Tutto sui contenuti (glossario 2020)
Un tempo, la competizione tra le aziende si basava sul prodotto o sul servizio. Oggi, oltre all’offerta di prodotti e servizi ci sono i contenuti, che servono a coinvolgere, creare riconoscimento, farsi conoscere dai potenziali clienti, e renderli fedeli. E così le aziende devono fare anche gli editori, un mestiere difficile che non hanno mai fatto. Alcune ci riescono bene, altre meno. Intanto, intorno a questa nuova versione di un mestiere antico, nascono in continuo nuove espressioni e professioni.
Ecco un piccolo glossario per orientarsi in questo mondo in continua evoluzione. Manca qualche pezzo importante? Avete suggerimenti?
Branded content. È un contenuto informativo o di intrattenimento, non direttamente pubblicitario, proposto da un brand. È coerente con i valori e il tono di voce di quel brand e viene costruito per aprire o rafforzare la relazione con i destinatari, senza puntare direttamente all’acquisto.
Content. Sono informazioni, sotto qualsiasi forma e di qualsiasi genere, a cui uno o più destinatari, in un determinato contesto, riconoscono valore. Presentati in diverse forme (news, video, white paper, ebooks, infografica, case study, foto, …), sono fruibili tramite diversi canali (internet, televisione, eventi, conferenze, live, …).
Content analysis. È l’attività di analisi di un contenuto o di gruppi di contenuti. Gli obiettivi possono essere diversi: disegnare l’evoluzione di un certo tema o tipo di contenuto, cercare elementi ricorrenti o variazioni, verificare ipotesi.
Content choreography. Specializzazione del design mirata a garantire che i contenuti mantengano la corretta gerarchia sulle diverse piattaforme web su cui sono disponibili.
Content creator. È la persona che elabora un contenuto originale, partendo dalle specificità del canale e degli obiettivi di comunicazione che gli vengono posti.
Content curation. L’attività costante di identificazione, organizzazione e condivisione dei contenuti migliori e più rilevanti su uno specifico argomento.
Content design. È l’attività di progettazione di un contenuto che ha l’obiettivo di ottimizzarlo per i pubblici cui è destinato, nei contesti in cui avverrà la fruizione.
Content experience. L’esperienza complessiva di accesso, consumo, coinvolgimento e risposta a un contenuto.
Content factory (anche farm o house). È l’agenzia esterna che prende in carico la produzione e distribuzione di contenuti per conto di un’azienda.
Content governance. Strumenti e processi attraverso cui le scelte di content strategy diventano operative. Include flussi di lavoro, linee guida redazionali, guide di stile, schede di gestione editoriale, comitati di redazione.
Content hub. È un punto di raccolta centralizzato in cui sono disponibili tutti i contenuti che un brand pubblica sui diversi social network, come Facebook, Instagram, Linkedin.
Content management. Processi e tecnologie di raccolta, gestione e pubblicazione di contenuti digitali.
Content management system. È il sistema gestionale attraverso cui un contenuto viene editato, modificato, pubblicato, condiviso.
Content marketing. Qualunque forma di marketing in cui si fa leva sulla creazione e la condivisione di contenuti rilevanti e di valore per attrarre gruppi di persone e costruire con loro relazioni positive.
Content moderator. Sono le persone che hanno l’incarico di controllare le foto, i video e e i testi che vengono pubblicati. Sulla base delle politiche del canale in cui sono collocati, decidono se rimuoverli o lasciarli al loro posto.
Content pillar (anche cornerstone content o pillar page). È un contenuto vasto ed esaustivo, dedicato a un argomento specifico. Contiene al suo interno inserti e rimandi ad aspetti specifici o altre fonti sullo stesso tema. Può essere aggiornato ed evolvere nel tempo.
Content provider. È chi fornisce informazioni e dati in Internet, in contrapposizione all’accesso provider, che fornisce la sola connessione.
Content strategy. Il termine nasce alla fine degli anni ’90 e inizialmente indica una competenza strettamente web, legata al design della user experience. Oggi, indica il lavoro attraverso cui si progetta e si ottimizza il valore e l’impatto di un contenuto (più che altro di un sistema di contenuti), rendendolo comprensibile, rintracciabile e disponibile nelle sue diverse forme.
Thin content. È un contenuto di bassa qualità, di scarso valore: creato automaticamente, spam, copiato o estratto da altre fonti.
User Generated Content (UGC). Sono i contenuti generati dagli utenti, sul web e sui social network. A volta sono sollecitati da un brand, attraverso concorsi per esempio, e possono essere integrati nella content strategy.