Come rispondere alla domanda sui punti deboli nell'intervista?

Come rispondere alla domanda sui punti deboli nell'intervista?

Una delle domande più frequenti poste a un candidato durante un colloquio di lavoro è quella sui punti deboli, o “aree di miglioramento”. Una domanda che non supporta né l'improvvisazione né gli stereotipi! Meglio quindi prepararsi a questa domanda, molto gettonata dai recruiter, per non farsi prendere alla sprovvista. 

1. Perché questa domanda durante un colloquio di lavoro?

La prima cosa da tenere a mente è l'intenzione della persona che pone la domanda. Contrariamente a quanto potrebbe pensare il candidato, non si tratta di far fallire il candidato: lo scopo del colloquio di lavoro è ricoprire una posizione, e alla fine il processo si concluderà, salvo eccezioni, con l'assunzione di una forza lavoro di uno dei i candidati.

Al contrario, la domanda mira a valutare la conoscenza di sé e la lucidità del candidato circa le proprie carenze, la sua capacità di mettersi in discussione: elementi essenziali nell'ambito del suo futuro professionale.

2. Cosa rispondere?

La prima osservazione da fare è che non esiste una risposta giusta o sbagliata. È fondamentale essere trasparenti con il tuo futuro datore di lavoro sui tuoi punti deboli, per evitare delusioni se finalmente verrai assunto dall'azienda. Puoi lavorare completamente su questo punto con la società di reclutamento che ha suggerito il tuo profilo all'azienda. Attenzione, però, a non portare un punto debole del tutto inadeguato rispetto alla posizione per cui ci si candida

Tra i punti deboli generalmente citati durante i colloqui di lavoro dai candidati ci sono carenze tecniche, come l'inglese o Excel, ma questi punti non sono abbastanza espliciti per i recruiter, perché non rispecchiano la personalità del candidato.

Un altro consiglio: assicurati di citare sempre i punti deboli che si rivelano veri nella realtà! Se ti penti, ad esempio, di essere un perfezionista, questo potrebbe essere positivo per una posizione in cui la qualità dei risultati è essenziale, ma lo sarà molto meno se il reclutatore trova errori di ortografia nel tuo CV!

Un'altra possibilità è quella di addurre un punto debole che sia un pregio per la posizione in questione: dire che non si sopporta di stare chiusi in ufficio e che si ha bisogno del contatto umano è piuttosto un plus per un commesso viaggiatore, portato a incontrare tanti clienti e a raramente va al suo quartier generale...

3. Qual è il peggior punto debole per avanzare in un colloquio di lavoro?

La classica piroetta corrispondente alla risposta che non hai difetti, nessun punto debole è senza dubbio la risposta peggiore: da un lato mostra che non stai giocando al gioco del processo di reclutamento, che non si vede mai bene, dall'altro sarà generalmente percepito come arroganza, che raramente è positivo per un reclutamento.

4. Usa situazioni concrete per definire i tuoi punti deboli

La risposta più elegante è citare una vera debolezza, ma che sai che si trasformerà a tuo vantaggio. Ammettere, ad esempio, che tendi ad accettare più lavoro di quanto dovresti mostra già di per sé il tuo coinvolgimento nella riuscita dei tuoi progetti. Se aggiungi che ne sei consapevole, e che ormai hai imparato a delegare compiti per i quali non sei indispensabile per liberare tempo per gli altri, avrai trasformato una debolezza in un punto di forza!

Non esitare a chiedere il parere dei tuoi ex datori di lavoro o colleghi, o ad essere ispirato da ciò che il tuo manager ha detto di te durante i tuoi colloqui di fine anno. Questo feedback concreto ti darà materiale oggettivo per preparare la tua risposta al recruiter.

2 parole chiave dovrebbero essere ricordate prima del tuo colloquio di lavoro in tema di ponti deboli:

1. Trasparenza: sii il più onesto possibile e inizia la tua possibile collaborazione con il tuo futuro datore di lavoro su basi solide.

2. Preparazione: più sarai in grado di rispondere a questa domanda con facilità e senza alcuno stress, più il tuo recruiter ti vedrà come un candidato di qualità.

Spero che questi consigli ti aiuteranno ad essere veramente chi sei senza farti trovare impreparato.

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