Come smaltire la "spazzatura emotiva"
Come spesso accade, negli articoli che scrivo, cerco di riutilizzare l'esperienza reale. La mia o quella delle persone che guido. Rendere utili le esperienze attraverso il dono della condivisione (sperando possa essere utile), è catartico.
In questo articolo condivido alcune considerazioni e strategie riguardanti la "gestione della spazzatura emotiva" che sempre più nei giorni d'oggi, influenza il nostro quotidiano, sul lavoro o nel privato.
A chi non è capitato di permettere che un pessimo automobilista, un burocrate insensibile, un cameriere sgarbato, un capo con le capacità empatiche di un mulo, riescano a influenzare le giornate e le emozioni che proviamo?
Con questo articolo voglio aiutarti a difenderti, e fare un “salto di consapevolezza” che possa aiutarti a gestire meglio queste classiche situazioni di vita quotidiana, che colpiscono più o meno tutti.
Come fare? E’ molto semplice: parti dal presupposto che come te, ogni essere umano, affronta periodi della propria vita davvero negativi frutto di scelte sbagliate, problemi economici, "succhiatori di energia" presenti nel proprio ambiente, o stress e pressioni lavorative. Sarà capitato anche a te no? Le sensazioni ed emozioni all’ordine del giorno sono: frustrazione, impotenza, rabbia, aggressività, e chi più ne ha…
Questi stati d’animo sono talmente potenti che riescono ad influenzare tutto il nostro essere, comportamenti compresi, ed il nostro atteggiamento di base diventa “reattivo”. Mi riferisco a quel tipico atteggiamento delle persone che sono cariche come “molle” pronte a scattare al minimo inconveniente, ed a scaricare addosso al primo che capita tutta la loro “negatività”. Hai presente vero? Magari è capitato di vivere affianco a qualcuno in questo stato, oppure è capitato proprio a te di sentirti così. Ecco in quei momenti ci si comporta come dei veri e propri “camion di spazzatura emotiva”!
Cosa fare per difenderti?
- Usa i tuoi neuroni specchio: cosa sono? Ormai da anni, neuroscienziati (italiani evviva!), hanno scoperto che l’essere umano possiede alcuni neuroni capaci di attivarsi alla percezione delle emozioni altrui, espresse tramite espressioni del volto, gesti e suoni. Quindi tu hai un sistema di “partecipazione empatica”, che ti si attiva quando osservi un altro essere umano.
- Prendi atto che fra le persone che incontrerai sulla tua strada, in ufficio, al market, in posta, una (buona) parte di essi sta vivendo stati d’animo "spazzatura". Quando le incontri, semplicemente immagina che tu abbia davanti un “camion di spazzatura emotiva”. Cosa fai quando vedi un camion di spazzatura in genere? Ci discuti perchè si è fermato ai cassonetti? Direi di no: o attendi con pazienza o cambi strada. Giusto?
- Usa la “legge dello smaltimento” citata nel libro “Smaltire la spazzatura emotiva” (D. Pollay) Quando incontrerai l’automobilista rabbioso, l’impiegato insensibile, il collega frustrato, sappi che per lui ogni occasione è utile per scaricare la sua “spazzatura emotiva”. E' istintivo. Ma tu non sei una discarica o un cassonetto. Per cui non abboccare alle provocazioni, attacchi apparentemente senza senso, gesti maleducati: passa, saluta e augura buona giornata.
- Non prenderla sul personale: ogni essere umano che sia in preda a stati emotivi “spazzatura”, è in un vortice tutto suo. Non si rende conto di essere “un camion della spazzatura emotiva”, e tantomeno si rende conto delle persone che gli stanno attorno, o su cui cerca di “scaricare” la sua spazzatura. Quindi non prendertela, sei capitata/o nel momento sbagliato.
