𝗗𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮
Ci sono momenti nella vita in cui ci sentiamo veramente molto stanchi: proviamo a dare una spiegazione legata allo stress, al lavoro, alla mancanza di un buon sonno. Ma ci sono momenti in cui questa stanchezza è semplicemente il bisogno di cambiare qualcosa nel nostro stile di vita (ritmo, intensità o perfino direzione) e smettere di combattere battaglie che non sono più corrette per noi.
A volte questa stanchezza è la somma della fatica fatta per sostenere scelte che non erano veramente giuste per noi ma erano giustificate dalla mente per senso del dovere, rispetto, aderenza all'immagine sociale che ci siamo costruiti/e.
E quando facciamo scelte perchè ci sentiamo costretti, molto spesso finiamo per dare la colpa della nostra frustrazione all'esterno: a chi ci costringe, a chi si prende degli spazi che noi non ci autorizziamo a prenderci per senso di responsabilità (e quindi giudichiamo l'altro irresponsabile) fino a rischiare di sentirci traditi da chi ci aspettavamo avrebbe riconosciuto il valore del nostro sacrificio.
Ogni volta che non ci prendiamo la responsabilità piena di ascoltare i nostri bisogni, questo ci porta a compiere azioni che non ci nutrono ma depauperano le nostre riserve di energia.
Usiamo male la nostra energia e i risultati delle nostre scelte, invece di ri-caricarci continuano a scaricarci.
Finiamo così in un vortice che ci porta sempre più verso il basso.
Questa era l'esperienza che ho fatto periodicamente per molti anni: il senso del dovere mi spingeva a dedicarmi in modo totale al mio lavoro e non avevo spazio per ascoltare altro... e, senza accorgermene, pretendevo che le persone con cui lavoravo avessero lo stesso senso di abnegazione o per lo meno fossero disponibili a riconoscere il grande sacrificio che facevo al posto loro. La dedizione al lavoro era per me sinonimo di senso di responsabilità e maturità.
Di conseguenza giudicavo me stessa ogni volta che il mio corpo sentiva il bisogno di riposare, senza riuscire a comprendere il rischio e l'inefficienza di tutto questo.
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Sembra strano ma ho dovuto lavorare molto su me stessa per arrivare a concedermi il tempo di recupero prima senza sentirmi in colpa o andare in ansia e poi riconoscendo che era mio diritto e dovere prendermi cura dei miei bisogni.
Adesso mi osservo e posso vedere chiaramente i passi indietro che faccio ogni volta che cedo ai ritmi lavorativi pieni senza darmi il tempo di riconoscere quali sono le mie vere priorità.
Perdo lucidità, visione, chiarezza, capacità di percepire in modo più profondo e attento ciò che mi circonda.
𝗙𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗺𝗶 𝘀𝘂𝗹 𝗳𝗮𝗿𝗲, 𝘀𝗽𝗲𝗴𝗻𝗲 𝗶 𝗺𝗶𝗲𝗶 𝘁𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝘁𝗿𝗮 𝗰𝘂𝗶 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶𝘁𝗮' 𝗶𝗻𝘁𝘂𝗶𝘁𝗶𝘃𝗮/𝗽𝗲𝗿𝗰𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮, 𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘀𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗰𝘂𝘀.
E' sempre più chiaro per me quanto sia importante recuperare il proprio diritto al riposo, agli spazi di silenzio, alla creatività non finalizzata.
𝗘' 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮... 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲' 𝗻𝗼𝗻 𝗲' 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶𝘁𝗮 𝗲 𝗹𝗮 "𝘀𝗽𝗲𝗻𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼" 𝗺𝗮𝗹𝗲, 𝗲' 𝘀𝗽𝗿𝗲𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗮.
Anche quando la mente ci dice che "non possiamo permetterci di fermarci perchè altrimenti le conseguenze saranno catastrofiche", impariamo a lottare per la nostra libertà e a riconoscere che le paure della mente sono solo fantasmi che ingigantiscono rischi altrimenti gestibili... probabilmente facendo leva su esperienze del nostro passato che... appunto sono passato e non più presenti nel nostro qui e ora.
President accedis Srl
1 annoConcordo pienamente!