Buona Pasqua

Amore e amicizia by BarGiò: due folli in automatico (il cambio)  Seconda parte 17.04.2022


Amicizia, quella vera, come l'acqua, che già a metterla in bottiglia un po' meno vera diventa, o di più?

Poi è meglio che non parli di una persona che si fece chiamare Vera perché non le piaceva il suo nome vero.

Amicizia è fare tante cose, ma soprattutto è quello che ho letto di recente: sei amico perché qualsiasi idea, opinione, comportamento mi piace la persona.

Qualcuno direbbe la rispetto, chissà perché a me quel rispetto non entusiasma.

Preferisco altre definizioni o altri modelli. Eccoli, di loro voglio parlare.

I modelli, quelli sbagliati, che usano tutti, perché è meglio avere un modello che non averne proprio.

Io invece chissà come mai, preferisco tabula rasa, niente modelli, ma tanto raso, bello, morbido, avvolgente.

Di seta, o il bicchiere raso, che vorrebbe dire pieno.

Oppure raso a terra, che non è un bel vedere.

Modelli di amicizia: perché ti frequenti e scopri che non ci stai così male.

Che magari a giocare in due ci si diverte, che magari due idee ne fanno una terza unendo le due indipendenti.

Che due è un numero primo, pari, ma molto diverso dagli altri, è asimmetrico.

Il mondo dicono sia simmetrico, come la fisica.

Ma perché vogliamo sempre classificare, catalogare, ordinare. Vorrei poter agire senza troppi vincoli, in amicizia.

Ossia non devo mettermi in giacca e cravatta se fanno 37 °C con il 95 % di UR, senza vento e al chiuso.

Oppure non sono costretto ad andare al mare d'agosto, perché negli altri periodi ho altre incombenze, d'amicizia.

Di colleghi amici? che ti sparlano appena giri l'angolo, che fanno gli amici ma se ti possono mettere in cattiva luce godono come un fringuello a primavera.

Gli amici, quelli veri, li trovi per caso. O per l'occasione.

Io ne ho uno incontrato al rifugio Torre di Pisa mentre mangiava fuori dal rifugio. 1989, sembra parecchio.

Ora, anche se distanti, ci sentiamo e ci confrontiamo ogni tanto.

Di montagna, di DaD e di DiD. Grande amico. Di quelli solidi, come le rocce dolomitiche.



Certo riprendere il pensiero di Giovanni, solido come una rosata cima montana, può apparire arduo.


Eppure è così semplice da apparire friabile e fragrante, come la rosetta con burro e zucchero che preparava la nonna per merenda.


Si rientrava rossi ed accaldati, si trangugiava la dolce premura , si correva di nuovo fuori.


Non avevamo tempo per il riposo perché, la vita ed ogni suo giorno, ci parevano troppo brevi per tutti i giochi, le risate, le corse , le confidenze, la frutta rubata sui rami ed i cervi volanti sacrificati allo studio di una scienza tutta nostra.


In ogni luogo avevamo amici: mare, montagna, collina, campagna.


Ogni posto era speciale per quel nome, quel volto, quei ricordi da costruire insieme.


E credevamo che le fondamenta fossero resistenti.


Avevamo la scuola, l’oratorio, l’estate, le case ed i cortili dei nonni.


Ogni luogo parlava e portava dentro amici.


E c’erano quelli dei fratelli ed i cugini.


Gli zii più giovani, che erano amici solo un po’ più maturi ma felici di tornare un po’ piccini.


Questo mondo oggi pare solo un lontano ricordo.


Uno studio noioso di criteri evolutivi ed uomini primitivi.


Eppure basta ascoltare.


Nel fondo del cuore sono rimasti loro.


“…È dentro di noi un fanciullino che non solo ha brividi, come diceva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi…”


Grazie a Giovanni Pascoli per l’ispirazione.

Maurizio Passerini

Vendo, insegno a vendere, e coordino venditori b2b e b2c ➡️ Efficienza Energetica: impianti fotovoltaici e termici per aziende, PA, CER, condomini e privati.

2 anni

O forse un tempo usavamo più facilmente il termine "amico", come peraltro ora fanno molti (scioccamente) nel web. P.S. ma come gode un fringuello? Chiedo per un amico

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