🌓𝗗𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗮𝗿𝗿𝗲𝘀𝗮 🌓

🌓𝗗𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗮𝗿𝗿𝗲𝘀𝗮 🌓

La rabbia è una emozione che tendiamo a giudicare, di cui abbiamo paura, che rifiutiamo, che etichettiamo come incivile.

La rabbia è un campanello d'allarme. Spesso nei corsi sulle emozioni viene indicata come quell'emozione che ci mette in attenzione rispetto ad un pericolo per la vita o per i nostri confini.


Ho subito molto la rabbia nella mia infanzia: raccoglitrice - non da sola - della frustrazione materna e della sua pretesa di controllo sulla mia vita come se fossi una sua proprietà.

A quell'invasione mi sono ribellata nella fase di sviluppo del mio guerriero: ho imparato ad aggredire o ad evitare il conflitto quando non c'era uno spazio sano di confronto.

Ho imparato a sopravvivere evitando lo scontro che ritenevo inutile: perchè immolarsi come Giovanna d'Arco sull'altare di chi non vuole realmente ascoltare le tue ragioni e pensa di sapere cosa sia meglio o quale sia la verità?

A che pro' avere un dialogo con chi non si vuole realmente confrontare ma vuole imporre la sua visione?


Questo è quello che ho imparato a fare per sopravvivere. Questo però è quello che spesso mi sono ritrovata ad agire anche da adulta: evitare di spendere energie con chi sentivo non essere veramente aperto o con le persone da cui mi sono sentita tradita. Per me era uno spreco di energie inutile: "𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗻𝘂𝘁𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘂𝗻 𝗱𝗲𝗽𝗮𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗮𝗿𝗿𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼".


Diversi anni fa ho iniziato a lavorare sulla gestione della mia rabbia e grazie agli insegnamenti del buddismo tibetano e zen, sono riuscita piano piano a sperimentare che la rabbia va sentita come segnale ma che va anche canalizzata come energia. Non è facile perchè dobbiamo essere veramente molto presenti per sentire che la rabbia sta arrivando, ma oggi vedo anche che ci sono diverse tipologie di rabbia che dobbiamo imparare a riconoscere e gestire.

- c'è la reazione dalla nostra 𝘃𝘂𝗹𝗻𝗲𝗿𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à che pesta i piedi (bambina/o)

- c'è 𝗹'𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 per sè stessi o per gli altri appartenenti alla "tribù" (energia femminile/materna)

- c'è la 𝗱𝗶𝗳𝗲𝘀𝗮 𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 (energia maschile/paterna)


Parlare di rabbia senza chiederci chi si sta arrabbiando dentro di noi, a cosa stiamo reagendo, quale è la minaccia, quale è la ferita che è stata toccata, significa perdere una occasione di comprensione e crescita.

𝗢𝗴𝗻𝗶 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗰𝗶 𝗳𝗮 𝗮𝗿𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗿𝗲/𝗰𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗿𝗲𝗺𝗺𝗼 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗻𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝘀𝗮 𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝘂𝗻𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲: 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮𝗿𝗰𝗶 𝗱𝗮 𝗲𝘀𝘀𝗮.

Solo liberandoci da essa, possiamo ambire ad avere un 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁à 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗶𝗺𝗮𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 perchè significa che non abbiamo più paura di essere feriti: non ci sono più appigli dentro di noi per cui la rabbia esterna possa attivare una ferita ancora aperta.


Quando arriveremo a questo punto, 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗿𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗰𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 e vivere in apertura di cuore ogni manifestazione che si realizza... anche quelle più dolorose e sfidanti.


Oggi dico grazie a tutte le sfide che ho vissuto, a tutti i maestri che ho incontrato (consapevoli o inconsapevoli di esserlo), alla mia ricercatrice interiore che non si è mai arresa e che ancora continua a farmi scoprire la magia della vita sotto gli strati di condizionamenti, preconcetti o abitudini che ci tolgono la vista.

Grazie, grazie, grazie.

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