Caro Babbo Natale...
Caro Babbo Natale,
eccomi qui, di nuovo, con la solita letterina natalizia! Non temere, quest’anno non ti chiederò un mondo del lavoro che premi la meritocrazia; abbiamo entrambi ancora in mente cosa successe l’ultima volta, quando ti chiesi quello o una tigre che vola... a proposito, ti saluta Lady Oscar. Chi avrebbe mai pensato che una tigre volante potesse mangiare così tanto, distruggere casa con tanta disinvoltura e trascinarmi a passeggio alle quattro del mattino? Eppure, quando si butta nel letto a fare le fusa, è un’emozione che non ha prezzo; quindi, grazie ancora per il regalo che mi hai fatto!
Non ti chiederò neanche la pace nel mondo né un pianeta più giusto; siamo entrambi consapevoli che quelle sono promesse da palcoscenico, roba da Sanremo, Miss Italia o da comizio elettorale. Sappiamo che, finché l’umanità esisterà, il massimo che possiamo sperare è che gli alieni, un giorno, si stanchino di guardarci e decidano di sterminarci (a meno che non ci anticipiamo da soli, ovviamente).
In ogni caso, se ti capitasse di conoscere qualcuno in grado di invertire questa dannata regola che sta seguendo l’umanità – la “quantità che non fa rima con la qualità” – fammi un fischio. Siamo in troppi, Babbo Natale, troppi e, francamente, troppo stupidi; una riduzione della popolazione mondiale – con annesso miglioramento della qualità media – sarebbe una cosa gradita. Lo so, sembra cinico, ma guarda il mondo attorno a noi: milioni di idioti che seguono politici (tutti, nessuno escluso) stupidi e bugiardi; milioni di idioti che seguono influencer che decidono per loro cosa mangiare o comprare; milioni di idioti che seguono “guru” che promettono di trasformarti in Elon Musk con 7 mosse, 7 addominali e in 7 giorni. E il peggio è che ci credono veramente, senza il minimo dubbio! Non credono in una cosa semplice, reale e tangibile come te, ma credono invece a tutto questo! Tu dimmi se non siamo una popolazione di idioti.
Detto ciò, Babbo Natale, ho una richiesta importante da farti: aiutami a non perdere mai lo spirito del Natale; fammi sentire ogni anno la stessa emozione di quando ero bambino. Concedimi di continuare a stupirmi davanti alla bellezza della natura: quella corsa sotto la pioggia, l’alba su una spiaggia deserta o quella nevicata improvvisa che mi fa venir voglia di fare un pupazzo di neve. Inoltre, per favore, proteggi tutti gli animali dagli uomini, che sono le uniche e vere vittime innocenti di questo mondo.
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E poi, ti prego, lasciami continuare a credere sempre in te; come detto prima, non capisco assolutamente come un mondo che crede a qualunque sciocchezza – dai telegiornali che smentiscono se stessi nel giro di un giorno, alle assurdità sparate online – non riesca a credere in qualcosa di semplice e magico come te.
Quindi, caro Babbo Natale, lasciami restare quel bambino un po’ cresciuto che si commuove ancora guardando film come Il Gigante di Ferro o Il robot selvaggio e, per favore, chiudi un occhio se anche nel corso di quest’anno esaurirò in imprecazioni tutti i pantheon conosciuti. Porta pazienza se infesterò LinkedIn con i miei post fino al prossimo blocco che mi daranno; sai, sia il mio avvocato penalista sia la mia psichiatra mi hanno detto che devo trovare modi alternativi per scaricare la rabbia, perché gli alibi iniziano a scarseggiare e il prato vicino a casa mia in campagna inizia ad essere sospetto con tutte quelle buche. Quindi, per questo motivo, dovrò continuare a usare la tecnica del journaling come valvola di sfogo.
Tanti auguri, caro Babbo Natale, dal tuo Grinch preferito.
Con affetto (e un pizzico di cinismo),
Davide Fiocchi