Adaptive Leadership, appunti dal seminario
IDEA 2018 - Seminario Leadership Adattiva - Castello di Parella 19-22 luglio 2018

Adaptive Leadership, appunti dal seminario

Sistema Italia
Perché l’Italia è in crisi di leadership? Rispondono Andrea Illy,Fortunato Amarelli, Francesco Galtieri, Angelo Inglese, Stefano Zamagni, Fabio Vaccarono e altri

SEMINARIO LEADERSHIP ADATTIVA

Castello di Parella 19/22 luglio 2018

LA TESTIMONIANZA

Stefano CACCAVARI– Orto di famiglia – Mulinum

 “Un giorno un mio amico mi ha detto che se le persone non fanno nulla per difendere il territorio in cui vivono, allora il territorio sparisce. Da allora mi sono domandato cosa stessi facendo io per San Floro, che è un comune a vocazione agricola, e mi sono messo al lavoroLa mia missione oggi è quella di difendere la mia terra producendo il migliore cibo del mondo”.  

Oggi il suo progetto “Mulinum” persegue l'obiettivo di riportare in Calabria la filiera dei grani antichi e rilanciare il proprio territorio a partire dall’agricoltura, dai prodotti a chilometro zero e dalle lavorazioni di una volta.

LA TAVOLA ROTONDA

Andrea ILLY, Presidente di Illy Caffè e Fondazione Altagamma 

Adriano Olivetti è stato l'anticipatore della stakeholder company. Ha insegnato che il vero padrone non è l'azionista, ma il cliente. 

“Io da solo non posso fare nulla, ho bisogno di collaboratori, fornitori, comunità portatrici di talenti. Solo alla base c'è l'azionista, al servizio dell'impresa”. 

“L’andamento di un’azienda è un pendolo tra i due poli: competizione/collaborazione.                    La nostra manifattura è legata al saper fare, alla nostra cultura, e aumenta il valore di ciò che produciamo. L'Italia è un paradiso”.  

Fortunato AMARELLI, Ceo di Liquirizia Amarelli, azienda alla tredicesima generazione. 

Amarelli è attiva dal 1731. Una ricetta per questa longevità non esiste, ogni generazione è un'incognita. Il modello che si ripete però ha radice olivettiana: l'azienda comprende che laproprietà non ha diritto di vita e di morte sull'azienda, ma è invece al suo servizio. 

Gli stakeholder diventano una comunità allargata. 

Angelo INGLESE, owner di Sartoria G. Inglese 

La sua azienda, con sede a Ginosa, è un modello di impresa che vive in simbiosi con il territorio. 

Io dico che insieme alle camicie, possiamo offrire il territorio. Dobbiamo pensare a un nuovo Rinascimento”. 

Francesco GALTIERI, Coordinatore nazionale di Movimento e Senior Manager dell'ONU.

La nuova leadership sarà caratterizzata da relazionalità orizzontale, generosità, visione.

Le persone costruttive non percepiscono l'urgenza di agire, mentre chi ha coltivato nella pancia le farfalle della rabbia ha trovato chi lo rappresenta. 

Come trasformare la ricchezza patrimoniale in ricchezza economica? Ecco l'urgenza. 

Stefano ZAMAGNI, Ordinario di economia d'Imprea UniBo e presidente Quinto Ampliamento

L’Italia ha due punti di debolezza: il primo è l'invidia, che da noi è diffusa e impedisce ai migliori di emergere, a differenza di quanto succede negli Stati Uniti. Il secondo punto di debolezza è la COMPETIZIONE COMPARATIVA, che può essere di due tipi: Cooperativa (io guadagno e tu arrivi dopo di me, poi magari le cose si invertono), e quella Posizionale (mors tua, vita mea), presente in Italia. 

In Italia abbiamo molta IN-VENZIONE, nessuno ci batte in creatività. Ma poca IN-NOVAZIONE che richiede una cooperazione di cui siamo carenti. 

Economia civile

Io dico che gli economisti andranno tutti all'inferno, perché non dicono le cose come stanno. 

L'economia di mercato l'abbiamo inventata in Toscana nel 1600, molto prima del capitalismo. 

La parola “imprenditore” nasce nel 1730. L'imprenditore non “fa soldi”, fa bella la città. Gli imprenditori fiorentini pensavano: “Quelli delle Fiandre verranno a vedere il Duomo, e poi faremo affari”. Nell'economia civile il mercato è una forza di civilizzazione, e non di sfruttamento. Olivetti è stato un imprenditore civile, oggi siamo nelle condizioni di tornare a un'economia di quel tipo. 

Senza democrazia economica non può esistere democrazia politica.

Questi sono anche i due cavalli di cui parla Platone nel Fedro: il solco è diritto solo se i due cavalli dell democrazia economica e della democrazia politica vanno allo stesso passo. 

