CABLE A RIDOSSO DI 1.4000

Chiudiamo oggi, un’altra settimana di movimenti valutari poco significativi, nel senso che, a parte la sterlina, che ha continuato a muoversi con una chiara tendenza rialzista, e senza alcuna soluzione di continuità, le altre coppie di valute sono più o meno rimaste in un trading range di 50 100 pips. Le ragioni sono da ricercare nell’andamento dei mercati azionari e nei timori che gli ultimi dati, pubblicati tra ieri e stamattina, possano in qualche modo andare ad inficiare le speranze di ripresa che erano emerse fino a ieri, osservando i numeri pubblicati negli States. I dati sulla disoccupazione settimanale infatti sono stati deludenti cosicchè anche i mercati azionari hanno vissuto una giornata priva di volatilità, creando una di quelle barre inside, preludio di una incertezza che potrebbe durare qualche tempo. E’ proprio questa correlazione, che va avanti da tempo e sulla quale ci siamo soffermati anche ieri, a risultare la chiave per comprendere le ragioni di price actions così poco interessanti. Siamo in mezzo al guado, come si suol dire, ovvero non siamo ancora usciti dalla pandemia e le banche centrali sono ancora in pieno Qe ma dall’altra parte i mercati e gli investitori, cominciano a preoccuparsi di un eventuale tapering che potrebbe prima o poi emergere dai dati sull’inflazione globale, e anticipano un qualche tentativo di movimento diverso rispetto a quelli visti negli ultimi mesi. Sul fronte valutario, dicevamo, la costante è rappresentata dalla forza della sterlina, ormai in prossimità da 1.4000, forza che si manifesta anche contro moneta unica e contro le altre valute. Le ragioni sono, a nostro avviso, legate all’inflazione e ai timori di una sua futura impennata, mentre sul fronte macro non possiamo dire che il Regno Unito viva la sua fase congiunturale migliore, ma nel computo finale di un eventuale confronto con altre aree, per ora sembra essere privilegiato dagli investitori. I target del Cable, a tal proposito, possono essere individuati in area 1.4350 60. Sulle altre valute regna l’incertezza, nel senso che se da un lato è vero che il dollaro resta sotto pressione contro oceaniche e dollaro canadese, dall’altro è altrettanto vero che per ora i supporti del greenback hanno egregiamente tenuto, quell’1.2180 sull’Euro, peraltro inferiore al massimo realizzato a 1.2350, tiene, così come 0.7815 su AudUsd e 0.7300 su NzdUsd. 1.2585 1.2620 sono aree di supporto di UsdsCad che per ora tengono egregiamente, ergo non si devono osservare le resistenze del dollaro, per decretare debolezza o forza, resistenze peraltro ancora lontane, ma in questa fase è maggiormente significativo osservare i minimi del dollaro ed una loro eventuale tenuta, per giudicare la tendenza attuale. Il fatto che i minimi, per ora abbiano resistito, dovrebbe rappresentare un segnale di minor debolezza che dovrebbe far riflettere. Perché significa almeno consolidamento, e osservando la congiuntura, un eventuale rialzo prossimo venturo dei prezzi negli States, potrebbero farla repentinamente cambiare, e con un certo anticipo, come spesso accade sui mercati. Lo vedremo, nel frattempo per oggi, osserviamo i vari dati sul Pmi nelle varie aree, un bel metodo di confronto che potrebbe in qualche modo, muovere le price actions. Buon trading e buon fine settimana. 


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