Adeguamento antincendio strutture: i 4 metodi per evitare gli extra-costi per aumentare la resistenza al fuoco di pilastri, travi, pareti, ecc.

Adeguamento antincendio strutture: i 4 metodi per evitare gli extra-costi per aumentare la resistenza al fuoco di pilastri, travi, pareti, ecc.

Hai un’attività soggetta al controllo dei Vigili del Fuoco e ti stanno dicendo che dovrai spendere un capitale per potenziare la resistenza al fuoco delle strutture portanti e separanti, nuove o esistenti che siano? Prima di aprire il portafoglio scopri se ci sono altri modi per risolvere

Se gestisci un’attività soggetta al controllo dei Vigili del Fuoco e devi presentare loro delle pratiche antincendio per avviarla o modificarla, prima o poi potresti dover fare i conti con i costi da sostenere per l’adeguamento antincendio strutture (potenziamento della loro resistenza al fuoco).

In parole semplici potresti ricevere dal tuo tecnico di prevenzione incendi la bella notizia che dovrai sobbarcarti extra-costi per realizzare (se nuovi) o adeguare (se esistenti) pilastri, travi, pareti e simili del tuo edificio (in breve le strutture portanti e separanti) in modo che siano sufficientemente robusti per resistere all’eventuale incendio della tua attività.

Ed è un bel problema, perché se non fai l’adeguamento antincendio strutture non sarà possibile per il tuo tecnico certificarle in modo che abbiano la resistenza al fuoco prescritta dalla normativa e, di conseguenza, non potrà presentare le pratiche di prevenzione incendi che ti servono come l’aria per avviare o modificare la tua attività, ricevendo le autorizzazioni antincendio necessarie per esercirla.

Purtroppo, se da una parte devi necessariamente garantire la sicurezza antincendio della tua attività soggetta VV.F. (non vuoi far fare alla tua attività la fine che si vede in questo video vero?), dall’altra parte non puoi dimenticarti che i soldi non crescono sugli alberi e che tutte le spese vanno correttamente gestite e messe a bilancio.

Il problema lo senti ancora maggiormente se le strutture sono già esistenti. E’ intuibile infatti che l’extra costo per potenziare la resistenza al fuoco di strutture già esistenti sia maggiore di quello per strutture ancora da costruire. In quest’ultimo caso infatti avresti maggiore possibilità di ottimizzazione mentre in caso di edifici esistenti invece devi accollarti, economicamente, tutte le difficoltà tecniche e logistiche legate ad intervenire su qualcosa di costruito anche 30-40-50 anni fa ed al fatto che magari hai materiali, merce o altro che limita le possibilità operative.

Inoltre le spese relative all’adeguamento antincendio strutture sono spesso decisamente onerose, infatti dover realizzare o proteggere tutti quegli elementi strutturali con materiali particolari ha spesso extra-costi che vanno da alcune migliaia fino a molte decine di migliaia di euro, ovviamente a seconda delle variabili del tuo caso specifico (dimensioni edificio, tipologia di strutture da proteggere, resistenza al fuoco da ottenere, ecc.).

Insomma il quadro non è dei migliori e sentirti dire che per l’adeguamento antincendio strutture devi spendere dall’oggi al domani 50.000 euro (cifra a caso ma non irreale) che non avevi messo a budget o che proprio non hai in questo momento, di solito non ti lascia proprio tranquillo.

Ah, ovviamente se stai pensando di esercire la tua attività lo stesso senza le autorizzazioni antincendio sperando che nessuno se ne accorga, ti avviso che sei sul blog sbagliato. Se invece vuoi capire come fare a salvare capra e cavoli per:

  • salvaguardare la sicurezza antincendio
  • risparmiare il più possibile


continua a leggere, ho scritto questo articolo proprio per te! Come al solito l’articolo tratta solo i macro-concetti principali e con un linguaggio semplice, in modo da darti le informazioni essenziali per poterne discutere con il tuo tecnico antincendio ed evitare di subire costi che si potrebbero eliminare o ridurre.


Attenzione!

