C'era una volta...
C'era una volta una banca che raccoglieva i risparmi delle persone, garantendo un interesse in genere in grado di recuperare l'inflazione, e con quei risparmi finanziava persone ed imprese, ovviamente guadagnando. Perché questo "modello" è "fallito"?
Perchè la Banca è diventata un centro d'affari e non un istituto di credito come lo era originariamente. Perfino le Casse Rurali, tipologia di Banca locale, si è adeguata ad essere Banca commerciale piuttosto che Banca delle gente. Te lo posso dire io che ho inziato la mia carriera nel 1978 in una Banca locale che ora fa parte del Gruppo INTESA.
Quando ci lavoravo io non c'erano i vetri che separavano i clienti da noi impiegati, non c'erano le bussole per entrare, ci si vedeva negli occhi, ci si stringeva le mani, si faceva qualche battuta e regnava un senso di appartenenza sia tra i colleghi che con i clienti.
Tutto manuale e cartaceo, non c'erano, al periodo, i PC.
Ergo, era meglio una volta o adesso?
La risposta è piuttosto semplice.
Perchè la Banca è diventata un centro d'affari e non un istituto di credito come lo era originariamente. Perfino le Casse Rurali, tipologia di Banca locale, si è adeguata ad essere Banca commerciale piuttosto che Banca delle gente. Te lo posso dire io che ho inziato la mia carriera nel 1978 in una Banca locale che ora fa parte del Gruppo INTESA.
Quando ci lavoravo io non c'erano i vetri che separavano i clienti da noi impiegati, non c'erano le bussole per entrare, ci si vedeva negli occhi, ci si stringeva le mani, si faceva qualche battuta e regnava un senso di appartenenza sia tra i colleghi che con i clienti.
Tutto manuale e cartaceo, non c'erano, al periodo, i PC.
Ergo, era meglio una volta o adesso?
La risposta è piuttosto semplice.
Perchè la Banca è diventata un centro d'affari e non un istituto di credito come lo era originariamente. Perfino le Casse Rurali, tipologia di Banca locale, si è adeguata ad essere Banca commerciale piuttosto che Banca delle gente. Te lo posso dire io che ho inziato la mia carriera nel 1978 in una Banca locale che ora fa parte del Gruppo INTESA.
Quando ci lavoravo io non c'erano i vetri che separavano i clienti da noi impiegati, non c'erano le bussole per entrare, ci si vedeva negli occhi, ci si stringeva le mani, si faceva qualche battuta e regnava un senso di appartenenza sia tra i colleghi che con i clienti.
Tutto manuale e cartaceo, non c'erano, al periodo, i PC.
Ergo, era meglio una volta o adesso?
La risposta è piuttosto semplice.
Poi c'è stata l'evoluzione dei primi "investimenti" nel 1983, con lemissione dei BOT(Buoni Ordinari del Tesoro) con scaeenza 3,6 e 12 mesi ma rendevano quasi il 18% all'anno!
Venivano venduti in Banca come titoli con l'interesse anticipato ingannando il cliente tra valore nominale e valore di acquisto e scadenza. Una formula illusoria che ha favorito moltissimo la diffusione di questo tipo di investimento in titoli di Stato.
Poi sono arrivati i CCT e i BTP.....
A seguire la legge 23.3.1983 n. 77 Il Ministero dell’economia e delle finanze determina i criteri generali cui devono uniformarsi i fondi comuni d’investimento con riguardo: all’oggetto dell’investimento; alle categorie di investitori cui è destinata l’offerta delle quote; alle modalità di partecipazione ai fondi aperti e chiusi, con particolare riferimento alla frequenza di emissione e rimborso delle quote, all’eventuale ammontare minimo delle sottoscrizioni e alle procedure da seguire; all’eventuale durata minima e massima; alle ipotesi nelle quali deve adottarsi la forma del fondo chiuso; ai casi in cui è possibile derogare alle norme prudenziali di contenimento e di frazionamento del rischio stabilite dalla Banca d’Italia; alle scritture contabili, il rendiconto e i prospetti periodici che le società di gestione del risparmio redigono, in aggiunta a quanto prescritto per le imprese commerciali, oltre che gli obblighi di pubblicità del rendiconto e dei prospetti periodici; alle ipotesi nelle quali la società di gestione del risparmio deve chiedere l’ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato dei certificati rappresentativi delle quote dei fondi; i requisiti e i compensi degli esperti indipendenti. La Banca d’Italia ha competenza in materia di: determinazione dei criteri generali di redazione del regolamento del fondo comune d’investimento e del suo contenuto minimo; di procedure di fusione tra fondi comuni d’investimento; di operatività all’estero delle società di gestione del risparmio; di offerta in Italia di quote di fondi comuni d’investimento armonizzati e non armonizzati; di condizioni e procedure per il rilascio dell’autorizzazione per l’offerta in Italia di quote di fondi comuni non rientranti nel campo di applicazione delle direttive sugli OICVM; di autorizzazione delle società di gestione del risparmio; di determinazione delle condizioni per l’assunzione dell’incarico di banca depositaria e di modalità di subdeposito dei beni del fondo. La Consob è invece tenuta ad individuazione le informazioni da fornire al pubblico nell’ambito della commercializzazione delle quote.
