3 suggestioni su Bitcoin e la tokenizzazione del tuo albergo

3 suggestioni su Bitcoin e la tokenizzazione del tuo albergo

Tokenizzare un bene fisico è il sogno di chi frequenta da qualche anno il mondo di bitcoin e delle criptovalute. È un processo che può essere molto interessante per aiutare il settore dell'ospitalità messo così in crisi dal Covid-19.

Tokenizzare un hotel, un residence, un resort oppure singoli appartamenti in affitto turistico può essere un modo per portare liquidità a un settore in asfissia, digitalizzare immobili che sono una parte importante del patrimonio immobiliare italiano aprendone l'accesso alla massa e non ultimo innovare il modello gestionale rendendoli più resilienti al mercato attraverso il prototipo della DAO (Decentralized Autonomous Organization).

tokenizzazione e mattoncini lego
Tokenizzare un immobile è un po' come quando giocando alle Lego® smontavamo la stazione dei vigili del fuoco.

Ma è bene procedere con ordine per non generare confusione su questo sicuramente molto innovativo. Per questo motivo oggi apro l'argomento con un primo articolo di una piccola serie sul tema della tokenizzazione di asset reali.

1. Che cos’è la tokenizzazione di un bene fisico?

Alcune stime recenti hanno posto il valore degli asset fisici globali intorno a 256 migliaia di miliardi di dollari. Si tratta di una cifra da capogiro, ma al contempo molto ingannevole: buona parte di questi asset, infatti, non è fungibile, ossia è molto difficile da scambiare con denaro o altri asset.

Prendiamo come esempio una tua ipotetica casa da 100.000 euro. Ora mettiamo caso che ti servano 10.000 euro in contanti per effettuare una ristrutturazione e aumentare così il valore dell’immobile. Se la casa fosse un asset fungibile, potresti tranquillamente cederne un decimo per ottenere un decimo del suo valore, ovvero i 10.000 euro che ti servono. Le cose però – purtroppo – non funzionano così: molto probabilmente, dovresti rivolgerti ad una banca che ti offrirebbe quella cifra in cambio di un tasso di interesse sul prestito. Non solo: le tempistiche sono generalmente molto lunghe, la quantità di carte da firmare è sempre più ampia e i rischi – come il pignoramento – sono all’ordine del giorno.

Ora poniamo invece che tu sia in possesso di un’opera d’arte di grande valore, nell’ordine di grandezza delle decine di milioni di euro. Come il quadro di Picasso Les femmes d’Alger, venduto all’asta per la modica cifra di 179.4 milioni di dollari. Trovare un compratore in grado di permettersi una quantità di denaro simile è molto raro, e questo comporta attese lunghissime e possibili svalutazioni.

Da qualche anno una nuova tecnologia si è fatta strada nel mondo degli asset, offrendo la possibilità di renderli fungibili e garantire dei notevoli benefici sia ai compratori che ai venditori: stiamo parlando della tokenizzazione tramite blockchain. In questo articolo parleremo dei benefici della tokenizzazione di un bene fisico.

2. Gli step della tokenizzazione di un bene fisico

I token digitali sono una tecnologia molto recente, e in quanto tale richiede un processo altrettanto innovativo per essere attuata.

Ecco gli step che solitamente riguardano la divisione in token di un asset fisico:

