette di creare presupposto concreto per la sostenibilità nel tempo del proprio progetto e-commerce. Ne delimita i contenuti con chiarezza e diventa il documento principe utilizzabile per la ricerca dell'agenzia più adatta. Porta ad uscire dalla trappola di quei luoghi comuni del "non fa per me, io ho un prodotto difficile" o "ci ha provato un mio collega, un bagno di sangue" che tanto hanno contribuito a tenere al palo la piccola distribuzione.

Certo non è un investimento per tutti ma di certo lo è per molti.

L'e-commerce è per una azienda della distribuzione , il raggiungimento della "vetta" della propria presenza digitale ma......

"Non esiste nulla di più accessibile. Non si tratta di scalare una irta montagna bensì una collina con pendii più o meno dolci a seconda del tempo che ci diamo per raggiungerne la cima"