5 regole e 5 ostacoli per l’ascolto attivo
Si fa un gran parlare di ascolto attivo come competenza essenziale per poter essere di aiuto agli altri e supportarli nei momenti di maggior bisogno. L’ascolto attivo riguarda anche la nostra capacità di saper essere dei buoni interlocutori durante un meeting o un incontro di lavoro al fine di sfruttare al massimo il potenziale di tutte le persone presenti e contribuire alla creazione di un clima costruttivo e funzionale al raggiungimento dei risultati.
In questo articolo vorrei quindi ripartire da alcuni aspetti fondamentali provando ad identificare 5 regole di base e altrettanti ostacoli da tenere a mente. Personalmente sono passato attraverso ognuno di essi in varie fasi della mia vita privata e lavorativa e immagino che anche tu leggendo potrai richiamare alla mente i tuoi episodi personali. Come sempre ciò che può fare la differenza è rendersi conto del possibile margine di miglioramento e lavorare in tal senso, per il resto, gli errori fanno parte del percorso.
Regola 1 – Svuota la mente e non distrarti
Nella frenesia delle nostre vorticose giornate, la cosa più semplice che ti può capitare è quella di parlare con qualcuno consultando nel frattempo il tuo telefono oppure cercando di completare l’attività che stai facendo davanti al PC. Ecco, se vuoi essere un ascoltatore attento, prenditi il tuo tempo, piuttosto rimanda la conversazione ma quando sceglierai di farla, dedica la tua attenzione all’interlocutore; svuota la tua mente da altri pensieri e non distrarti. Se hai scelto di aiutare o essere di supporto è essenziale che tu possa comprendere al meglio cosa l’altro vuole dire.
Regole 2 – Stai in silenzio e ascolta con il cuore
Capita spesso di ascoltare qualcuno mentre parla e nel frattempo immaginare cosa dire dopo e soprattutto quale consiglio dare, perché diciamolo, ci piace sempre un sacco dare consigli; ci fa sentire forti e competenti. Spesso però le persone non vogliono consigli ma si aspettano solo di trovare qualcuno che ascolti e le lasci sfogare per riflettere sulle loro stesse parole. Stai in silenzio e ascolta col cuore cercando di percepire l’altro nella sua interezza: parole, emozioni, movimenti (che poi è la terza regola…)
Regola 3 – Prova a cogliere il non verbale
Se ascolti col cuore, come dicevamo, potrai entrare in contatto con l’altra persona con maggiore pienezza e l’esercizio difficile sarà quello di cogliere il non verbale, le espressioni, la postura, i movimenti. Tutti questi aspetti hanno molto da dire rispetto a quanto quell’argomento è sentito dal nostro interlocutore. Se ad esempio qualcuno mi parla continuando a far schioccare le dita delle mani potrebbe significare qualcosa che va oltre il semplice racconto, stesso discorso se continua a muoversi su una sedia non trovando una posizione di comfort. Certo che se poi ti trovi davanti uno come me che gesticola molto allora la situazione diventa più complicata, ma questa è un altra storia.
Regola 4 – Sospendi il giudizio
Regola sempre verde sulla quale i puristi diranno che è impossibile sospendere il giudizio perché la nostra mente è naturalmente portata a fare collegamenti, classificare e quindi a emettere giudizi o sentenze nel bene o nel male. Per quello che ci è dato di fare, accetta che la tua mente abbia questa necessità ma sforzati di comprendere che dall’altra parte chi parla ha comunque le sue ragioni e magari sta attraversando un momento particolare; il tuo ascolto deve servire a lui per andare avanti e non a te per vincere qualcosa. Prendi atto del tuo giudizio eventuale ma mettilo in pausa, posteggialo da qualche parte e dedicati alla conversazione.
Regola 5 – Verifica se hai compreso
Abituati ad usare la parafrasi per riformulare quello che senti dalle parole dell’altro. Questo sarà di grande aiuto per l’altro che potrà ascoltare da una voce diversa dalla sua ciò che lui ha detto. Questo approccio aiuta ovviamente anche te perché ti permette di verificare la comprensione di quanto stai ascoltando e portando così la conversazione su un piano di lavoro condiviso e ben compreso dalle parti.