Questo articolo non contiene trucchi mirabolanti in grado di aggirare le richieste normative e salvarti dall’esborso legato all’adeguamento antincendio strutture ma semplicemente trovi il punto su quello che puoi mettere in campo anche nella tua attività soggetta VV.F., ovviamente riferendo il tutto al tuo caso specifico. Solo un tecnico antincendio esperto può aiutarti a farti spendere il giusto. A proposito, se già sai di essere alla ricerca di un professionista antincendio specialista che segua da vicino il tuo caso puoi tranquillamente contattarmi da qui, vedremo insieme cosa si può fare.


Da dove nasce il problema dell’adeguamento antincendio strutture?

Tutto ruota attorno al fatto che nella tua attività soggetta VV.F. hai con ogni probabilità almeno uno dei seguenti elementi di pericolo:

  • una certa quantità di materiale che può andare a fuoco creando problemi
  • una certa quantità di persone che possono trovarsi in difficoltà durante un incendio

 

Questi elementi talvolta sono anche inseriti in condizioni ambientali pericolose (ad esempio a causa della geometria degli edifici, di presenza di impianti pericolosi, di difficoltà gestionali legate alla complessità dell’attività, ecc.).

Di conseguenza con queste premesse che non fanno stare tranquillissimi riguardo all’incendio, va da sé che la normativa obbliga a rendere le strutture resistenti al fuoco per un tempo minimo che consenta di evacuare le persone, dare modo ai soccorritori di operare ed evitare pasticci peggiori come ad esempio far crollare rapidamente il tuo edificio su quello del vicino.

A tal proposito la normativa ha fissato delle classi di resistenza al fuoco, espresse in tempo (minuti), per il quale le tue strutture devono resistere in piedi (quando senti parlare ad esempio di R 30 significa che le strutture devono resistere per almeno 30 minuti durante l’incendio). E da cosa dipende l’effettivo minutaggio che devi garantire? Tendenzialmente esistono 2 casistiche:

  • tempo fissato direttamente dalla normativa in base al tipo specifico di attività (centrale termica, autorimessa, scuola, ecc.)
  • tempo calcolato dal professionista antincendio in base al potenziale termico di tutto il materiale che può andare a fuoco (quindi il quantitativo di merce quale carta, gomma, plastica, legno, ecc.). In gergo il potenziale termico viene chiamato carico d’incendio


Di conseguenza ecco che se nella tua attività soggetta VV.F. è richiesta una resistenza al fuoco ad esempio R 60, le tue strutture devono essere classificabili almeno R 60 o più (quindi se sono R 90 o R 120 meglio ancora perché vuol dire che hanno prestazioni maggiori).

Come ti dicevo poco più su, il problema nasce soprattutto se l’edificio che devi autorizzare è già esistente (ed è a questo caso che l’articolo fa soprattutto riferimento), infatti non è così scontato che le tue strutture siano resistenti al fuoco per il tempo richiesto.

Ho visto e vedo molto spesso tuoi colleghi imprenditori incagliarsi nel problema dell’adeguamento antincendio strutture, soprattutto quando con leggerezza comprano o affittano degli edifici per poi scoprire, solo dopo, che quegli edifici non vanno bene per la loro attività (a proposito, per evitare questo problema micidiale avevo scritto un articolo apposito, lo trovi qui).

E sai qual è l’approccio tradizionale per risolvere il problema? Fare l’adeguamento antincendio strutture ovviamente, applicando alle strutture altri materiali maggiormente resistenti che si frappongono tra queste e l’incendio, in modo da aumentare il tempo per il quale il tuo edificio, o porzioni di esso, rimarranno in piedi. E quindi, a seconda della situazione delle tue strutture, potrebbero proporti ad esempio di:

  • controplaccarle con lastre di materiale minerale
  • spruzzarle con intonaci o vernici antincendio

 

Peccato che l’adeguamento antincendio strutture si porta dietro solitamente questi problemi:

  • costi: è semplice toccare cifre a 4 zeri nel caso tu abbia edifici di grande dimensione e la situazione di partenza sia particolarmente deficitaria
  • logistica: potresti trovarti a dover liberare il tuo edificio per dare lo spazio necessario ad applicare i materiali. Il peggio capita spesso con i prodotti da spruzzare, i quali richiedono la protezione con teli del tuo materiale e dei macchinari. Inoltre questi interventi richiedono del tempo.


Come risolvere il problema dell’adeguamento antincendio strutture con i 4 stratagemmi

Adeguamento antincendio strutture_2

Lo ripeto, qui nessuno fa miracoli e non conosco modi per evitarti l’adeguamento antincendio strutture a prescindere. Esistono però alcuni stratagemmi e astuzie che nel corso del tempo ho raccolto e catalogato e che, se applicabili al tuo caso specifico, potrebbero farti risparmiare soldi, tempo ed energie.

