AUGURI PER L’ANNO CHE VERRÀ

AUGURI PER L’ANNO CHE VERRÀ

“Caro amico ti scrivo”, così iniziava la celebre canzone di Lucio Dalla “L’anno che verrà”, con cui è stata addobbata la strada dove abitava a Bologna e così ho deciso di iniziare questo articolo.

Effettivamente anche questo 2018, “l’anno vecchio, è finito ormai” e c’è da chiedersi se “qualcosa ancora qui non va”. 

Può valere come domanda personale e anche collettiva; in questo caso vuole essere personale, facendo un bilancio, osservando i tuoi successi e insuccessi, le emozioni che hai provato, le esperienze che hai vissuto, le nuove persone incontrate e quelle che magari ti sei perso per strada, o perché ti sei allontanato da loro o, viceversa, perché loro si sono allontanate da te; delle scelte fatte e delle decisioni prese; di quello che hai fatto e di quello che NON hai fatto; delle lacrime versate, dei sorrisi, delle risate, dei momenti di follia, delle domande che ti sei posto e delle risposte che hai trovato e anche di quelle che NON hai trovato. Non ancora almeno. Delle cose che hai imparato, di quelle che hai capito e di quelle che non hai capito ma hai accettato. E anche di quelle che forse devi ancora capire e/o hai bisogno di imparare ad accettare o a lasciar andare. E ancora… chissà quante voci hai da aggiungere al tuo bilancio tra le due colonnine “dare” e “avere”, per stabilire se lo stai chiudendo in positivo o in negativo, se ti ritieni in debito o in credito.

Già… perché un anno quando inizia sembra un tempo lungo, ma quando finisce ti sembra sia passato in un soffio eppure è pieno di momenti, persone, emozioni, esperienze che in qualche modo hanno lasciato il segno e ti hanno cambiato, hanno aggiunto pezzetti al tuo puzzle.

Persino molte delle cellule del nostro corpo cambiano in meno di un anno: 

– il fegato si auto-ricostruisce ogni 6 settimane; 

– il DNA è capace di auto-ripararsi in meno di 2 mesi;

– il rivestimento dello stomaco ci mette 5 giorni a ricostruirsi;

– lo strato superficiale della pelle si ricostruisce ogni 2-4 settimane;

– i globuli rossi vivono circa 4 mesi; poi, si rinnovano;

– le cellule sulla superficie del polmone si rinnovano ogni 2-3 settimane.

La domanda quindi è: per quale motivo molte persone si spaventano o restano sorprese del cambiamento proprio o altrui se è fisiologico? Poi, di certo, cambiamento non è affatto sinonimo di miglioramento… e qui, evidentemente, sta la differenza: dall’uso che fai delle cose che ti succedono.

Per me è proprio così: oggi sono un’altra persona rispetto a un anno fa. Non posso essere sicura che gli altri, le persone con cui sono maggiormente a contatto mi considerino oggi migliorata rispetto a un anno fa, ma posso almeno chiedermi come mi sento io, rispetto a dove mi trovavo un anno fa, da vari punti di vista.

Per rispondermi sono andata a rispolverare un mio articolo di esattamente 2 anni fa, per identificare i 3 criteri importanti per me per sentirmi nella direzione giusta: amare, sognare, sperare.

Sì perché quando guardo indietro insieme agli obiettivi raggiunti, alle soddisfazioni, vedo tanti errori commessi, tante fragilità ma, come ho scritto anche nel libro che ho pubblicato quest’anno, Destinazione Te Stesso (Edizioni Enea), “un eroe diventa davvero Eroe quando fa pace anche con le sue fragilità ed è proprio questo, per quanto paradossale ti possa sembrare, a renderlo più forte.

Quell’apprendimento per prova ed errore che deve passare necessariamente per degli insuccessi, quel progresso che per fortuna non è e non deve essere perfezione. 

Perché scopri che sei una meraviglia così come sei, che puoi sbagliare, che puoi cambiare idea, che hai luci e ombre e wow… avendo il coraggio di essere imperfetto, puoi prenderti la libertà di essere te stesso, cioè, straordinariamente umano”.

Ecco perché i miei 3 concetti base restano gli stessi: amare, sognare e sperare.

Perché fino a quando avrò voglia di imparare dai miei errori, fino a quando avrò il coraggio di connettermi con le mie emozioni, le mie paure e le mie fragilità, guardarle in faccia e attraversarle per passare all’altra riva, fino a quando avrò ancora voglia di amare nonostante le ferite e le delusioni, fino a quando avrò voglia di guardare avanti con fiducia e speranza sapendo che è tosta… va bene così e… posso e voglio salutare il 2018 con un bel GRAZIE per tutto il pacchetto, anche per ciò di cui avrei fatto volentieri a meno!

Ecco perché l’augurio che faccio sia a me che a te per questo nuovo anno è di fare di tutto 

– per tenere accesa la speranza anche quando ti sembra che manchino i presupposti, continuando a credere che domani unirai i puntini che oggi fai fatica a comprendere, 

– per avere un cuore aperto, nonostante le tentazioni possibili di indurirsi come una pietra e diventare freddo come un iceberg, un cuore capace di amare, di correre il rischio di essere felice, di continuare a “giocare” invece di “perdere a tavolino”, 

– per continuare a sognare, ad alimentare quelle fiammelle che hai dentro che ti fanno sentire vivo e che sono proprio i tuoi sogni, 

– per Essere la Meraviglia che Sei, un giorno alla volta

perché, come diceva Aldous Leonard Huxley, scrittore e filosofo britannico,

C’è solo un angolo dell’universo che puoi essere certo di migliorare e quello è il tuo proprio io.


Buon Anno!

Emanuela ♡

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