- Sii consapevole della tua spazzatura: oggi, ora, in questo momento (puoi scegliere) di promettere a te stesso di non smaltire la tua spazzatura, sugli altri. Ognuno di noi ha delle preoccupazioni, pensieri e stati d’animo negativi, ma non è un buon motivo per scaricarla sugli altri.
Io penso che ognuno di noi abbia la responsabilità di “gestire se stessi” sia per raggiungere ciò che ci permetterebbe di essere felici, sia per lasciare un buon ricordo di noi. Se senti di essere “un potenziale camion di spazzatura emotiva”, chiedi aiuto, chiedi di essere ascoltato, affronta la questione.
6. Crea consapevolezza negli altri: se fossero in molti a rendersi conto di questa dinamica, avremmo meno “camion di spazzatura emotiva” in giro per strada, in famiglia e sul lavoro. Cosa puoi fare? Molto. Potresti parlarne nel tuo ambiente, regalare il libro che ti ho consigliato prima, condividere questo articolo, oppure se hai voglia e tempo (magari è una persona importante per te), potresti offrirgli il tuo interesse, il tuo ascolto.
In realtà ci sarebbero ancora molte cose, da sapere sullo “smaltimento dei rifiuti emotivi”, ma il mio spazio di oggi finisce qui. Se hai piacere che nei prossimi articoli io affronti ancora questo argomento, fammelo sapere nei commenti.
NOTA: Lo scopo principale per cui dedico del tempo alla scrittura di questi post, è quello di aiutare gli altri, sulla base di 15 anni di studi sull’Intelligenza Emotiva, la Leadership ed l'organizzazione aziendale. Se tu volessi condividere questo articolo, lo considererei un riconoscimento per l’impegno. Per cui ti ringrazio fin d’ora se lo farai, ma anche solo per avermi letto.
Ti auguro buon proseguimento
Sergio Amatulli
L’autore: Sergio Amatulli, si occupa di HR Management, sviluppo manageriale e Temporary Management dal 2002. Speaker e docente in ambito Soft Skills, si occupa di progetti di cambiamento e sviluppo organizzativo in azienda, attraverso incarichi in ambito HR in aziende strutturate. Opera in tutto il Nord Italia, ed è un appassionato studioso di Leadership e Intelligenza Emotiva.
Consulente senior presso Sicur-On s.r.l.
7 anniMolto interessante .
Direttore HR, Organizzazione e Sviluppo ♦ People & Culture Manager ♦ Responsabile Risorse Umane♦
7 anniHai colto il punto Giacomo Chiti. "Riconoscere" è la capacità. Il problema appunto nasce nel momento in cui siamo nel frenetico frullatore del quotidiano. Lì la lucidità va a farsi friggere. Ed il giorno dopo si ricomincia, un pochino più cotti. Sempre più cotti e così via. Come nelle attività lavorative, o di fronte alla nascita di nuovi progetti, bisogna mettersi in testa che ognuno di noi ha bisogno di concedersi dei piccoli spazi di tempo (strutturati), per fare analisi, rivedere, pianificare, alzando così la capacità di "riconoscere". Grazie dell'ottimo spunto.
Consulenza e formazione
7 anniE' proprio vero.... Molto bello , grazie .. oltre a leggerlo speriamo che venga introiettato il concetto perchè è utile ai fini della salute di tutti..
Passionate Chemist - R&D and Quality
7 anniPost davvero interessante Sergio. Così come si possono riciclare carta e plastica ricavandone nuove risorse, così alcune frustrazioni e disagi (propri o di altri) si possono convertire in energie positive. Credo che il segreto, come nella raccolta differenziata, stia nel riconoscere e separare la 'spazzatura', senza venirne travolti. Non sempre ci si riesce...
Direttore HR, Organizzazione e Sviluppo ♦ People & Culture Manager ♦ Responsabile Risorse Umane♦
7 anniGrazie Alessandro Boni per aver voluto lasciare il tuo apprezzamento. Hai ragione: sperimentare con curiosità è l'approccio che facilita il cambiamento.