Com’è cambiato il recruiting ad un anno dall'inizio della Pandemia
La pandemia ha costituito un momento di grande sfida per tutti coloro che si occupano di recruiting dalle aziende più strutturate alle PMI, e anche per le startup.
Non è poi da trascurare anche il fatto che molte aziende si sono trovate davanti ad una forte diminuzione nelle assunzioni, o ad addirittura un momento di stallo. Per coloro i quali non si sono dovuti fermare nel processo di Talent Acquisition è stato necessario trasformare alcuni aspetti del processo di selezioni. Sono cambiate in modo significativo non solo le modalità di selezione come gli strumenti, i canali e i mezzi, ma anche le competenze che gli HR cercano per poter arricchire il proprio gruppo con nuove abilità.
Ripercorriamo insieme i principali cambiamenti che ci hanno visti protagonisti nell’ultimo anno:
Dal reclutamento fisico a quello digitale
È chiaro che il cambiamento per il mondo della selezione sia stato epocale: se fino a gennaio 2020 la selezione delle figure professionali poteva essere condotta attraverso un sistema preferibilmente in presenza, dai mesi successivi ci si è dovuti spostare verso un sistema di reclutamento prettamente online.
Quello che è avvenuto è una forte accelerazione di un processo che era già in atto e una ulteriore spinta di digitalizzazione dei processi HR. I team HR hanno dovuto cambiare ed “evolversi”, imparando a sfruttare al massimo i canali digitali per poter comprendere quale candidato sia più adatto ad uno specifico ruolo in azienda. È chiaro che se dapprima una forma ibrida di selezione fosse un’eccezione, ora è garantire un recruiting online è la regola. Nel futuro una commistione tra colloqui in presenza e colloqui online potrebbe essere cruciale.
Nuove competenze fondamentali: le soft skill
Oltre ad essere cambiati i canali e gli strumenti utilizzati, sono mutate le competenze richieste dalle organizzazioni. Se, infatti, le soft skill erano precedentemente considerate abilità secondarie rispetto alle hard skill, oggi diventa di fondamentale importanza sapersi adattare e lavorare in team.
Si è sempre più attenti a ricercare nuovi collaboratori aziendali veloci, proattivi e con la giusta sensibilità per lavorare da remoto. È chiaro che avere ottime capacità interpersonali sia la chiave giusta per entrare in un team, con cui in questo momento si può collaborare per la maggior parte del tempo solo da remoto. Le soft skill sono quindi importanti per creare un rapporto professionale forte e una profonda sintonia con tutti, sebbene non si sia effettivamente compagni di scrivania.
Ma come si possono valutare le cosiddette competenze trasversali durante un colloquio attraverso una piattaforma di videochiamate? Da questa semplice domanda appare evidente come anche e soprattutto la pandemia sia stata uno straordinario incentivo alla crescita anche per gli HR che allo stesso modo si sono messi in gioco nella ricerca e nella selezione dei candidati.
Una nuova generazione nel mondo del lavoro
L’ondata pandemica ha portato anche all’ingresso di una nuova generazione nelle aziende: le risorse aziendali più giovani hanno infatti caratteristiche del tutto peculiari, sono nativi digitali. Questa novità conduce ad un notevole vantaggio per le organizzazioni, le quali non solo devono rimanere al passo con i tempi e le esigenze di questi ragazzi, ma a loro volta devono diventare fautrici del cambiamento e dell’innovazione.
I cambiamenti positivi che abbiamo sperimentato
I cambiamenti imposti dall’ultimo anno non sono stati del tutto negativi, ma si sono rivelati anche una forte fonte di stimolo.
In particolare è stata l’occasione giusta per velocizzare e snellire alcuni step del processo di assunzione e sostituire alcuni passaggi che non sono più strettamente necessari. Un esempio? Con il Covid-19 abbiamo imparato che non è più fondamentale, anche se rimane ancora importante fissare degli incontri di persona con il candidato. Questa forma ibrida, laddove sia possibile consente di ridurre i tempi di recruiting in maniera significativa. Inoltre, la gestione aggiuntiva alla risorsa viene fatta “paperless”, comportando un notevole risparmio dal punto di vista ambientale: anche il recruitment è diventato più sostenibile!
In ultimo, questi cambiamenti hanno messo ancora maggiormente in luce gli ulteriori passaggi che sono sempre più fondamentali e parte del processo di recruiting. Tra questi, il momento di induction, ovvero quando si accolgono nuovi collaboratori e li si accompagna nel nuovo contesto lavorativo, è risultato essere ancora più centrale. Il processo di recruiting non si limita più alla selezione, ma continua anche dopo l’inserimento in azienda del nuovo collaboratore.
Sicuramente quindi dall’inizio della pandemia, i cambiamenti che sono avvenuti, non ha fatto altro che accelerare alcuni processi già atto, e soprattutto ci hanno fatto prendere consapevolezza delle necessità e di come nel futuro il recruiting evolverà.