Ostacolo 1 – Trovare l’interlocutore attraente o antipatico
Quando questo accade in qualche modo sei vittima dell’effetto alone, il bias cognitivo che ti porta ad estendere quella qualità dell’interlocutore anche in altri contesti. In particolare se ad esempio l’altra persona ti sta antipatica, è probabile che la tua mente si metta già sulla difensiva perché sarai portato a pensare che ciò che ha da dire sarà cattivo e acido come la percezione che tu hai di lui/lei e questo rischia di portare anche te verso un atteggiamento poco costruttivo. Al contrario se trovi l’interlocutore attraente potresti finire preda di facili abbagli un pò come Ulisse ammaliato dalle sirene.
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Ostacolo 2 – Avere idee preconcette sull’argomento
Se ho delle mie convinzioni su un determinato tema e sto per ascoltare qualcuno che ne parla, magari durante una riunione di lavoro, rischio di non riuscire ad essere neutrale perché le mie convinzioni si comportano un pò come tappi per le orecchie evitando che concetti e parole arrivino realmente al mio cuore e ponendomi inconsciamente in una posizione difensiva o arroccata. In questo caso il bias di conferma è sempre pronto dietro l’angolo a farti imboccare una strada non corretta poiché ti porta a sentire solo le cose che ritieni importanti per confermare le tue convinzioni e rende sfocato tutto il resto che invece potrebbe aiutarti per avere una visione più ampia dell’argomento.
Ostacolo 3 – Memorizzare i dati più che comprenderli
Se sei in una situazione in cui troppe informazioni circolano nella conversazione, rischi di cader vittima della memorizzazione cioè vuoi ricordare a tutti i costi tutti gli elementi portati al tavolo e nel fare questo rischi di perdere il senso generale e quindi la visione complessiva di ciò che quel discorso rappresenta.
Ostacolo 4 – Pensare a cosa rispondere
Questo è un classico all’interno delle riunioni di lavoro. Qualcuno sta facendo un’affermazione e tu dall’altra parte cominci a pensare a che tipo di risposta dare. Lo fai perché vuoi sembrare importante, perché devi comunque rispondere, perché non puoi darla vinta a certe affermazioni… c’è sempre un buon motivo apparente. Quello che non fai è sforzarti di comprendere per poi rispondere con qualcosa che abbia un senso in ottica di dialogo costruttivo. Stai ponendo le basi per un possibile conflitto come racconta l’ultimo ostacolo.
Ostacolo 5 – Cercare di avere ragione
Tu mi dirai “sì ma se dall’altra parte dicono cose false o mettono in dubbio la mia credibilità mi devo pur difendere e quindi devo dimostrare di avere ragione“. Questo potrebbe essere sensato ma dobbiamo tenere a mente che se io cerco di aver ragione su qualcosa, subito dopo l’altro cercherà di aver ragione a sua volta e ci sposteremo sul piano del io contro te, in una sfida inutile che non aiuta nessuno, specie il gruppo che magari si è riunito per valutare qualcosa. In questo caso potresti invece sfruttare un approccio di tipo non violento come suggerito dal modello di Rosenberg:
Invece di rispondere a tono evidenziando gli aspetti che confutano magari quanto appena detto dall’altro potresti lanciarti in qualcosa di simile: “in quello che dici vedo che ci sono degli aspetti che ti fanno mettere in dubbio il mio lavoro fin qui (ciò che osservi), questo mi rende triste perché in realtà c’è tanto lavoro dietro (ciò che senti), mi servirebbe capire meglio cosa ti porta a fare questo tipo di affermazione (di cosa hai bisogno), per provare insieme a correggere il tiro a vantaggio di entrambi (richiesta esplicita)”. Ma di questo torneremo a parlare magari in un prossimo articolo.
In chiusura
Come vedi dietro l’idea di ascolto attivo si nascondono molte cose differenti e sicuramente questo non è nemmeno un elenco esaustivo. Tu che leggi avrai sicuramente in mente altri aspetti che si possono aggiungere a questa lista. La sfida è quella di esercitarsi ogni giorno per fare in modo che la nostra capacità di ascolto migliori e piano piano gli ostacoli si allontanino.
Sono Luca Cianci e ti aiuto a costruire Team Che Funzionano Davvero utilizzando il coaching e la facilitazione per creare originali percorsi di crescita e formazione. Dai un’occhiata al progetto Team Che Funzionano Davvero e agli strumenti originali che ti propongo per lavorare insieme. Contattami per organizzare la prossima aula direttamente nella tua azienda.
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