50 anni dallo sbarco sulla luna
https://teeech.it/2019/07/19/50-anni-sbarco-sulla-luna/

50 anni dallo sbarco sulla luna

Il 20 luglio di 50 anni fa il modulo lunare dell’Apollo 11 tocco per la prima volta la superficie del nostro satellite. Da allora molte cose sono cambiate, purtroppo non sempre in meglio. 

L’intera missione costò, tenendo conto dell’inflazione, tra i 150 e i 250 miliardi di euro attuali, che è grossomodo quanto ci costa ogni anno la corruzione in Italia. Giusto per rendere l’idea delle proporzioni in campo: nel 2008 il piano-Paulson stanziò circa 700 miliardi di dollari per impedire il tracollo delle banche e acquistare i loro titoli “tossici”.

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Questo rende molto bene l’idea di cosa voglia dire “tornaconto dell’investimento“. Il salvataggio delle banche ha portato ad una sfiducia collettiva mondiale nei confronti del sistema economico moderno, con una crisi senza precedenti, innumerevoli aziende fallite e centinaia di migliaia di posti di lavoro bruciati.

La missione Apollo, oltre a sancire la vittoria politica statunitense nella corsa allo spazio, ha avuto invece un impatto concretamente positivo nella vita di tutta l’umanità, in particolare sotto due aspetti che si intersecano uno con l’altro in maniera continuativa: culturale e pratico.

Culturale, perché ha iniettato in ogni essere umano una dose di fiducia nei confronti del futuro degna del miglior Gene Roddenberry in Star Trek. L’uomo poteva davvero conquistare lo spazio, non era relegato alla piccola palla azzurra su cui era nato: la fantascienza iniziava ad essere meno fanta- e molto più -scienza. Lo stesso Neil Armstrong disse “La cosa più importante della missione Apollo fu dimostrare che l’umanità non è incatenata per sempre a un solo pianeta, e che le nostre visioni possono superare quel confine. E che le nostre opportunità sono illimitate.

Pratico, grazie alle innumerevoli scoperte che la corsa alla luna aveva portato con se. Gli scienziati erano costretti a dare soluzioni a problemi completamente nuovi e queste soluzioni hanno contribuito ad una ricaduta tecnologica nella vita di tutti noi senza uguali. Si calcola che per ogni dollaro dei circa 25 miliardi spesi negli anni ’60 per il programma Apollo, le ricadute tecnologiche ne abbiano prodotti tre.

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Goretex, velcro, gomme da masticare al fluoro, orologi al quarzo, cibi liofilizzati, celle a combustibile, innovative lenti fotografiche sono tutti frutto della ricerca specifica nel programma Apollo 11. Sono oltre 30.000 i prodotti arrivati sul mercato negli anni successivi legati in modo diretto con la storica missione del 1969, ciascuno di essi ha contribuito -e continua a farlo- al miglioramento delle nostre vite.

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Anche i microchip sono stati un’innovazione legata a quei tempi di conquista. Erano primordiali e le loro limitazioni non fanno altro che rendere ancora più incredibile quell’impresa. La famosa legge di Moore, che prevede un raddoppio della potenza di calcolo ogni 18 mesi, ha fatto il resto: gli ultimi telefoni hanno in genere almeno 4 GB di RAM, pari a 34,359,738,368 bit. Ovvero oltre un milione di volte più memoria rispetto a quanto l’Apollo Guidance Computer (AGC) montava a bordo, 32,768 bits. Se vogliamo fare un ulteriore confronto sull’argomento, l’AGC aveva un processore operante a 0.043 MHz; si stima che l’ultimo processore di iPhone funzioni a circa 2.490 MHz: abbiamo in tasca oltre 100.000 volte la potenza di elaborazione del computer che ha permesso all’uomo di atterrare sulla luna 50 anni fa.

E pensare che c’è ancora chi si domanda se valga la pena investire nella ricerca e nelle missioni nello spazio.

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