BREXIT, ANCORA UNA FUMATA NERA
Come accaduto più volte nel recente passato, in tutte le occasioni nelle quali il biglietto verde è arrivato su supporti importanti, nel momento in cui ci si sarebbe aspettati finalmente il breakout di tali livelli, ecco che la divisa americana ha prontamente reagito respingendo decisamente gli assalti per poi ricominciare strutturalmente a salire. Anche in questa circostanza, la price action sembra evidenziare questa tipologia di scenario. Per ora è solo una reazione ad una pressione che la maggior parte delle altre valute ha messo sul biglietto verde, ma non possiamo escludere che si tratti di una ennesima conferma di quanto già visto nel 2018 e anche nel 2019. Alla fine, se andiamo a ricercarne le cause, sono sempre quelle, ovvero l’incapacità di trovare una soluzione in Uk, sulla Brexit, condivisa e rapida, e lo stallo, chiamiamolo così, tra Cina e Usa sulla fase uno dell’accordo sui dazi, che è sì stato raggiunto verbalmente, ma ogni giorno i due colossi si punzecchiano verbalmente, in attesa, speriamo, che questa benedetta prima firma possa arrivare, che ora si ipotizza possa essere durante il vertice APEC in Cile a Novembre. Sulla Brexit ormai ne vediamo di tutti i colori, sembra la classica meta irraggiungibile, con i Parlamentari inglesi che si sono distinti nel creare un caos indescrivibile dal quale non sembra facile uscirne ormai. Si fa anche molta fatica a comprendere i veri obiettivi che stanno dietro a tutti questi rinvii, votazione di emendamenti che sanno di rallentamento del programma che BJ ha fortemente voluto e incapacità di trovare una minima soluzione condivisa verso una questione così importante. Ognuno fa il suo gioco a Westimenster e sembra un tutti contro tutti che non giova alla fine a nessuno. L’ultima è la votazione di ieri sera, che doveva pronunciarsi sia sull’accordo Wab ovvero il withdrawal Agreement bill, ovvero la legge necessaria all’attuazione della Brexit, sia sui tempi che Johnson aveva chiesto fossero estremamente brevi per permettere di arrivare alla scadenza del 31 ottobre con il pacchetto confezionato. Il Wab è stato votato e ha ottenuto l’approvazione, ma la mozione sui tempi è stata bocciata (BJ aveva chiesto tre giorni. A questo punto servirà una nuova estensione della Brexit e si spera possano essere solo dieci giorni. Ieri qualcuno aveva parlato di possibilità di elezioni, ma in realtà BJ sembra voler andare fino in fondo e giocarsi la sua partita. Sterlina che ha oscillato tra 1.2900 e 1.3000 fino all’uscita dei risultati, poi ha leggermente ceduto scendendo in area 1.2840 50 area, dove si trova anche stamani. Sulle altre valute registriamo la discesa dell’EurUsd in area 1.1110 20, primo supporto rilevante, così come le oceaniche, dai massimi, hanno corretto una quarantina di pips, circa lo 0.50%. UsdCad che ha reagito dai minimi, visti in area 1.3070 e che si trova a ridosso delle prime resistenze a 1.3120 40. UsdJpy stabile anche se dopo parecchie sedute di risk on, potremmo anche assistere ad una correzione dei mercati azionari e conseguente rafforzamento temporaneo dello Jpy. Il 30 ottobre, ovvero la data della decisione della Fed si avvicina e potremmo assistere comunque ad un consolidamento al ribasso del dollaro, in prospettiva con l’avvicinarsi del taglio del costo del denaro, assai probabile con una percentuale che oscilla intorno al 93% di probabilità che ciò accada. Per oggi ci aspettiamo una giornata pro dollaro, almeno nel breve termine, con possibilità di vedere euro, sterlina aud, nzd e cad, cedere qualche decina di pips. Buona giornata e buon trading.