Ci vuole un po' di Wabi-Sabi
Wabi-Sabi è l'approccio mentale giapponese che accetta l'impermanenza, l'imperfezione, l'incompletezza delle cose. E' alla base dell'estetica che si arrende e trova bellezza nel consumato. In sintesi: niente è perfetto, niente è permanente, niente è completo. E va bene così.
Accettare questo principio aiuta a fare una comunicazione migliore, perché ci chiede di lasciar stare il perfezionismo. Quel perfezionismo che, per annullare il rischio, ci porta a narrative convenzionali e senza sorprese, a visual didascalici che nulla aggiungono all'immaginario dei nostro interlocutori.
Un esempio: snowehome.com, shop online di oggetti per la casa, ci fa vedere piatti, bicchieri e posate così come appaiono dopo essere stati usati. Oppure, un'elegante tavola arricchita da macchie di vario tipo, come questa qui sotto, non è più memorabile di una qualsiasi tavola perfetta?
Sia chiaro, Wabi-Sabi non dà il permesso di fare le cose male, anzi (foto come quella sopra o questa qui a fianco non sono affatto facili da fare). Piuttosto ci chiede di fare le cose al nostro meglio, sapendo che il nostro meglio di oggi è destinato a essere superato. Anzi, appena finito è già superato.
Former Know-how Officer | Communication Manager | Team player | Coach presso EFESO
5 anniLa perfezione non è il fine...