  1. Scelta dell’asset. Il primo passo riguarda, ovviamente, la scelta del bene che si vuole tokenizzare. Beni immobiliari, opere d’arte, gemme preziose, collezioni d’antiquariato: l’unica condizione è la capacità di un bene di essere posseduto legalmente. Una cosa da tenere bene a mente è il valore offerto al compratore del token: il suo margine di guadagno dipende dal cambiamento di valore dell’asset – come nel caso delle opere d’arte – o c’è una forma di guadagno intrinseca nel bene, come gli affitti derivati da un bene immobile?
  2. Economia dei token. I token si dividono in due macro-categorie: gli initial coin offering (ICO), che rappresentano delle quote di una società/azienda; e i security token offering (STO), che sono invece legati ad un asset fisico. Nel caso dei beni fisici, i security token sono generalmente i più utilizzati per la gestione economica dell’asset. A questo punto non resta che definire il metodo di scambio dei token: saranno venduti direttamente su un sito dedicato, oppure verranno inseriti in un exchange? Quanti token verranno messi in circolo? Ogni scelta comporta dei pro e dei contro, e la decisione finale ricadrà sull’azienda.
  3. Requisiti tecnici. Per funzionare, i token devono essere basati su una blockchain esistente. Finora, più dell’80% dei token sono ospitati sulla piattaforma Ethereum, che offre quindi un’ulteriore sicurezza dovuta alla natura condivisa delle blockchain. 
  4. Requisiti legali. In base al tipo di asset tokenizzato, sarà necessario un lavoro di ricerca inerente alle leggi del tuo paese in merito alla tokenizzazione digitale di beni fisici. Questo passo viene generalmente gestito da un team di professionisti, in grado di assicurare la legalità del processo.
  5. Scrittura del white paper. Il white paper è un documento accessibile a tutti che spiega il funzionamento del progetto sotto ogni punto di vista: amministrativo, legale, economico, tecnologico, e ogni altro aspetto possibile. Lo scopo del white paper è duplice: creare trasparenza e attirare acquirenti.
  6. Partenza del progetto. A questo punto, non rimane che acquistare il bene fisico, tokenizzarlo, e venderlo agli acquirenti.

3. I vantaggi della tokenizzazione

Una volta chiariti i passi da seguire per tokenizzare un bene fisico, non rimane che una domanda: che vantaggi porta al venditore e agli acquirenti?

Il primo vantaggio è evidente: l’aumento di liquidità di beni altrimenti illiquidi, come le grandi proprietà immobiliari. La divisione in token consente di comprare e vendere la proprietà di un bene che sarebbe altrimenti indivisibile.

Questa aumentata liquidità porta ad altri due vantaggi: l’accessibilità ad un mercato altrimenti privilegiato, come quello immobiliare; e l’acquisizione di nuovi acquirenti, attirati dalla possibilità di possedere delle frazioni di un bene altrimenti inaccessibile.

Altri valori sono invece ereditati direttamente dalla natura della blockchain:

  1. Le transazioni sono gestite automaticamente da un codice visualizzabile da chiunque e inalterabile, rimuovendo la necessità di supervisione delle transazioni da parte di terzi;
  2. Ogni operazione sulla blockchain è pubblica, così come gli smart contract che gestiscono le transazioni: questa trasparenza aumenta notevolmente la sicurezza, dato che un attacco alla blockchain è quasi impossibile e, nel caso dei token, facilmente riparabile.
  3. La natura automatizzata delle transazioni trasforma delle procedure lunghe e costose in transazioni istantanee ed economiche, che aiutano a mantenere il valore dell’asset tokenizzato.

Questi benefici sono validi sia per il venditore dell’asset che per i compratori, in quanto entrambe le parti ricevono un guadagno sostanziale dall’utilizzo della tokenizzazione su blockchain.

Per concludere, possiamo paragonare la tokenizzazione a una residenza: perché comprare tutto il condominio, quando un singolo appartamento è più che sufficiente?

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Michele Costantini

Hotel Addicted, Founder @ Travel Empact | Book Author "NeurHotel" on AI + Neuromarketing

4 anni

Affasciante punto di vista su un settore che almeno fino al 2023 non potrà dirsi in ripresa. Ma un asset immobiliare ha un orizzonte temporale di ROI più lungo Di un paio d’anni di negatività   resta da capire come conciliare le due visioni  

Sergio Cucini

esperto di turismo

4 anni

Certo!

Sergio Cucini

esperto di turismo

4 anni

L'argomento è interessante Maurizio: i problemi da affrontare in Italia sono parecchi e non banali. Hai esperienze a riguardo con cui confrontarsi?

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