Gli Americani vogliono sentire solo questo: come abbiamo fatto nel Quattrocento a inventarci l'Umanesimo. 

E concludo con una frase di Tagore:  “Quando il sole tramonta non piangere, altrimenti le lacrime ti impediranno di vedere le stelle”. 


Venerdì 20 luglio

TAVOLA ROTONDA

Moderatore: FRANCESCO SEMPRINI, La Stampa

LUCIANO FONTANA– Direttore del Corriere della Sera 

La realtà politica italiana ha avuto molti leader/non leader. Nessuno è stato dotato della personalità. Occorre risalire ad Alcide De Gasperi per trovare un leader dotato delle caratteristiche specifiche: 

-     Avere una visione

-     Avere un progetto per attuarla

-     Avere una classe dirigente adeguata

-     Essere in sintonia con il Paese

-     Lasciare un'impronta nel tempo

Personalmente temo il politico che si propone di farmi da specchio. Da un politico mi aspetto che incarni un orizzonte migliore del mio, non che rifletta i miei limiti. 

FRANCESCO PROFUMO,Presidente Compagnia San Paolo

La leadership dovrebbe essere materia di insegnamento curata dalle famiglie a partire dai bambini di due anni. Io penso che sia composta da una “quota a parte” innata. Poi viene determinata dall'autorevolezza, e sono gli altri a riconoscerla. 

EDOARDO REVIGLIO, Responsabile Ricerca e Statistica di Cassa Depositi e Prestiti

La speranza è la sfida del XXI secolo. Questo sarà il secolo della più straordinaria rivoluzione dell'umanità, dovuta al processo di INNOVAZIONE. 

Nei prossimi 30 anni possiamo prevedere una crescita demografica che ci porterà a essere 7-9 miliardi di persone, di cui 1-2 in Africa. Il PIL aumenterà di 5 volte, quello del mondo asiatico passerà dal 29 al 50% del totale. 

La democrazia liberale è in crisi perché è troppo lenta rispetto ai cambiamenti. 

Il tempo

Ci troviamo a dover affrontare un'accelerazione del tempo della storia, della finanza, ma anche del tempo interiore, istituzionale, della vita, della natura e della cultura. Siamo esposti al tempo istantaneo. La diversità dei tempi rischia di portare tutto verso una sincronia del contemporaneo, a danno della naturale asincronicità delle cose. Questo può portare a spezzare il meccanismo.

 FABIO VACCARONO, CEO di Google Italia

La tecnologia non è più un settore. Quello del digitale diventerà un ecosistema immersivo. Mentre parlo, 1 miliardo e 300 milioni di persone sono in rete. Nel 2020 ci sarà un miliardo di nuovi utenti. Abbiamo una media di 2 dispositivi a testa. Nel 2020 ci saranno 6 miliardi di persone con una media di 6 dispositivi a testa. Qualsiasi azienda dovrà essere digitale, l'80% dei mestieri dovrà avere forti competenze digitali. 

Ne consegue che: 

1)   Qualsiasi sia il vostro business, è destinato a diventare digitale. Ogni mestiere sarà condizionato dalla tecnologia e le differenze di dimensioni tra aziende diventeranno irrilevanti per quanto riguarda la visibilità e possibilità di contatti.

2)   Digital potential: è l'indice delle invenzioni già disponibili. In Italia è del 12%, vale a dire che non utilizziamo l'88% delle invenzioni già disponibili. Negli Usa le cose non sono poi così diverse, la percentuale è del 18%. 

Nel 2020 avremo milioni di posti di lavoro non ricoperti per mancanza di competenze. Se il cambiamento è questo, la vera leadership consiste nello smettere di guardare al futuro con categorie del passato. 


Oggi una organizzazione manageriale che fugge davanti alla paura del fallimentonon va avanti. 

Occorre incoraggiare i collaboratori a sbagliare, chi non sbaglia è fermo. 

La nuova leadership dovrà caratterizzarsi per: 

-     Curiosità: è il primo parametro. Si tratta di curiosità personale, culturale , di competenza.

-     Distinguere il segnaledal rumore di fondo, nel mare di informazioni (negli ultimi 5 anni sono diventate il doppio di quelle degli ultimi 100 anni) 

-     Essere piattaforma per il successo degli altri. Il leader deve circondarsi di persone potenzialmente più brave di lui. 

Stiamo entrando in un periodo che sembra fatto apposta per l'Italia. Ogni piccola azienda oggi può essere raccontata al mondo, è la fine dell'Italia in coda. L'unico gap ora è quello culturale. 


Vedi anche: Pensieri lenti veloci, Daniel Kahneman 

 

 



Grazie Lucia! Interessante condensato di dritte per il futuro.

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