ALL’INIZIO È STATA UNA LETTERA
Lui era un uomo alto e riservato, con una voce profonda e i tanti anni di carcere scritti sul viso. Il suo nome non ha importanza e nemmeno il carcere in cui l’ho incontrato. Ma quello da cui arrivava sì, quello ha un senso ricordarlo. Milano San Vittore, un istituto nel cuore della città e dei cittadini; un cappellano indimenticabile, un direttore appassionato e tanti volontari. Lui, il nostro E. faceva lo scrivano e passava i suoi momenti migliori in biblioteca dove - ci raccontava - aveva letto di tutto. Persino la storia delle tartarughe marine di non so più dove.
In quei giorni si doveva scrivere insieme, raccontare del carcere e della vita, degli sbagli, degli amori, delle famiglie sempre troppo lontane. Della fatica di mantenere i rapporti coi figli. Un pomeriggio E. è arrivato nella stanza della redazione - brutta, grigia, fredda come era quella prigione - e mi ha messo in mano una lettera: - Guarda cosa mi scrive mio figlio. Peggio di un magistrato! -
La lettera in realtà era molto bella, cruda, severa ma scritta bene. Ti faceva entrare in una storia familiare difficile fatta di speranze e delusioni, di rabbia e affetto nonostante tutto.
E. mi autorizzò a pubblicarla anonima.
Mio figlio, peggio di un magistrato!
Poi è uscito in fine pena. Siamo sempre rimasti in contatto ma la libertà non lo ha reso felice; si sentiva fuori posto in un mondo che non conosceva più. Il lavoro sì, quello c’era, anche un affetto ma E. non trovava più il senso. In carcere raccontava che voleva andare a vivere in Spagna con il suo cane ma nemmeno il cane e la Spagna hanno guarito la solitudine del suo cuore.
All’improvviso se n’è andato per sempre. Il saluto in chiesa è stato gelido ma avrei voluto abbracciarlo una volta ancora. E mentre si congedava da noi, ricordavo quella volta in cui si era alzato in quella orrenda stanza fredda del carcere per declamarci un frammento della Divina Commedia. E i giovani albanesi hanno applaudito entusiasti. Forse non avevano capito tutto ma E. era magnifico con la sua voce potente e una postura autorevole. Non più sbarre, freddo, dolore. Per un momento solo poesia.
Da allora E. mi accompagna in tutte le carceri in cui ho scritto insieme alle persone detenute.
Il nostro libro “Frammenti autobiografici dal carcere. Laboratori di scrittura sulla paternità tra uomini detenuti e uomini liberi” è partito da lì, da E. e da quella lettera così dolorosa.
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Come mentore gentile ti libero dai blocchi per farti volare | Operatrice TAI® | Docente e Facilitatrice maieutica | Autrice ✨️ | LinkedIn Top Voice Lavoro | Founder Freelance Network Italia | Giornalista
4 anniChe emozione Carla. Grazie per questa condivisione. Assunta, ti presento un progetto meraviglioso