Black Mirror: il progresso della crudeltà e viceversa
Anche la quarta stagione di Black Mirror è un viaggio da fare di corsa in un futuro parallelo e mai così realistico. Più verosimile della maggior parte degli episodi delle stagioni precedenti e forse, proprio per questo, più inquietante.
Pensiamo alla puntata 2, in cui una madre si fa convincere a impiantare nel cervello della figlia Arkangel, un software che ne controlla tutte le funzioni vitali e con cui tutto ciò che la bambina, poi ragazzina, vede e sente può essere spiato e censurato. Possiamo dire "ci aveva già pensato Orwell", oppure che "anche Huxley l'aveva previsto". Certo, ma se dovessimo giudicare un'idea solo in base alla presunta originalità del soggetto, potremmo limitarci a leggere il teatro greco, noi occidentali con una cultura eurocentrica.