Come forse avrai intuito se vogliamo risolvere il tuo problema abbiamo 2 parametri su cui intervenire (singolarmente o insieme):

  • ridurre il tempo di resistenza richiesto dalla normativa (se da R 60 scendi a R 30 diventa più facile soddisfare la richiesta)
  • aumentare il tempo garantito dalle tue strutture (se riesci a dichiarare le tue strutture più robuste hai più probabilità di soddisfare la richiesta)


E’ proprio in questi 2 ambiti che operano i 4 metodi per risolvere di cui ti voglio parlare, che sono:

  1. scelta di edificio isolato
  2. scelta di misure antincendio che riducano il carico d’incendio
  3. verifica delle strutture con il metodo analitico
  4. utilizzo delle simulazioni ingegneristiche avanzate


Vediamoli uno ad uno.


1. Scelta di edificio isolato

Se devi ancora insediare la tua attività (o se non è troppo difficile traslocare), una delle strategie più semplici ed efficaci per risolvere il problema dell’adeguamento antincendio strutture consiste nello scegliere un edificio che non sia attaccato ad altri ma abbia spazio circostante.

In questo caso infatti la norma si accontenta di una resistenza al fuoco minima (di solito R 30), valore che molto spesso è soddisfatto con le normali strutture in latero-cemento o cemento armato della maggior parte degli edifici. E’ un valore che talvolta riesci a soddisfare anche con strutture metalliche ma è da verificare caso per caso.

Questo stratagemma funziona per attività tendenzialmente industriali (i classici edifici industriali e artigianali), negli altri casi è da verificare perché potrebbe essere inapplicabile (chiedi al tuo tecnico antincendio).


2. Scelta di misure antincendio che riducano il carico d’incendio

Prima ho accennato al carico d’incendio della tua attività, il parametro che misura il potenziale termico del materiale combustibile che può andare a fuoco. Questo parametro è molto importante perché spesso è proprio in base a questo valore che la normativa determina la resistenza al fuoco delle strutture da garantire.

In altre parole più è alto il carico d’incendio più la resistenza al fuoco delle strutture dovrà essere alta. Il risultato è che se nella tua attività soggetta VV.F. ti occupi, ad esempio, di materiali che bruciando generano molto calore come plastica, gomma, olii, ecc. sei nei guai perché ti basta già poco materiale per generare richieste di resistenza al fuoco elevate (ad esempio R 120 o R 180).

Tuttavia quello che qui devi sapere è che il carico d’incendio nel conteggio non tiene conto solo di quanto materiale hai ma considera dei fattori di riduzione legati alle misure antincendio presenti (esistenti o che puoi realizzare) all’interno dell’edificio. Se ad esempio hai un impianto automatico di rivelazione e segnalazione incendi, la normativa ti fa uno sconto ed il valore di carico d’incendio sarà più basso, di conseguenza potresti salvarti dall’adeguamento antincendio strutture.

L’applicazione di questi fattori di riduzione è un’ovvietà (si spera) per qualsiasi professionista antincendio, tuttavia ho inserito questo stratagemma comunque nell’elenco perché anche qui si può usare la testa a tuo favore. Infatti puoi chiedere al tuo professionista di valutare attentamente quali misure antincendio realizzare che siano in grado di darti il massimo beneficio possibile.

Mi spiego meglio. Se per risparmiare 30.000 euro di adeguamento antincendio strutture ti chiedo di spenderne 50.000 euro per installare un impianto automatico di rivelazione e segnalazione incendi, probabilmente rifiuteresti. Ma se quello stesso impianto ti permette di ottenere anche altri sconti dalla normativa prevenzione incendi per altre richieste che devi comunque soddisfare nella tua attività, facendoti risparmiare magari altri 30.000 euro di opere antincendio, accetteresti? Probabilmente sì.

Ecco che prenderesti 2 piccioni con 1 fava. Ma per fare questo ti serve un professionista antincendio specialista che sappia dove mettere le mani, che conosca a fondo le norme e che riesca a vedere il quadro generale della tua attività e non aspetti specifici presi solo singolarmente, cosa che ti farebbe rischiare di risparmiare da una parte e spendere di più dall’altra, con il risultato finale che il tuo portafogli si aprirà più di quello che avrebbe potuto.