Fonte:
Inizia così lo spostamento del risparmio verso nuove forme articolate di investimento come i fondi azionari, bilanciati e obbligazionari-monetari.
Infine viene emesso il TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA-TUF che cambia la veste del soggetto che propone forme di investimento nei cosidetti promotori finanziari ma ancora prima, nei primi anni ‘90 vennero riviste sia l’organizzazione dei mercati che l’intera attività di intermediazione mobiliare: con la legge n.1 del 1991 vennero create le SIM: tale acronimo racchiude la definizione stessa del tipo di società e il suo significato: Società di Intermediazione Mobiliare. La stessa legge ha stabilito che non venissero più indotti concorsi per agenti di cambio.
Il sistema politico quindi si assoggetta al potere bancario e finanziario con leggi e limiti che favoriscono l'attivita bancaria tradizionale in una indirizzata verso il collocamento di strumenti finanziari di vario genere che hanno prodotto una serie di problemi di credibilità e di affidabilità.
Un esempio? Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e Banca Etruria.
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Ergo, fidatevi della Banche…
A seguire la legge 23.3.1983 n. 77 Il Ministero dell’economia e delle finanze determina i criteri generali cui devono uniformarsi i fondi comuni d’investimento con riguardo: all’oggetto dell’investimento; alle categorie di investitori cui è destinata l’offerta delle quote; alle modalità di partecipazione ai fondi aperti e chiusi, con particolare riferimento alla frequenza di emissione e rimborso delle quote, all’eventuale ammontare minimo delle sottoscrizioni e alle procedure da seguire; all’eventuale durata minima e massima; alle ipotesi nelle quali deve adottarsi la forma del fondo chiuso; ai casi in cui è possibile derogare alle norme prudenziali di contenimento e di frazionamento del rischio stabilite dalla Banca d’Italia; alle scritture contabili, il rendiconto e i prospetti periodici che le società di gestione del risparmio redigono, in aggiunta a quanto prescritto per le imprese commerciali, oltre che gli obblighi di pubblicità del rendiconto e dei prospetti periodici; alle ipotesi nelle quali la società di gestione del risparmio deve chiedere l’ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato dei certificati rappresentativi delle quote dei fondi; i requisiti e i compensi degli esperti indipendenti. La Banca d’Italia ha competenza in materia di: determinazione dei criteri generali di redazione del regolamento del fondo comune d’investimento e del suo contenuto minimo; di procedure di fusione tra fondi comuni d’investimento; di operatività all’estero delle società di gestione del risparmio; di offerta in Italia di quote di fondi comuni d’investimento armonizzati e non armonizzati; di condizioni e procedure per il rilascio dell’autorizzazione per l’offerta in Italia di quote di fondi comuni non rientranti nel campo di applicazione delle direttive sugli OICVM; di autorizzazione delle società di gestione del risparmio; di determinazione delle condizioni per l’assunzione dell’incarico di banca depositaria e di modalità di subdeposito dei beni del fondo. La Consob è invece tenuta ad individuazione le informazioni da fornire al pubblico nell’ambito della commercializzazione delle quote.
Fonte:
Inizia così lo spostamento del risparmio verso nuove forme articolate di investimento come i fondi azionari, bilanciati e obbligazionari-monetari.
Infine viene emesso il TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA-TUF che cambia la veste del soggetto che propone forme di investimento nei cosidetti promotori finanziari ma ancora prima, nei primi anni ‘90 vennero riviste sia l’organizzazione dei mercati che l’intera attività di intermediazione mobiliare: con la legge n.1 del 1991 vennero create le SIM: tale acronimo racchiude la definizione stessa del tipo di società e il suo significato: Società di Intermediazione Mobiliare. La stessa legge ha stabilito che non venissero più indotti concorsi per agenti di cambio.
Il sistema politico quindi si assoggetta al potere bancario e finanziario con leggi e limiti che favoriscono l'attivita bancaria tradizionale in una indirizzata verso il collocamento di strumenti finanziari di vario genere che hanno prodotto una serie di problemi di credibilità e di affidabilità.
Un esempio? Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e Banca Etruria.
Ergo, fidatevi della Banche…
Non ho finito.
Ricordatevi anche che...
E se non fosse abbastanza anche che per depositi oltre 100 mila Euro c'è la legge del "bail-in" che autorizza le Banche, per legge si intende, a ripianare i loro problemi con i tuoi soldi...
Non male direi.
Giusto per ricordare alcuni dati...
Buona Domenica!
15 dicembre 2024