PERCHÉ CI SI ARRABBIA?

PERCHÉ CI SI ARRABBIA?

Quando si parla di emozioni, l’essere umano apprende dall’ambiente, dall’esperienza e dagli esempi che ha davanti a sé, soprattutto nei primi periodi della propria vita.

La rabbia scaturisce spesso da un evento scatenante, percepito tramite “i propri occhiali”, in maniera soggettiva, per cui può succedere che di fronte ad uno stesso evento, una persona reagisca con uno scoppio di ira, mentre un’altra rimane indifferente. 

Talvolta basta poco, una piccola indelicatezza, una minima scorrettezza da parte di una persona cara per suscitare un’emozione una reazione di rabbia. 

Una crisi di rabbia o di collera può essere una reazione eccessiva e/o inappropriata rispetto all’episodio che l’ha scatenata: la rabbia viene espressa in modo esplosivo e possono seguire comportamenti che mirano a distruggere l’altro e la relazione. Si può offendere pesantemente la persona cara, si dicono cose con l’intento di ferire e umiliare, si minaccia di porre fine alla relazione, o si può diventare fisicamente aggressivi (rompendo oggetti) o mettendo in atto comportamenti di ritorsione.

Chi ha problematiche con il controllo della rabbia è poco consapevole sia delle motivazioni per cui si arrabbia, sia degli effetti distruttivi che le sue esplosione di collera hanno sugli altri. 

COSA NASCONDE LA RABBIA?

Dietro ad un’esplosione di rabbia potrebbe esserci una sofferenza interiore, esperienze di perdita, di rifiuto, di abbandono.

Ci si arrabbia non tanto per l’evento in sé, ma per l’interpretazione che diamo all’evento stesso.

La persona che non riesce a controllare la rabbia tende a leggere il comportamento delle persone in modo negativo ed esagerato, giungendo a conclusioni infondate che confermano i suoi timori. 

Lo scopo disfunzionale del comportamento rabbioso è quello di far provare all’altro la sofferenza che si vive, ferendolo come si è stati feriti. Oppure suscitare una reazione nell’altra persona che si percepisce come distaccata è indifferente.

COSA NASCONDE LA RABBIA PATOLOGICA?

  • mancanza di accettazione: quando ci giudichiamo troppo severamente, generiamo in noi un profondo senso di insoddisfazione, pensiamo di non essere all’altezza, o abbastanza buoni. la rabbia anche se proiettata verso l’esterno, in realtà e diretta verso noi stessi
  • senso di colpa per errori commessi: l’errore va contro l’immagine idealizzata del nostro “Io”. È necessario fare pace con il passato per poter andare avanti 
  • insoddisfazione nei confronti della realtà: aspettative troppo alte non corrispondono alla realtà e generano un senso di frustrazione che porta rabbia verso il mondo esterno
  • dolore, paura, senso di colpa o tristezza che ci spaventano e che nascondiamo con la rabbia, come reazione di difesa per proteggerci dalla paura della vulnerabilità
  • bisogno di auto-danneggiarsi: sabotando le nostre relazioni e la nostra vita emotiva attiriamo l’attenzione sulla necessità di cambiamento Per una vita che non ci soddisfa
  • per molti autori (compreso Freud) l’aggressività è riconducibile alla frustrazione. La frustrazione andrebbe ad attivare una “scarica pulsionale” che, in mancanza di soddisfazione diretta, si traduce in aggressività. 

La rabbia ha bisogno di essere espressa in modo appropriato. Il primo passo è quello di scoprire che cosa la provoca, capire quali pensieri ed emozioni possono innescare la crisi di rabbia, trovare una spiegazione al motivo che ci ha fatto arrabbiare. 

Le emozioni come la rabbia possono insorgere per segnalarci che stiamo subendo una minaccia o un torto. Talvolta il torto non è quello vissuto nel presente, ma la situazione potrebbe riverberare l’eco di un’esperienza di ingiustizia subita nel passato. In questo caso la rabbia non è funzionale, perché non può riparare il torto subito. 

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