Chiedi sempre al tuo tecnico antincendio di soppesare pro e contro di ogni singola misura antincendio ed alla fine di concordare insieme cosa è meglio a 360°.


3. Verifica delle strutture con il metodo analitico

Qui lo stratagemma ha a che fare con le modalità con cui il professionista antincendio ti certifica la resistenza al fuoco garantita dalle tue strutture.

In estrema sintesi il tecnico ha a disposizione 3 modi per certificarti le strutture:

  • metodo tabellare: il tecnico ha delle tabelle in cui sono indicate le dimensioni minime che danno diritto a dichiarare una certa resistenza al fuoco delle strutture. Ad esempio, se hai una parete in mattoni pieni di un certo spessore, questa parete allora avrà una resistenza al fuoco indicata sulle tabelle e che puoi certificare
  • metodo sperimentale: questo metodo fa riferimento a prove d’incendio reali dei materiali per scoprire quanti minuti rimangono stabili. In questo caso quindi il produttore dei materiali ha sottoposto a prova il proprio materiale e ti rilascia un certificato di prova che dichiara la resistenza al fuoco
  • metodo analitico: con questo metodo invece il certificatore può andare più a fondo della questione, simulando con dei software di calcolo cosa succederebbe alla tua struttura se fosse sottoposta all’incendio. Questo consente di avere risultati più attinenti alla realtà ed ovviamente richiede maggior lavoro ed ha un costo diverso.

 

Perché il metodo analitico può salvarti dai costi di adeguamento antincendio strutture a differenza degli altri due? Beh, perché:

  • il metodo tabellare, predisposto dalla normativa per semplificare ed aiutare i professionisti nelle attività di certificazione, contiene necessariamente molte semplificazioni ed approssimazioni a favore della sicurezza, in modo da coprire anche eventuali errori del tecnico o situazioni di difficile interpretazione. Ad esempio tramite il metodo tabellare potresti arrivare a classificare un tuo pilastro R 45 mentre nella realtà la sua resistenza potrebbe essere maggiore, cosa che si potrebbe approfondire e certificare con il metodo analitico
  • il metodo sperimentale richiede solitamente delle prove fatte da terzi in laboratori specializzati. Quindi o hai già in mano i certificati di prova delle tue strutture oppure non ti serve. Ovviamente potresti comprare dei materiali protettivi da applicare alle tue strutture ottenendo i relativi certificati ma questo è proprio quello che vogliamo evitare ed è il motivo per cui stai leggendo l’articolo

 

Il metodo analitico invece si svincola dai problemi degli altri 2 metodi e va a vedere più approfonditamente che resistenza al fuoco possiede la tua struttura, dando di solito risultati migliori che ti possono quindi far risparmiare l’adeguamento antincendio strutture.

Per utilizzare questo metodo ti serve preferibilmente uno strutturista che sappia dove mettere le mani sul discorso fuoco (non uno strutturista qualunque). A volte è inoltre necessario fare dei sondaggi per assicurarsi delle caratteristiche reali delle strutture (soprattutto se sono indisponibili i disegni costruttivi dell’opera). Chiedi sempre al tuo professionista antincendio che metodo intende usare per certificare le strutture del tua attività!


4. Utilizzo delle simulazioni ingegneristiche avanzate

Questo è un metodo che esiste ormai da molto tempo ma che è stato “sdoganato” solo negli ultimi anni. Semplificando, le normative antincendio si basano su richiederti misure di protezione che si riferiscono ad incendi “standard”. Ma nella realtà gli incendi sono praticamente tutti diversi tra loro visto che sono influenzati da molti fattori quali tipologia materiali combustibili e loro distribuzione, tipologia di ventilazione esistente, caratteristiche geometriche degli edifici, presenza di impianti antincendio ed altre ancora.

Quindi le norme antincendio, nel richiederti quello che ti richiedono, fanno delle generalizzazioni per poter andare bene un po’ per tutti. Ma queste generalizzazioni a te potrebbero costare care, perché magari ti viene richiesta una resistenza al fuoco che nel tuo specifico contesto non ti serve, proprio perché l’incendio che può svilupparsi da te potrebbe avere un impatto inferiore sulle strutture rispetto a quello che le norme, a favore della sicurezza, considerano.

