Celebre Magazine e l’incanto senza tempo di Marilyn Monroe

In cerca di bellezza. Che sia nell’arte, nella natura o nella caverna delle idee di Platone, è un desiderio di assoluto quello che la anima, di un attimo strappato all’eterno presente che scorre immobile nella dimensione divina. Fu alla fine del XV secolo che alcuni artisti scoprirono senza saperlo le rovine dimenticate della Domus Aurea di Nerone: uno di loro più degli altri si appassionò ai suoi sistemi decorativi, riproponendoli in ambienti progettati in chiave antiquaria e acquisendo l’arte antica come modello aureo. Lui, il principe del Pantheon. Raffaello.

Ma la dimensione umana, si sa, non è amica della bellezza. L’urbinate incarna bene l’amore per l’antichità che caratterizza il Rinascimento, tanto da caldeggiare un’opera di ricostruzione e restauro in una lettera a papa Leone X, nella quale matura consapevolezza e rammarico che la scomparsa dell’arte classica è dovuta all’incuria, e non solo alle invasioni barbariche. La accompagna con una raccolta di disegni della Roma imperiale, un vero e proprio progetto di recupero archeologico, precursore di quelli che sarebbero nati solo svariati secoli dopo, che non fu mai posto in essere. Del resto il soccombere della bellezza al susseguirsi delle stagioni, Raffaello Sanzio lo dipinge bene a parole: “Il tempo è un bandito vendicativo per rubare la bellezza di noi stessi”.

Imprigionata nello splendore dei suoi trentasei anni, la protagonista di questa edizione Lambda è rimasta bella per sempre trasformandosi in un’idea di femminilità e fascino che il tempo non ha scalfito. La sua inconfondibile camminata, la voce vellutata incantatrice, lo sguardo seducente che sfugge alla malinconia ma la lascia trasparire quando non sorride, il neo scurito ad arte come una mouche sul volto delle dame alla corte di Francia. “Voglio solo essere meravigliosa” diceva, e lo fu poiché non esiste attrice più imitata di Marilyn Monroe con indosso gli abiti di William Travilla: da Madonna in “Material Girl” a Margot Robbie in “Birds of Prey”, la corsa per renderle omaggio non si è mai fermata da quando mancò quel giorno di agosto nella sua casa di Los Angeles. Andy Warhol fu il primo, dedicandole le serigrafie che lo resero celebre.

La bellezza è un’idea che non invecchia mai, oltre il tempo e lo spazio. “Le cose belle vengono tutte dalla stessa epoca” del resto, per dirla alla Oscar Wilde. Vi si può trovare di tutto: dalle antichità ai circoli aristocratici e bohémien di Budapest dove arte lusso e cultura si mescolano insieme, dalla polvere di stelle hollywoodiana ai balli monegaschi passando per la magia delle fiabe, per approdare al benessere biopsicologico e sociale che va oltre il dualismo di corpo e mente.

Pubblicato sul Blog di Claudia Chiari