Per ovviare a questo nel tempo sono stati quindi sviluppati dei software abbastanza complessi in grado di simulare lo sviluppo dell’incendio e determinare le caratteristiche dello stesso con una certa precisione (una sorta di carta d’identità dell’incendio che specifica la durata, le temperature, l’andamento, ecc.).

Banalizzando, ad esempio un incendio “standard” su cui si basano le normative potrebbe prevedere temperature di 1.000 °C mentre l’incendio “reale” nel tuo edificio potrebbe prevedere temperature nettamente inferiori. Capisci che in un caso le tue strutture potrebbero non reggere e richiedere un adeguamento antincendio strutture mentre nell’altro caso sì. Le strutture sono sempre le stesse, nel primo caso non è possibile certificarle e presentare le pratiche antincendio, nel secondo caso invece può diventare fattibile.

In alcuni casi potrebbe essere anche necessario dimostrare che il crollo delle tue strutture non sia in grado di arrecare danni ai vicini (ad esempio se sono attaccati a te) e per far questo devi avere sottomano un ingegnere strutturista capace e preparato.

In definitiva questo metodo è probabilmente il più potente ma è anche il più complesso, può applicarlo solamente un professionista antincendio specializzato ed esperto che sappia maneggiare conoscenze e software avanzati. E’ un metodo decisamente costoso, se sei però in difficoltà può salvarti dall’adeguamento antincendio strutture facendoti comunque risparmiare molti soldi.


Questo adeguamento antincendio strutture “non s’ha da fare”!

Adeguamento antincendio strutture_3

Quanto hai appena letto sono gli stessi metodi e stratagemmi che in Antincendio Semplice mettiamo in campo quotidianamente per trovare soluzioni specifiche e su misura per i nostri clienti, soluzioni che ovviamente si tramutano nell’ottenimento delle autorizzazioni antincendio.

A volte vedo clienti che si stupiscono quando gli dico che non devono fare alcun adeguamento antincendio strutture perchè quelle che hanno vanno già bene così, soprattutto dopo che avevano contattato altri tecnici che gli avevano prospettato costi astronomici per il potenziamento della resistenza al fuoco di travi, pilastri, pareti, ecc. (sempre che li prospettino prima, a volte ti fanno la sorpresa a fine lavori…).

Ad esempio recentemente ci è capitato il caso di un edificio esistente ad uso deposito con pratiche antincendio (anche esse già esistenti) impostate in modo che le strutture portanti e separanti dovessero essere di resistenza al fuoco coordinata con il carico d’incendio. C’erano tuttavia due problematiche:

  • le strutture erano certificate solo parzialmente oltre che con modalità ambigue/scorrette (in altre parole non eravamo certi delle resistenze al fuoco dichiarate dal precedente professionista)
  • l’attività faceva spesso fatica a limitare il carico d’incendio in quanto stoccava merce variabile per tipologia e quantitativi


Quello che abbiamo fatto è stato ripresentare le pratiche antincendio andando a sfruttare una delle possibilità offerte dalla normativa e cioè riclassificare l’edificio come “isolato”, introducendo alcune piccole modifiche e nuove valutazioni a supporto (accettate poi dai Vigili del Fuoco), in modo da abbassare legittimamente la richiesta di resistenza al fuoco a solo R 30.

Un valore così basso solitamente è soddisfatto da qualsiasi edificio in cemento armato e pertanto abbiamo tagliato la testa al toro, svincolandoci dal problema del carico d’incendio e rendendo felice il titolare dell’attività che finalmente non ha più dovuto né preoccuparsi di limitare la merce in deposito (ovviamente non piace a nessuno in quanto è un freno all’attività) né di dover fare l’adeguamento antincendio strutture, risparmiando decine di migliaia di euro.

Purtroppo in giro vedo spesso imprese e professionisti proporre soluzioni generalistiche e costose che però devi pagare con il tuo portafoglio e se anche tu vuoi dire basta a modi di lavorare obsoleti e costi inutili ti basta contattarci in privato cliccando qui, vedremo insieme se potremo aiutarti.

Invece se qualcosa dell’articolo non ti è chiara o vuoi approfondire ricordati che puoi commentare qui sotto per ricevere risposta.

A presto!


Adeguamento antincendio strutture

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